Perché l'olio lombardo non ha nulla da invidiare alle principali Dop nazionali?

La Lombardia ha una superficie olivicola limitata e si caratterizza per una produzione di nicchia ma di qualità eccellente, sfruttando al meglio le condizioni climatiche favorevoli delle zone attorno ai laghi

18 luglio 2024 | 10:44
di Renato Andreolassi

Per quantità non compete certo con le Regioni del Centro Sud, ma per qualità l'olio lombardo non ha nulla da invidiare alle principali Dop nazionali. È quanto è emerso durante un convegno che si è tenuto nei giorni scorsi a Puegnago del Garda. «La Lombardia - ha dichiarato l'assessore all'Agricoltura Beduschi - ha una superficie olivicola limitata e si caratterizza per una produzione di nicchia ma di qualità eccellente, sfruttando al meglio le condizioni climatiche favorevoli delle zone attorno ai laghi di Como, Iseo e, soprattutto, Garda. Qui si produce solo extravergine con le due Dop Garda per le province di Brescia e Mantova e "Laghi Lombardi" per le province di Como, Lecco, Bergamo e Brescia».

Olio, i numeri della Lombardia

La Lombardia vanta una superficie totale di circa 2.225 ettari coltivati a olivo, con 49 frantoi attivi sul territorio regionale. L'85% degli impianti si concentra nella provincia di Brescia, che si conferma cuore pulsante del comparto. Oltre alle due Dop presenti, gli oli lombardi si sono affermati sul mercato con un posizionamento di prestigio. Dal punto di vista dei consumi totali di olio, la Lombardia è il primo mercato nazionale per la vendita di olio extravergine, con 24 milioni di litri e un valore di 97 milioni di euro. Buoni i dati anche per l'olio d'oliva, con 8 milioni di litri venduti per un fatturato di 26 milioni di euro.

«La qualità dell'olio lombardo - è stato sottolineato durante il convegno - va però ben oltre i numeri, perché il lavoro degli olivicoltori, per la maggior parte piccole aziende e anche hobbisti, si svolge in un contesto ambientale, paesaggistico e culturale unico, quello dei grandi laghi, che è anche un volàno per il turismo e l'accoglienza, in cui i prodotti tipici giocano un ruolo primario».

Il cambiamento climatico e le problematiche fitosanitarie hanno duramente colpito anche il comparto olivicolo lombardo. In tale contesto, il Servizio Fitosanitario regionale ha intensificato le attività di monitoraggio e supporto, collaborando con enti e associazioni nell'ambito del progetto "Olivicoltura 2030". Particolare attenzione è rivolta alla provincia di Brescia, cuore pulsante dell'olivicoltura lombarda. Tra le iniziative in corso vi sono la realizzazione o sistemazione di frantoi e lo stanziamento di 400mila euro per gli impianti di Monte Isola, Comunità Montana Sebino Bresciano e Marone. Inoltre, circa 500mila euro del Pnrr sono stati destinati all'ammodernamento dei frantoi oleari lombardi.

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Alberto Lupini


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