Olio evo contraffatto a 3€ al litro: perché è pericoloso e come riconoscerlo

Spacciato per extravergine e venduto a prezzi particolarmente bassi, in realtà si tratterebbe di olio di semi miscelato con clorofilla e betacarotene per alterarne colore e sapore, così da farlo sembrare simile a quello evo

11 gennaio 2024 | 12:48

«Un'indagine che sta portando alla luce una situazione grave e pericolosa»: è questo il giudizio dell'associazione Codici in merito all'inchiesta condotta dalla Procura di Roma sulla vendita di olio contraffatto a decine di ristoranti della Capitale. Spacciato per extravergine e venduto a prezzi particolarmente bassi, 3 euro al litro contro una media di 9 euro, in realtà si tratterebbe di olio di semi miscelato con clorofilla e betacarotene per alterarne colore e sapore, così da farlo sembrare simile a quello evo.

Olio evo contraffatto, un prodotto potenzialmente nocivo per i consumatori

«Parliamo di un prodotto simbolo della dieta mediterranea - sottolinea Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici - e che rappresenta una garanzia di qualità dei ristoranti che lo utilizzano. Dalle indagini emerge un quadro sconcertante. Un laboratorio clandestino avrebbe realizzato un olio contraffatto e adulterato vendendolo ad una cinquantina di ristoranti della capitale, che lo avrebbero acquistato consapevolmente. Un prodotto potenzialmente nocivo per i consumatori. Nel rivolgere un plauso agli inquirenti, ci auguriamo che le indagini vadano fino in fondo e che i responsabili vengano puniti per la tutela dei consumatori e di quelle attività che si comportano correttamente, proteggendo e valorizzando il vero made in Italy».

I reati contestati sarebbero quelli di contraffazione di sostanze alimentari e ricettazione, mentre i ristoranti coinvolti sarebbero una cinquantina, dal centro storico di Roma fino ad arrivare a Fiumicino ed ai Castelli Romani. L'associazione Codici è attiva anche nel campo della sicurezza alimentare, tutelando i consumatori nei casi di contraffazione. Per segnalazioni ed assistenza è possibile telefonare al numero 065571996 oppure scrivere all'indirizzo segreteria.sportello@codici.org.

Come "difendersi" dalle contraffazioni? I consigli del Maestro d'olio

Abbiamo parlato della vicenda, di cui si attendono comunque ulteriori sviluppi, anche con Fausto Borella, fondatore dell'accademia Maestrod'olio ed esperto di extravergine di oliva. Quella della contraffazione è una questione da combattere, innanzitutto, attraverso la conoscenza e la cultura del prodotto: saperlo riconoscere evita "fregature" e frodi come quella sopra descritta. «Puntualmente – ci dice – ogni anno si ripresenta l'annoso e ignobile problema dell'olio contraffatto. Il lavoro di educazione e presa di coscienza, che l'olio extravergine artigianale di eccellenza è tutt'altro, deve essere ancora profondamente compreso. Da ventiquattro anni con la mia Accademia Maestrod'olio organizzo corsi, eventi, libri sulla divulgazione del vero olio evo. In questi ultimi anni sono nate molte altre scuole dell'olio e associazioni, che mirano a far comprendere ai consumatori le vere proprietà organolettiche dell'olio e soprattutto la bellezza dei profumi e dei sapori, da poter abbinare a tutti i piatti della tradizione italiana».

«I veri ambasciatori che possono fare da trait d'union tra produttore serio e commensale, sono tutti coloro che hanno un esercizio pubblico di somministrazione di cibi. Questo ancora non accade, perché per il proprietario del locale non è conveniente portare in tavola una bottiglia da 25 o da 50 cl, che a lui costa almeno 5 o 10 euro. L'unico modo per stimolare i patron e gli chef è di creare una carta dell'olio che posso stimolare e incuriosire il cliente italiano e straniero, che assaggia per esempio una degustazione di 3 oli con una bruschetta a 6 euro e poi apprezzato l'olio della Toscana, rispetto a quello della Puglia o della Sicilia, trova le bottiglie in vendita e se ne porta a casa qualche litro. Questo esempio aiuterebbe il consumatore a esercitarsi sulla consapevolezza della differenza tra olio profumato e olio rancido e lo stimolerebbe a richiedere sempre olio di qualità. Se un vino odora di tappo, lo si rimanda indietro, perché non succede con l'olio? Meditiamo tutti insieme e facciamo che queste frodi non accadano più».

Anche un cliente poco esperto può comunque difendersi da casi come quello di cronaca sopra descritto. Come? «Sul tavolo del ristoratore la bottiglia deve essere scura, per preservarla dalla luce. Ancora oggi vedo incresciosamente le oliere anonime sui tavoli, che sono vietate dal 2004. L'annata di produzione non è obbligatoria, ma il produttore che la scrive dimostra di essere serio e attento. Finalmente si parla sempre più di cultivar e varietà regionali. Sapere che si sta condendo un piatto con un maurino toscano, o un intosso abruzzese o una nocellara siciliana, riempie il cuore. Le etichette delle bottiglie, difficilmente si sporcano, se succede, vuol dire che vengono rabboccate e questo non deve succedere».

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Alberto Lupini


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