Da 100 anni Mulino Caputo, “il mulino di Napoli”, fa della farina un elemento di cultura del territorio, dell’alimentazione e della cucina. In ultima analisi, del buon vivere.
Mulino Caputo: impianti tra Napoli, Campobasso e Bergamo
«L’azienda compie un secolo e diciamo con orgoglio con la stessa famiglia, gli stessi luoghi, gli stessi principi, gli stessi valori - spiega l’amministratore delegato Antimo Caputo - Un’azienda di famiglia, ma allo stesso tempo una famiglia-azienda, perché tutti i collaboratori che la vivono quotidianamente sono davvero parte di un gruppo a cui noi teniamo tantissimo. Un percorso che muove i primi passi a Capua, dove il fondatore Carmine Caputo crea il mulino e il pastificio. Negli anni ’30 ci spostiamo a Napoli; qui il nonno porta avanti l’azienda dove siamo ancora oggi. La struttura attuale conta uno stabilimento a Napoli, quello storico, e due impianti molitori a Campobasso: Sempre in Molise, a Ripalimosani (Cb), stiamo costruendo un innovativo polo logistico».
«Completa il quadro l’azienda che produce il senza glutine, acquisita dieci anni fa a Bergamo - continua Antimo Caputo. Per quanto riguarda la parte molitoria, maciniamo circa 1000 tonnellate di grano nelle 24 ore, per cui riusciamo a soddisfare tutte le nostre esigenze sul fronte farina. Ci tengo a sottolineare che Mulino Caputo è un’azienda specializzata: serviamo solo i clienti che sono cuochi, pasticceri, pizzaioli, panificatori. Ma apriamo le porte anche agli appassionati con le confezioni di farina da 1 kg. La nostra offerta si amplia a quelle, sempre di carta, da 5 fino a 15 e 25 chilogrammi. Questa impostazione è stata premiata dai mercati: siamo presenti in circa 80 Paesi nel mondo (Australia, Nuova Zelanda, Nor de Sud Amercia, Sudafrica, Middle East, Europa, ndr). Un’opportunità e una garanzia di lavorare ai massimi livelli per gli operatori che si spostano dall’Italia; per i turisti, la certezza di incrociare i medesimi standard di eccellenza di Napoli. Siamo una famiglia azienda che conta 100 collaboratori diretti e altrettanti indiretti».
Mulino Caputo: Trofeo Caputo e Caputo Cup, un successo internazionale
Non a caso, tanto per guardare oltre confine, la XXIª edizione del Campionato mondiale del pizzaiuolo Trofeo Caputo, per quanto riguarda la sezione principe, Pizza napoletana Stg, ha visto conquistare il gradino più alto del podio da Daniela Zuñiga, pizzaiola cilena di 35 anni. «Quello di quest'anno è stato un Campionato davvero speciale e non poteva esserci un'occasione migliore per condividere la nostra soddisfazione e la nostra gioia con amici, collaboratori e pizzaioli provenienti da tutto il mondo - sottolinea Antimo Caputo - Abbiamo accolto un numero record di delegazioni straniere: ben 35 con 600 concorrenti da 5 continenti, confluiti tutti a Napoli, che si conferma la capitale della pizza. Siamo compiaciuti della imponente partecipazione giovanile e della varietà di categorie nelle quali si confrontano i partecipanti: dall'americana alla contemporanea, dalla senza glutine alla pizza fritta».
A monte di questo mega evento e sempre per sottolineare il respiro internazionale del mulino partenopeo, la Caputo Cup. Competizione itinerante e ulteriore spunto creativo per celebrare il secolo di attività, ha selezionato i campioni locali che poi si sono confrontati nel Mondiale andato in scena a Napoli lo scorso giugno. La Caputo Cup ha fatto tappa in alcune delle 80 nazioni in cui Mulino Caputo esporta le sue farine: Giappone, Corea, Cina, Stati Uniti, Cile, Messico, Brasile e Germania.
Un anno davvero particolare, questo 2024. Recente ciliegina sulla torta un riconoscimento che è un premio alla dedizione professionale. Carmine Caputo, presidente dell’impresa molitoria e padre dell’amministratore delegato Antimo, è stato insignito dal presidente della Repubblica Mattarella del titolo di Cavaliere del Lavoro. «Sono stato bravo come mio padre ad avere un figlio in gamba, formato da me - annota il neo Cavaliere che rappresenta la terza generazione in sella al mulino - È una cosa di cui sono orgoglioso, averlo formato e averlo lanciato in pista da solo, con me alle spalle, ovviamente». E ribadisce un concetto di fondo: «Noi non siamo un'azienda di famiglia, siamo una famiglia-azienda, che è diverso, fondata sui valori e sui rapporti con le persone».
Mulino Caputo: legame profondo con il mondo dei professionisti
«Il legame profondo che abbiamo con tutto il mondo dei professionisti è qualcosa di unico - puntualizza Antimo - Facciamo parte di questa comunità, che è quella del cibo italiano. Una comunanza che viviamo e alimentiamo da sempre viaggiando con loro, facendo conoscere la loro arte artigianale anche all’estero. Un’unione che promuove il loro saper fare, il made in Italy e i nostri prodotti. Un binomio vincente che per noi è anche una immensa fonte di conoscenza delle ricette che vengono arricchite e completate dalle singole farine di Mulino Caputo».
«Un’osmosi tra creatività, qualità dei grani e processi di macinazione. Del resto, il nostro è un prodotto specializzato per l’alto artigianato gastronomico. Un esempio potente di questa unione è stato il nostro supporto alla campagna per il riconoscimento dell’Arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano come patrimonio immateriale dell’Unesco. Valorizzare l’artigianalità è un punto fermo per Mulino Caputo».
Mulino Caputo: dal Capodanno del Mugnaio ai Campi Caputo
Rapporti che in questo settore coinvolgono in maniera diretta la terra e la ricerca. Il Capodanno del Mugnaio, con la trebbiatura il 1 luglio di uno dei Campi Caputo, è stato una festa beneaugurante a cui hanno preso parte pizzaiuoli, pasticceri e panificatori. Ma anche l’occasione per celebrare l’ottavo anno di produzione del Grano Nostrum, farina da grani 100% del sud Italia di Mulino Caputo, controllati dalla semina al raccolto anche attraverso l’utilizzo di sistemi satellitari. Un progetto che dal 2016 ha dato luogo al primo contratto di filiera di grano tenero del meridione. Iniziando con coltivazioni nel basso Lazio per poi passare a contare semine su 3 mila ettari distribuiti tra Campania, Puglia, Molise, Basilicata e Abruzzo.
Su questa linea, all’interno dei Campi Caputo, il dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi Federico II di Napoli ha messo sotto la lente differenti varietà di frumento tenero con lo scopo di valutare la risposta produttiva e qualitativa di una concimazione naturale. Il lavoro di ricerca ha testato la sostenibilità, la resistenza ai cambiamenti climatici, alle altitudini e ai terreni. Prove agronomiche per un'agricoltura sostenibile che ne hanno consentito la catalogazione, effettuata in base alle caratteristiche specifiche di ciascuna varietà e hanno permesso di destinare ognuna di esse al territorio più adatto, individuandolo tra quelli presenti nelle differenti regioni nelle quali si coltiva il Grano Nostrum di Mulino Caputo.
«La collaborazione con il dipartimento di Agraria è davvero importante - sottolinea Antimo Caputo - Abbiamo intrapreso la ricerca già da alcuni anni e siamo molto felici di portarla avanti, con reciproca soddisfazione. Stiamo puntando ad approfondire le conoscenze relative alle caratteristiche dei semi rispetto alla struttura e all’altitudine dei terreni. È davvero un grande lavoro quello che realizziamo in collaborazione con gli agronomi. Non dimentichiamo, però, che noi siamo l’anello di congiunzione con contadini, il cui lavoro è tutelato dai contratti di filiera. Dopo la trebbiatura e la macinazione lenta dei chicchi di grano, i protagonisti della lavorazione di queste grandi varietà di grani sono i pizzaioli, i cuochi, i pasticceri e i panificatori. Grazie alla loro maestria arrivano sulle nostre tavole elaborazioni gastronomiche sane e ricche di gusto». Anche quest’anno l’inizio della trebbiatura dei Campi Caputo, è coincisa con il rinnovo dell’accordo di filiera tra Mulino Caputo e Green Farm di Michele Meninno, azienda campana specializzata nell'assistenza agli agricoltori.
Mulino Caputo: sosteniblità e logistica
Una sostenibilità ad ampio raggio, quindi, che a Ripalimosani, in provincia di Campobasso, prenderà le forme di un nuovo stabilimento di oltre 16mila metri quadrati per il confezionamento delle farine. Sarà alimentato da energia rinnovabile grazie all’installazione di pannelli solari sull’intera area. L’orientamento della struttura è stato studiato per garantire il massimo rendimento energetico, pari a 2,5 gigawatt. Permetterà la riduzione degli spazi di movimentazioni delle merci comportando una diminuzione dei consumi fino al 15%. Un punto di riferimento per l’economia locale e un esempio virtuoso di sviluppo sostenibile.
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«Guardando al futuro, Mulino Caputo pone grande attenzione alla sostenibilità - conferma Antimo Caputo - E il nuovo polo logistico, in piena fase di sviluppo, ne è una conferma. Oggi per noi autenticità dei prodotti, naturalezza e tracciabilità sono elementi fondanti del fare impresa. L’unione di tutti questi valori rappresenta la forza motrice che alimenta Mulino Caputo per il domani, sempre più attenti alle novità e alle evoluzioni che il mercato ci presenta. Il grano e soprattutto la farina sono la materia prima e l’ingrediente più sostenibili al mondo. I prodotti che vengono realizzati con la farina, a livello di sostenibilità ambientale, sono quelli che più soddisfano tutti i requisiti di genuinità e salubrità. Questo impegno va raccontato e portato avanti».
Mulino Caputo: il principio della macinazione lenta
Ecco allora un catalogo conta circa 25 tipologie di farina che completano le linee retail e quella professionale, che si articola in canali specifici dedicati al mondo della cucina, della pizzeria, della panificazione e della pasticceria. Mondi differenti e complementari ma sempre e comunque sotto il marchio della famiglia. «Un grande punto di orgoglio - dichiara Antimo Caputo - Tra le novità, mi piace segnalare la farina Aria, 100% naturale realizzata con la nostra antica pasta madre. Per impasti leggeri e croccanti e di facile manipolazione, è indicata per pinsa, pizza alla pala e in teglia. In linea con le nuove tendenze dei giovani pizzaiuoli. Un mercato che sta evolvendo velocemente e che punta anche su nuove forme, colori e consistenze». Ma le fondamenta restano sempre quelle, potenti, datate 1924. «La nostra azienda ha sempre mantenuto saldo un principio, quello della macinazione lenta e di produrre le farine solo e ancora con il grano. Così si ottiene un prodotto unico nel sapore, nella lavorabilità e nell’autenticità del gusto. Questo è il Metodo Caputo, che ci permette di ottenere farine di altissima qualità senza danneggiarne gli amidi e le proprietà organolettiche».
Mulino Caputo
corso San Giovanni a Teduccio 55 - 80146 Napoli
Tel 081 7520566
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Alberto Lupini
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