Avanti piano, ma con qualche primo punto fermo. La trattativa sul prezzo del latte ovino in Sardegna prosegue; nell’incontro di ieri è stato firmato un documento per dire che il prezzo non scenderà sotto i 72 centesimi. Il prossimo incontro è già stato fissato per il 7 marzo ancora a Sassari.
È stata una riunione fiume, quella di ieri pomeriggio in prefettura a Sassari, durata oltre 6 ore, e durante la quale le parti si sono trovate d’accordo almeno su due punti: innanzitutto, quello sul
prezzo proposto dal Governo, che rappresenterà d’ora in poi la
soglia sotto la quale il latte ovino non potrà più andare.

C’è poi la volontà comunque di tenere aperto il tavolo tecnico al quale sono seduti produttori, aziende e Governo per trovare una soluzione definitiva. Il verbale firmato al termine dell’incontro, che integra dunque la proposta formulata dieci giorni fa dal ministero, prevede anche un’altra cosa: nei prossimi mesi sarà il prezzo sul mercato del Pecorino romano, che le parti hanno fissato a 6 euro al chilo, a orientare il rialzo del prezzo del latte, in attesa che arrivino i fondi, per un totale 50 milioni di euro, che Governo e Regione hanno messo a disposizione per il ritiro del pecorino in eccedenza.
Soddisfazione rispetto all’andamento della trattativa è stata espressa dal ministro delle Politiche agricole,
Gian Marco Centinaio: «Al tavolo della filiera del latte ovino-caprino convocato a Sassari sono stati fatti importanti passi avanti - ha detto - è la dimostrazione che il Governo non era presente in Sardegna solo per meri scopi elettorali, come molti hanno insinuato, ma per riportare l’economia agricola sarda al più presto fuori dalla crisi e finalmente competitiva. Proprio per questo non si è ragionato solo sulla risoluzione dell’emergenza latte, ma anche sulla riorganizzazione dell’intera filiera. Ringrazio tutti i partecipanti al tavolo, per lo spirito costruttivo che hanno dimostrato. Andiamo avanti cosi e vedremo presto risultati chiari, solidi e tangibili per tutti».