La Pasqua in Italia non è solo un momento di riflessione religiosa, ma anche un’occasione per riscoprire e celebrare tradizioni gastronomiche che raccontano storie di famiglia, territori e innovazione. I dolci pasquali italiani, che variano da regione a regione, sono legati a secoli di cultura e folklore, e attraverso di essi si può viaggiare nel cuore della cucina italiana. Da ricette storiche come la colomba, la pastiera e la schiacciata toscana, a creazioni contemporanee dei grandi maestri pasticceri, ogni dolce è un racconto di passione, tecnica e territorio.
La colomba pasquale: tecniche e conoscenze chimico-sensoriali si evolvono sempre più
La colomba pasquale è un lievitato complesso, che richiede una lavorazione e una lievitazione estremamente precise. L’impasto di base, composto da farina, zucchero, uova, burro, lievito madre e acqua, deve essere gestito con grande attenzione rispetto alla temperatura e alla composizione chimica degli ingredienti. La lievitazione, che è il cuore di questa preparazione, avviene in due fasi principali: la prima fase è quella della maturazione del lievito madre, che avviene a temperatura ambiente per circa 12-16 ore. Questa fase è essenziale per sviluppare i fermenti lattici che daranno al dolce la sua caratteristica fragranza e la sua morbidezza. La seconda fase è la lievitazione dell’impasto, che avviene a temperatura controllata, di solito tra i 25-28°C, per 6-8 ore, fino al raddoppio del volume.

L'uovo-colomba
Durante questa fase, il lievito madre fermenta gli zuccheri presenti nell’impasto, liberando anidride carbonica che gonfia il composto e sviluppa la struttura alveolare del dolce. Il burro e le uova sono aggiunti successivamente per dare morbidezza, ma bisogna fare attenzione alla quantità di grassi, poiché un eccesso di burro potrebbe rallentare la lievitazione, mentre la giusta quantità conferisce la caratteristica leggerezza della colomba. La temperatura interna ideale per la cottura si aggira intorno ai 180-190°C, e il dolce va cotto per circa 45-50 minuti, monitorando attentamente il processo per evitare che si secchi.

Andrea Tortora
L' Uovo Colomba di Andrea Tortora è il risultato di una lavorazione meticolosa, con particolare attenzione alla lievitazione naturale. Il processo inizia con l’impasto, che viene arricchito con uova, burro e zucchero, e lasciato lievitare in un ambiente a temperatura controllata per 36 ore. La chiave della preparazione di Tortora è l’uso di lievito madre, che sviluppa le proteine del glutine in modo naturale, conferendo al dolce una struttura alveolare perfetta e una texture morbida e soffice. La lavorazione deve essere eseguita con estrema attenzione per garantire che il rapporto tra zuccheri e lievito sia equilibrato, per evitare che la lievitazione diventi troppo rapida e comprometta il risultato finale. La cottura deve avvenire a 180°C per 45 minuti, monitorando la temperatura interna con un termometro.
Fugassa veneta e la rivisitazione di Gabriele Bozio
La fugassa veneta è una preparazione che richiede una lievitazione lunga e paziente. L’impasto, composto da farina, burro, zucchero e uova, deve riposare per circa 24 ore a temperatura ambiente per ottenere una consistenza soffice. Gabriele Bozio ha modernizzato la ricetta aggiungendo cioccolato fondente e liquori locali.

La fugassa veneta (foto Cookist)
L’alcol in particolare aiuta la denaturazione delle uova e favorisce l’elasticità dell’impasto. La fase di lievitazione iniziale, che avviene a temperatura di 20°C, è fondamentale per consentire la crescita dei lieviti naturali e lo sviluppo del gusto. Successivamente, la cottura avviene a 180°C per 35-40 minuti, con attenzione al processo di doratura della superficie e alla cottura interna, che deve risultare perfettamente umida e morbida.

Gabriele Bozio
Gabriele Bozio è uno dei pasticceri più talentuosi e innovativi della scena gastronomica italiana. Il suo approccio alla fugassa veneta gli ha permesso, pur mantenendo intatti gli elementi fondamentali della ricetta, di aggiungere tocchi innovativi che l’hanno resa ancora più apprezzata. La sua capacità di reinterpretare i dolci storici con nuovi ingredienti e tecniche lo ha fatto emergere come uno dei maestri più stimati della pasticceria contemporanea.
La pastiera napoletana: un dolce di speranza
La pastiera napoletana è un dolce che richiede un’attenta gestione della cottura, con particolare attenzione alla temperatura e alla composizione degli ingredienti. Il grano cotto, che viene bollito e poi amalgamato con la ricotta, deve essere gestito con attenzione per evitare che l’umidità influisca sulla consistenza finale. La pasta frolla deve essere lavorata velocemente per evitare che il burro si sciolga troppo, e la cottura finale deve avvenire a 160°C per circa 50 minuti, garantendo che il ripieno si rapprenda senza seccarsi troppo.

La pastiera napoletana
Sal De Riso è noto anche per la sua reinterpretazione della pastiera napoletana. La sua versione è un perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione, che si riflette nella qualità degli ingredienti e nel processo di lavorazione.

Sal De Riso
Con il suo approccio elegante e raffinato, Sal De Riso ha saputo portare la pastiera napoletana a nuovi livelli, mantenendo intatta la sua autenticità ma arricchendola con una lavorazione tecnica che esalta ogni elemento del dolce.
La Schiacciata di Pasqua: Toscana e tradizione
La schiacciata di Pasqua è uno dei dolci più rappresentativi della tradizione toscana, ed è il frutto di una lunga e laboriosa preparazione che prevede una lievitazione naturale, che può durare fino a 48 ore. L’impasto base, composto da farina, zucchero, uova, lievito naturale (o madre), latte e olio, deve essere lavorato con una particolare attenzione alla consistenza e alla tenuta della lievitazione. Il lievito madre è essenziale per sviluppare la giusta alveolatura e la fragranza del dolce.

La schiacciata di Pasqua toscana (foto Bottegheria)
Il processo di lievitazione avviene in due fasi principali: la prima fase è la preparazione del lievito madre, che deve essere rinfrescato almeno due volte prima di iniziare l’impasto. La seconda fase di lievitazione, che dura 12-16 ore a temperatura ambiente, permette la maturazione degli aromi e il rinforzo della struttura dell’impasto.
Durante la lievitazione, il lievito madre fermenta gli zuccheri presenti nell’impasto, liberando anidride carbonica e sviluppando una leggera acidità che conferisce profondità al sapore. La fermentazione è la chiave per ottenere la giusta elasticità dell’impasto e la morbidezza finale. Inoltre, la reazione di Maillard, che avviene durante la cottura a temperature comprese tra 180°C e 190°C, è responsabile della doratura della superficie, mentre la caramellizzazione degli zuccheri conferisce al dolce il suo sapore caratteristico.

Filippo Saporito
L’aggiunta dell’anice è una delle peculiarità della schiacciata di Pasqua, e questo ingrediente aromatico interagisce con gli altri componenti in modo chimico e sensoriale, conferendo al dolce un profumo inconfondibile. L’anice è composto principalmente da anetolo, un composto chimico che possiede proprietà aromatiche e dolciastre. Durante la cottura, il suo aroma si esalta, creando una simbiosi perfetta con la dolcezza dell’impasto.
Lo chef toscano Filippo Saporito ha rivisitato la ricetta tradizionale aggiungendo cioccolato fondente e noci pecan, bilanciando i grassi per non compromettere la lievitazione. La cottura a 180°C per 40-45 minuti deve essere controllata affinché il cuore raggiunga i 90-95°C, garantendo la giusta consistenza. Con questa interpretazione, Saporito fonde tradizione e innovazione, esaltando la schiacciata con un tocco contemporaneo.
Pane di Pasqua: la tradizione umbra
Il pane di Pasqua, conosciuto anche come "pizza di Pasqua" o "torta di Pasqua", è un lievitato salato tipico dell’Umbria e delle Marche. Tradizionalmente servito con salumi e formaggi durante la colazione pasquale, è caratterizzato dall’intenso aroma di pecorino e parmigiano. Si parte da farina forte (W 300-320), uova, formaggi stagionati grattugiati (pecorino e parmigiano), olio extravergine d’oliva e lievito madre.

Il pane di Pasqua
La farina deve avere un elevato contenuto proteico per sostenere la struttura dell’impasto, arricchito di grassi. Il lievito madre richiede una fermentazione iniziale di 12-14 ore a temperatura ambiente (circa 24°C). Successivamente, l’impasto è lasciato riposare per altre 6 ore in un ambiente a 28°C. La cottura avviene a 180°C per 45-50 minuti.

Luciano Proietti
Il pane di Pasqua sviluppa la sua caratteristica crosta dorata grazie alla reazione di Maillard, che avviene tra gli zuccheri e le proteine presenti nei formaggi e nelle uova. Luciano Proietti, pasticcere umbro, ha innovato la ricetta tradizionale aggiungendo pepe nero macinato fresco e un mix di erbe aromatiche che esaltano la fragranza del formaggio, ottenendo un equilibrio perfetto tra morbidezza e intensità aromatica.
Crescia di Pasqua Marchigiana: tra dolce e salato
La crescia è una variante del pane di Pasqua, arricchita da una maggiore quantità di formaggi. È considerata simbolo di abbondanza e rinascita, tipico delle celebrazioni pasquali. L’impasto è simile a quello del pane di Pasqua, ma con un maggiore contenuto di pecorino semi-stagionato. La lievitazione avviene in due fasi: 12 ore a temperatura ambiente e ulteriori 8 ore a 28°C.

La crescia
L’elevata quantità di grassi, derivati dall’olio e dai formaggi, riduce l’assorbimento dell’acqua da parte delle proteine della farina, rendendo l’impasto più morbido e meno elastico. Cuocere a 170°C per 50 minuti garantisce una struttura uniforme, evitando il collasso del dolce.

Moreno Cedroni
Moreno Cedroni, chef stellato marchigiano, ha reinterpretato la crescia con l’aggiunta di una crema al pecorino aromatizzata al tartufo, utilizzata come farcitura post-cottura, rendendo questa preparazione un omaggio al territorio.
Casatiello Napoletano: il lievitato rustico
Il casatiello è un lievitato rustico della tradizione napoletana, arricchito con salumi e formaggi. Simboleggia la resurrezione grazie alla presenza delle uova, che vengono inserite crude e poi cotte insieme al pane. La farina forte (W 280-300) è miscelata con lievito di birra, acqua, strutto, salumi (salame e pancetta) e formaggi semi-stagionati. Lo strutto conferisce una morbidezza superiore grazie alla sua struttura lipidica.

Il casatiello napoletano
Dopo un riposo iniziale di 2 ore, l’impasto è modellato in una ciambella e lasciato lievitare per altre 6 ore a 25°C. La cottura avviene a 190°C per 50 minuti. Durante la cottura, i grassi dei salumi si sciolgono, contribuendo alla formazione di un impasto saporito e ben alveolato.

Gennaro Esposito
Lo stellato Gennaro Esposito ha proposto una versione gourmet del casatiello, con l’aggiunta di noci e fichi secchi, che bilanciano la sapidità dei salumi con una nota dolce e croccante.
Pinza Triestina: eleganza mitteleuropea
La pinza è un dolce pasquale tipico del Friuli Venezia Giulia e del Veneto orientale, influenzato dalla pasticceria mitteleuropea. La sua consistenza soffice e il sapore delicato lo rendono unico. La base è composta da farina debole (W 180-200), burro, zucchero, uova e scorza di agrumi.

La pinza (foto Cookist)
La presenza di burro è cruciale per ottenere una struttura alveolare fine. Il lievito madre è fermentato a 24°C per 12 ore. Dopo l’aggiunta degli altri ingredienti, l’impasto è lasciato lievitare per ulteriori 6 ore. La pinza va cotta a 180°C per 40 minuti, assicurandosi che la temperatura interna raggiunga i 94-96°C per garantire una cottura uniforme.

Emanuele Scarello
Emanuele Scarello, chef friulano, ha introdotto una variante con grani antichi e miele di tiglio, che conferiscono un aroma intenso e una texture più rustica.
Cuddura Siciliana: dolce di uova e farina
La cuddura è un dolce pasquale siciliano a base di pasta frolla, modellata in forme simboliche e decorata con uova intere. Questo dolce celebra la rinascita e la fertilità. La pasta frolla è preparata con farina, burro, zucchero e uova. Il burro deve essere lavorato freddo per garantire la friabilità della frolla.

La cuddura
Le uova crude vengono inserite nell’impasto e cotte insieme al dolce. L’albume si solidifica a 65°C, mentre il tuorlo raggiunge la consistenza ideale a 70°C. La cuddura va cotta a 170°C per 25-30 minuti, evitando che la frolla si secchi eccessivamente.

Corrado Assenza
Corrado Assenza ha creato una cuddura moderna, utilizzando farina di mandorle e marmellata di agrumi per arricchire il sapore e aggiungere un tocco contemporaneo.