Il beverage chiede aiuto Crollo immediato del “fuori casa”

Le associazioni che sono impegnate lungo la filiera delle bevande si appellano alle istituzioni chiedendo di essere sostenute con interventi decisi considerando il crollo immediato delle vendite

30 ottobre 2020 | 18:16
Le nuove chiusure imposte ai punti di consumo di alimenti e bevande determinano immediate gravi ripercussioni agli operatori della filiera. Ordini congelati, prodotti fermi su bancali, cali di produzione e attività. Ogni giorno il danno aumenta. Bene il Governo sulle primissime misure nel Dl Ristori, ma servono correttivi immediati. Subito, non riflessioni ma azioni immediate. La filiera del beverage chiede di non focalizzare le misure solo sul punto vendita finale, aggiungere i codici Ateco dei soggetti che riforniscono le attività dell’Horeca, di fatto chiuse, e ripensare accise e nuove tasse in arrivo nel 2021 che aumenteranno l’effetto recessivo.


Il beverage chiede aiuto

Italgrob (Federazione italiana distributori horeca) per voce del suo presidente Vincenzo Caso denuncia: «La categoria dei distributori Horeca che questa Federazione rappresenta è oramai ai minimi termini. Nel lockdown di marzo-giugno ha registrato perdite di fatturato per oltre l’80%. Ora, con questa seconda ondata, la situazione rischia di precipitare definitivamente. Sono a rischio oltre 800 aziende e migliaia di posti di lavoro. L’improprio obbligo di chiusura alle 18,00 dei locali e lo smart working drenano consumi che si tramutano in mancati incassi per i locali che a loro volta si ripercuotono direttamente sulle aziende di distribuzione. I nostri mezzi sono fermi e i depositi pieni di merci che non potremo vendere. Il paradosso è che nel decreto Ristori tutto questo non viene considerato. È come se la categoria non esistesse in quanto sono stati indebitamente ignorati i codici Ateco dei distributori (46.30). Chiediamo un pronto reintegro dei nostri codici Ateco, anche in relazione di quanto previsto nel comma 2 dell’art 1 del Decreto Ristori. Chiediamo inoltre, così come consesso ai locali della ristorazione, la totale abolizione del secondo semestre Imu.

Il presidente di Assobibe, Giangiacomo Pierini denuncia: «Non si può pensare di introdurre nuove tasse nel 2021, stressare le imprese oggi già in difficoltà a causa degli ulteriori cali di attività. Solo pochi giorni fa è stato pubblicato il primo decreto attuativo della Sugar tax, che aumenta del 28% la fiscalità su un litro di bibita, toglie liquidità ogni mese ai produttori e genera costi per l’adeguamento alle decine di nuove procedure burocratiche. È necessaria la sospensione subito almeno per tutto il 2021, non pochi mesi».

Il presidente di Assobirra, Michele Cason evidenzia: «Nel nostro Paese, la birra è l’unica bevanda da pasto a pagare le accise. Un’anomalia che incide in maniera significativa su tutta la filiera e che ora più che mai non può essere ignorata, tanto più che colpisce tutti: produttori, distributori, pubblici esercizi e consumatori. Per questo riteniamo necessario un intervento strutturale di riduzione delle accise che assicuri una boccata d’ossigeno a tutta la filiera, oltre che interventi straordinari specifici ed immediati per il canale Horeca».

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Alberto Lupini


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