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Le bellezze della Valchiavenna trascurate o rovinate dai “soliti pirla”

Renato Andreolassi
di Renato Andreolassi
23 agosto 2017 | 15:27

Cosce di pollo e costine crude, bottiglie di birra vuote, fazzoletti di carta e assorbenti, pezzi di pane, scatolette di tonno... e mi fermo perché l'elenco delle sconcezze viste attorno il piccolo lago Azzurro di Campodolcino è davvero da incazzatura. Il tutto a cavallo di Ferragosto nel pieno della stagione estiva. Si dirà: «I soliti pirla». Sì, «I soliti pirla», ma anche qualcosa di più: la mancanza di controlli, ad esempio, o un intervento adeguato da parte degli amministratori locali.

Le bellezze della Valchiavenna trascurate o rovinate dai soliti pirla

Ad onor del vero, dopo le proteste di alcuni villeggianti, il sindaco di Madesimo Franco Masanti ha "prestato" un dipendente del suo Comune a quel di Campodolcino per provvedere alla pulizia delle sponde dello specchio d'acqua, che di suggestivo, dopo l'invasione dei barbari, ha solo il nome. Azzurro appunto, per l'intensa colorazione delle acque. Peccato, perché dopo la salita da Madesimo, percorrendo il sentiero tanto caro a Carducci che in Valchiavenna soggiornava spesso, ci si aspettava di trovare un incanto. Purtroppo un incanto di maleducazione sull'Alpe di Motta Alta, dove domina la gigantesca statua della Nostra Signora d'Europa, a quota 2mila metri.

L'imponente scultura venne fatta costruire nel 1957 dal sacerdote milanese Don Luigi Re sulla vetta della Serenissima. A realizzarla, come sempre con grande generosità, gli Alpini. «Orafi provetti - recitano le cronache del tempo - contribuirono al rivestimento aureo che impreziosisce e conferisce una splendida luminosità alla Statua». Adesso, aggiungiamo noi, la Madonna dorata avrebbe bisogno di qualche intervento di restauro perché i segni del tempo sono fin troppo evidenti. E poi dedicatevi ad una camminata perché fuori dai consueti sentieri troverete, come scriveva il Carducci, "l'Alpe d'incanto, il Belpaese e il dilettoso fiume".

Le bellezze della Valchiavenna trascurate o rovinate dai soliti pirla

E nello scendere a valle fate una sosta a Chiavenna, non tanto e non solo per i crotti e la bresaola, ma anche per fare una puntata a palazzo Vertemate-Franchi, una splendida e struggente dimora cinquecentesca lombarda. Ricordatevi però di arrivare entro le 11.30, ultima visita utile. Se ne riparla poi - con calma - al pomeriggio, alle 14.30. Bellezze d'Italia, come al solito, ad intermittenza e a prova di pazienza!

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