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Luca Zaia promuove il Forum Allo spumante serve visibilità

Per il Ministro la tolleranza zero su alcol e guida è un pretesto per attaccare il vino: i produttori devono reagire. Una promessa a Italia a Tavola: per fine anno bottiglie di bollicine del Ministero alle feste pubbliche in televisione. Manzato: il Prosecco sarà il testimonial del Veneto

05 settembre 2009 | 19:34
Luca Zaia promuove il Forum 
Allo spumante serve visibilità
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Allo spumante serve visibilità

Luca Zaia promuove il Forum Allo spumante serve visibilità

Per il Ministro la tolleranza zero su alcol e guida è un pretesto per attaccare il vino: i produttori devono reagire. Una promessa a Italia a Tavola: per fine anno bottiglie di bollicine del Ministero alle feste pubbliche in televisione. Manzato: il Prosecco sarà il testimonial del Veneto

05 settembre 2009 | 19:34
 

Il ministro Luca Zaia inaugura il Forum tagliando con una sciabola il collo di una bottiglia di spumante (che in realtà era solo incollato). Alla sua sinistra l'assessore regionale Franco ManzatoBasta con la demonizzazione del vino come causa di incidenti stradali e nuovo ruolo (e sede) per il Forum degli spumanti per rappresentare al meglio le bollicine italiane, comparto di fondamentale importanza per l'enologia italiana. Questi due degli impegni assunti dal ministro delle Politiche agricole di fronte ai molti produttori di spumante presenti a Valdobbiadene (Tv) a Villa dei Cedri per l'inaugurazione dell'annuale edizione del Forum Spumanti d'Italia, in occasione del quale sono stati consegnati i riconoscimenti dell'omonimo concorso nazionale. Una ribalta per le bollicine che necessità ora di un salto di qualità per permettere alle produzioni italiane di competere meglio nel mondo anche a seguito delle flessioni commerciale dello Champagne.

 «Il vigneto Italia è sotto attacco. Mi impegno personalmente a far passare nell'opinione pubblica quel principio di verità secondo il quale la responsabilità del vino negli incidenti stradali è davvero residuale». Con queste parole Luca Zaia ha voluto ribadire la posizione già espressa nei giorni scorsi riguardo alla stupidità di chi vorrebbe arrivare alla tolleranza zero per chi viaggia in auto. «Il divieto di bere può valere per i giovani, ma il resto il limite dello 0,5% non può in alcun modo essere messo in discussione». Riguardo alla proposta di Assoenologi di passare dallo 0,5% allo 0,8% il Ministro non ha peraltro espresso alcun commento. In compenso ha invitato i produttori di vino a darsi da fare e fare sentire, senza remore, la loro voce su questo problema.

Tornando al tema 'bollicine”, Zaia ha ricordato di essere venuto a Valdobbiadene per «riaffermare la leadership mondiale della produzione italiana in un mercato sempre più difficile. Mai come ora, le istituzioni devono collaborare attivamente con i produttori per acquisire nel mondo spazi nuovi, incrementare i consumi e affermare la forza del prodotto italiano». Un obiettivo strettamente collegato anche al futuro del Forum diretto da Giampiero Comolli che, sdoppiandosi fra osservatorio congiunturale (che a Valdobbiadene può ben continuare funzionare) e vetrina nazionale, dovrebbe trovare una sede meno 'decentrata” per le mostre e maggiormente in grado di valorizzare uno dei prodotti principe dell'agrolimentare italiano che non può identificarsi solo col pur sempre più forte Prosecco che lì è di casa.

 E a proposito delle iniziative per valorizzare le bollicine italiane Luca Zaia si è impegnato con 'Italia a Tavola” a fare in modo che per le prossime festività di fine anno non ci sia più il rischio di quale dirigente Rai che brindi in diretta tv con Champagne (come aveva denunciato il nostro giornale a proposito dello stupido gesto di Del Noce...). «Farò in modo - ci ha detto - che nelle varie feste pubbliche ci siano bottiglie da noi fornite con l'etichetta Spumante italiano». Un impegno che, siamo certi, non potrà che fare piacere a tutti i produttori.

Tornando alla situazione congiunturale, il Ministro ha fra l'altro detto che «gli ultimi dati sulle esportazioni ci dicono che siamo sulla buona strada: nel 2008 i vini spumanti italiani hanno registrato un incremento dell'export del 14%, pari a 1,3 milioni di ettolitri, la migliore performance degli ultimi dieci anni in termini quantitativi. E in termini di valore è il miglior risultato di sempre, con 444 milioni di euro ed una progressione dell'11% su base annua. Non solo, contemporaneamente sono diminuite notevolmente le importazioni di vini spumanti, specie dalla Francia: ciò significa che gli italiani ormai preferiscono lo spumante e il prosecco al cugino francese, lo Champagne» (vedere in proposito il pdf allegato).

Sulla situazione di mercato è signficativa anche la posizione di Giampietro Comolli, patron del Forum: «Il successo degli spumanti italiani - afferma - è decretato dal fatto di essere un prodotto moderno, abbinabile con tutto, attuale e in linea con le abitudini e i costi richiesti dalla vita di oggi e di avere un patrimonio ricchissimo di tipologie e varieta' diverse da territorio a territorio. Al consumatore mondiale piace poter scegliere tra varie offerte di prodotto in base al proprio gusto, emozioni, cultura e alle esigenze di abbinamento».

«Anche i numeri del Prosecco - ha ricordato il trevigiano Zaia - sono eccellenti: la produzione del 2008 è di 160 milioni di bottiglie, per un valore al consumo superiore ai 650 milioni di euro. è inoltre un vino che ha un forte appeal all'estero, visto che oltre il 40% della produzione (70 milioni di bottiglie) viene esportato. Proprio per questo stiamo lavorando a livello internazionale perché il nome "Prosecco" rimanga di uso esclusivo delle zone di produzione italiane. Sono convinto che la recente Docg sia un elemento di forte positività che, anche grazie alla capacità e alla creatività dei nostri produttori, ci aiuterà a imporre un pezzo importante del Made in Italy nel mondo». Un passaggio, quello sulla Docg che non ha finora convinto tutti i produttori del territorio, che anche a Valdobbiadene in qualche caso hanno lamentato il rischio di un eccesso di produzione con l'estensione della zona e il passaggio di molti vini da Igt a Doc. Ma per Zaia, e anche per l'assessore regionale all'Agricoltura, Franco Manzato, questa è la strada per dare un futuro più stabile al comparto: aumentare qualità (Docg) e produzione (da Igt a Doc).

 Villa dei cedri sede del Forum spumantiLa Regione Veneto è a tal punto convinta di questa strada che Manzato ha annunciato un piano di investimenti (70milioni di euro solo fuori dall'Europa) di promozione del territorio e e dei suoi prodotti che avrà il perno proprio sul Prosecco con iniziative estere e testimonial che diano l'idea di un vino per i giovani e capace di rappresentare al meglio la sua storia e la sua cultura. Non si sa bene quanti soldi resteranno per valorizzare tutti gli altri vini che fanno del Veneto la prima regione vitivinicola italiana, ma al momento la scelta sembra quella di puntare sul Prosecco perché è il prodotto maggiormente in crescita.

Per concludere ricordiamo che la tribuna di Valdobbiadene ha permesso al ministro Zaia di richiamare altri due temi che gli stanno particolarmente a cuore: il sostegno finanziario alle aziende e l'identità dei prodotti. Sul primo ha in particolare ricordato che «è necessario richiamare gli istituti di credito al dovere di dare una mano ai nostri produttori e, in genere, all'agricoltura italiana. Ho detto, e lo ripeto, che sostengo la proposta di dare i prodotti agricoli a garanzia bancaria. Ma ho detto anche, e ne sono convinto, che anche le banche devono assumersi il rischio di impresa».

Riguardo invece al tema delle garanzie alimentari e la tracciabilità, Luca Zaia ha detto che «la grande madre di tutte le battaglie è quella dell'identità dei prodotti. La stiamo combattendo in Italia, in Europa e in sede di Wto. Il cittadino consumatore, in Italia e in qualsiasi altra parte del mondo, ha diritto di sapere nome e cognome dei produttori e la storia che ha condotto quel prodotto fino al bancone dove lui lo acquista. Siamo contrari e resteremo fieri oppositori di tutte le politiche che tendono ad annullare le differenze per proporre ai cittadini un consumo indifferenziato che, qualche volta, mette anche a repentaglio la sua salute».


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