L'Italia vanta il primato europeo per numero di prodotti agroalimentari a Denominazione di origine protetta (Dop) e Indicazione geografica protetta (Igp), con oltre 800 etichette che rappresentano la qualità e l'eccellenza del nostro Paese, riconosciute in tutto il mondo. Nonostante la notorietà di queste certificazioni, una ricerca condotta dalla Luiss Business School evidenzia la necessità di rafforzare la consapevolezza del loro valore e delle loro specificità.
Dop e Igp: attenzione in crescita, ma la spesa non sempre segue
Se da un lato la "migliore qualità" è l'aspetto distintivo per il 27% dei consumatori, per il 55,5% è l'origine territoriale a caratterizzare i prodotti Dop e Igp. Tutelare queste denominazioni, sia a livello nazionale che internazionale, è fondamentale per garantire ai consumatori la genuinità e la tracciabilità dei prodotti, contrastando al contempo la contraffazione. Il 28% dei consumatori italiani dichiara poi di prestare notevole attenzione alle denominazioni Dop / Igp in fase di acquisto, attenzione che sale al 32% durante il consumo. Nonostante una quota di consumatori (17%) le consideri poco rilevanti, la maggior parte di essi comunque li acquista: oltre il 76% ha comprato almeno un prodotto Dop / Igp nell'arco di un mese.
Per la maggioranza dei consumatori (81%) le denominazioni Dop / Igp rappresentano un riconoscimento di autenticità e di qualità superiore (69%). Il 62% degli intervistati collega inoltre la qualità di questi prodotti alla loro precisa origine geografica. Tuttavia, la percezione del valore aggiunto di un prodotto Dop / Igp non si traduce sempre in una maggiore disponibilità a pagare: solo il 25% dei consumatori ritiene che il suo valore sia superiore del 15% rispetto ad altri generi alimentari.
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