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Barman

Il ricordo di Alberto Gozzi, una vita per l'ospitalità

Carmine Lamorte
di Carmine Lamorte
01 aprile 2022 | 10:30

Sicuramente la scomparsa di Alberto Gozzi avvenuta durante il mese di marzo lascerà un grande vuoto nella ristorazione Italiana, in quanto posso affermare senza ombra di dubbio che sto parlando di uno dei grandi maitre del secolo appena passato. Alberto Gozzi nasce a Ghemme (No) il 29 aprile 1939, si può dire che sia nato nel ristorante dei genitori. Il padre lo iniziò alla professione ristorativa, consigliandogli di frequentare la scuola alberghiera. Sedicenne si presentò all'Istituto Alberghiero "Erminio Maggia" di Stresa dove incontrò il Maestro, Albano Mainardi. 

Alberto Gozzi In memoria di Alberto Gozzi, una vita per l'ospitalità

Alberto Gozzi

La sua formazione

Al termine dei corsi di studio la scuola lo indirizzò all'estero nel 1957. Prima in Francia, poi Germania e Inghilterra, con un’esperienza di alcuni anni anche sulle grandi navi da crociera dell’epoca con la compagnia Home Lines sulle M/S Homeric e M/S Oceanic nelle Crociere del Nord America-Caraibi-Sud America, dove ebbe modo di incrociare la sua carriera con un altro grande maestro di bordo, Nino Cedrini, direttore dei servizi di ristorazione, che molto influenzò la sua crescita professionale e che ritroverà in seguito quando già affermato maitre internazionale lo inviterà a Stresa per l’organizzazione dei corsi internazionali per barman dell’Iba (International bartenders association) patrocinati dall’Aibes, sul finire degli anni '70 di cui parleremo dopo.

Nel 1964, a soli 27 anni, viene invitato all'Istituto alberghiero E. Maggia di Stresa in veste di maitre istruttore, ma durante le stagioni estive continua il suo lavoro nell’ambito ristorativo al ristorante annesso all'Hotel Royal a La Baule (Francia) con l'incarico non solo di Direttore del Ristorante, ma anche di direttore delle cucine. All'Istituto Alberghiero di Stresa ricoprirà l'incarico di "Food and Beverage Manager" nonché docente per i servizi dì sala. 

Alla fine degli anni '60 del secolo scorso, viene invitato, su segnalazione del prof. Albano Mainardi, al ministero della Pubblica istruzione per formare i futuri docenti dei corsi di perfezionamento per insegnanti delle scuole alberghiere di sala/bar, quando ancora le scuole alberghiere in Italia si contavano su una mano, da ricordare infatti che la scuola Alberghiera E. Maggia di Stresa è stata di fatto la prima scuola del genere aperta in Italia nel 1938 e che diede il via a tutte le scuole aperte successivamente nel nostro paese. 

L'ospitalità come vocazione In memoria di Alberto Gozzi, una vita per l'ospitalità

L'ospitalità come vocazione

Dal 1976 al 1979 fu “tutor” del John White Corse Training Center Iba, tenendo lezioni sullo stile e sulle regole del servizio al bar, insieme a Nino Cedrini e Luigi Parenti rispettivamente vice presidente e presidente dell’Aibes, e a Stefano Preti all’epoca presidente Iba. Al termine del ciclo triennale di corsi, fu fatto socio onorario dell’Aibes su proposta di Nino Cedrini, per la collaborazione prestata. Dagli anni '80 del secolo scorso, intervallerà l’insegnamento presso la scuola di Stresa con l’attività di consulente nel campo della ristorazione (Costa Crociere, Autogrill e altri).

Una vita per l'ospitalità

Appassionato della cultura dell’arte dell’ospitalità collaborò attivamente e per lungo tempo con la ditta Alessi di Omegna (Vb) in molti progetti per la tavola e la cucina. Con Alberto Alessi è autore dell’omonimo libro “La Cintura di Orione” (Longanesi & C.) che racconta la storia, la tecnica e l’uso dei recipienti da cottura in metallo per la grande cucina. 

Negli anni 90 raggiunse l’apice della carriera, con la nomina a Sovrintendente alle attività dei Settori Tavola e cucina, divenendo di fatto il food and beverage manager del palazzo del Quirinale, dove prestò servizio per tre presidenti della Repubblica a partire da Oscar Luigi Scalfaro, che fu il presidente che lo chiamò a Palazzo nel 1993, proseguendo poi con la presidenza di Carlo Azeglio Ciampi, per concludersi con la presidenza di Giorgio Napolitano. Al Quirinale Alberto Gozzi ebbe modo di incontrare e ospitare tutti i capi di stato del mondo, contribuendo non poco a far conoscere la cultura gastronomica Italiana oltre lo stile e la classe del servizio fino al suo congedo per limiti di età, ricevendo l’alta onorificenza di Cavaliere della Repubblica Italiana per alti meriti professionali.

Erminio Maggia, Alberto Gozzi e Riccardo Fava In memoria di Alberto Gozzi, una vita per l'ospitalità

Erminio Maggia, Alberto Gozzi e Riccardo Fava

Lo shaker Boston in Italia

Rientrato definitivamente a Stresa continuò a seguire i progetti dell’azienda Alessi di cui rimase consulente per circa 50 anni. Ad Alberto Gozzi è da attribuire il merito di aver portato e fatto conoscere lo shaker Boston nel nostro paese che prima degli anni 70 del secolo scorso, era un oggetto misterioso alla maggior parte dei Barman Italiani, e grazie alla sua amicizia e collaborazione con Nino Cedrini che ciò avvenne, il quale gli portò i disegni fatti da lui stesso di questo particolare shaker, il Boston appunto, oggetto a Cedrini già noto dagli anni 50 del secolo scorso in quanto aveva già lavorato a New York dove questo attrezzo era già in uso ai barman americani, e che fu realizzato da Alessi per il mercato italiano ed europeo, e lo stesso Gozzi ne racconterà la storia in un filmato.

Nel 2011 fu invitato a far parte del ristretto ed esclusivo “Gruppo Nino Cedrini” il sodalizio fondato da Fabio Firmo, che ne fu allievo, sodalizio fondato negli anni '90 del secolo scorso, per mantenere vivo il ricordo del Maestro Cedrini.

Divenuto presidente dell’associazione Hospes, l’associazione degli ex allievi della scuola di Stresa, il centro di studi turistico alberghieri e per lo sviluppo dell’Istituto “Erminio Maggia”, carica che ricoprirà dal novembre 2011 al novembre 2017, introducendo interessanti novità tra cui il progetto delle “Alte Mete” risvolto ai giovani che intendono percorrere la carriera del food and beverage nell’ambito della cucina, della sala e del bar e della ristorazione. 

Alberto Gozzi che tanto ha saputo dare e togliere alla carriera di migliaia di studenti, ho avuto la fortuna di conoscerlo fin dal 1974 anno d’inizio del mio percorso di studi presso la scuola di Stresa e di cui ne ho mantenuto la conoscenza fino alla sua scomparsa, lo posso annoverare come uno dei miei maestri professionali, che ha maggiormente contribuito alla mia carriera, con l’auspicio oggi, di riuscire a trasferire fino a quando ne sarò in grado, tutto il suo know-how ai futuri professionisti. 

Il cocktail preferito di Alberto era il “Martini very, very dry” che lui amava farsi preparare dagli amici barman con questa piccola variante:

Martini Cocktail (Variante Gozzi)

  • 0,5 cl. di Vermouth extra dry
  • 6,5 cl. di London dry Gin

Versare del vermouth rosso nel mixing glass e bagnare il ghiaccio, dopodiché eliminare la parte eccedente di vermouth rosso, a questo punto aggiungere nel mixing glass. Versare in coppa Martini e completare con un twist di limone e un'oliva verde in salamoia.

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