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Speranza

La celiachia è curabile? Uno studio apre un piccolo spiraglio

Tiziana Colombo
di Tiziana Colombo
31 maggio 2022 | 07:30

Attualmente, la celiachia non è curabile e non esiste una soluzione definitiva. Esiste una terapia, quella sì, e non è farmacologica. Come tutti i celiaci sanno, questa terapia è alimentare, e consiste nell’esclusione a vita del glutine dalla propria dieta. I celiaci scendono a patti con questa necessità e assumono uno stile di vita tale da garantirsi una dieta gluten-free. Tuttavia, si tratta oggettivamente di una limitazione, che almeno inizialmente genera qualche fastidio per non dire disagio. Una limitazione da accettare comunque e da assecondare. Il rischio, in alternativa, è di peggiorare la situazione, danneggiando il proprio organismo.

Ovviamente il grado di intolleranza al glutine cambia da persona a persona. Alcuni, per esempio, stanno molto male anche se entrano in contatto con quantità infinitesime di glutine. In ogni caso, però, si segnala un danno all’apparato digerente e ai villi intestinali per la precisazione. Da questo danno, discende una perdita di “performance” sull’assorbimento degli altri nutrienti. Ciò potrebbe causare denutrizione e altri disturbi più o meno evidenti, come l’anemia da carenza di ferro. Sarebbe auspicabile, quindi, che prima o poi venisse trovata una cura per la celiachia, o una soluzione per ripristinare la tolleranza al glutine. Tale eventualità è sempre stata giudicata remota alla comunità scientifica, tuttavia uno studio pubblicato di recente sembra aprire un timido spiraglio. 

Dalla Finlandia, una speranza La celiachia è curabile? Uno studio apre un piccolo spiraglio

Dalla Finlandia, una speranza

Lo studio finlandese sulla celiachia

Lo studio sulla celiachia è stato realizzato dall’Università di Helsinki ed è stato pubblicato di recente dalla rivista scientifica Gastroenterology. Non è un caso che lo studio provenga dalla Finlandia, infatti nel Paese scandinavo la celiachia è un problema molto sentito: tra il 2 e il 3% dei finlandesi soffre di celiachia. Per comprendere le dimensioni del fenomeno, basti pensare che l’incidenza della celiachia a livello mondiale è pari allo 0,3-0,4%. Ad ogni modo, lo scopo dello studio era verificare la possibilità di una cura definitiva per la celiachia, che potesse passare per il ripristino della tolleranza al glutine.

L’intuizione è stata la seguente: la celiachia è dovuta principalmente ad una iper-reazione dell’organismo dalla gliadina, una delle due componenti del glutine. Quando un celiaco assimila la gliadina, i linfociti T (con memoria della gliadina) si attivano in modo “scomposto”, dando in via a una reazione pesantemente infiammatoria. Dunque, si dovrebbe trovare un modo per riprogrammare i linfociti T e per “insegnare” loro a non attaccare la gliadina. Secondo i ricercatori di Helsinki questo obiettivo potrebbe essere raggiunto per mezzo di iniezioni di nano-particelle di gliadina direttamente nel sangue. Lo studio è stato eseguito sui topi affetti da celiachia, o comunque con una intolleranza al glutine più o meno marcata. A quanto pare, le prime evidenza hanno dato dei buoni risultati, con una quota rilevante di topi che hanno recuperato, in tutto o parzialmente, la capacità di tollerare il glutine.

C’è da sperare in questa nuova ricerca? 

Siamo a un passo dalla meta? Ovviamente no, la strada è ancora piuttosto lunga. A tutti gli effetti si tratta di uno studio preliminare. Lo è per l’esiguità dei topi presi in considerazione, ma lo è anche perché deve essere ancora valutata dal resto della comunità scientifica. Inoltre, i topi e gli uomini potrebbero reagire in modo diverso alla presumibile terapia, visto il diverso grado di complessità del sistema immunitario.

Tuttavia è un tentativo che va verso la direzione giusta. Di certo lo studio ha già raggiunto un risultato, ossia ha incoraggiato molti altri ricercatori a impegnarsi nella lotta risolutiva alla celiachia. Anche solo teoricamente, l’Università finlandese ha dimostrato che una cura alla celiachia è possibile.

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