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La Federazione italiana cuochi in lutto per la morte di Gianpaolo Cangi

La Federazione Italiana Cuochi è in lutto per la prematura scomparsa del segretario generale Gianpaolo Cangi. La notizia ha presto fatto il giro di tutti gli ambienti legati al mondo della cucina e della ristorazione. La famiglia delle berrette bianche piange la perdita di un valoroso collaboratore

 
13 ottobre 2009 | 12:32

La Federazione italiana cuochi in lutto per la morte di Gianpaolo Cangi

La Federazione Italiana Cuochi è in lutto per la prematura scomparsa del segretario generale Gianpaolo Cangi. La notizia ha presto fatto il giro di tutti gli ambienti legati al mondo della cucina e della ristorazione. La famiglia delle berrette bianche piange la perdita di un valoroso collaboratore

13 ottobre 2009 | 12:32
 

Gianpaolo CangiLa Federazione Italiana Cuochi è in lutto per la scomparsa del segretario generale Gianpaolo Cangi. La notizia ha presto fatto il giro di tutti gli ambienti legati al mondo della cucina e della ristorazione. Grande commozione è emersa anche dai commenti che popolano il web: profondo cordoglio è arrivato dai componenti del GVCI - Gruppo Virtuale Chef Italiani. «Nella vigilia della solennità della Festa del Cuoco - riporta in homepage il sito della Fic -, informiamo tutti i soci che da alcuni minuti abbiamo appreso la tragica notizia che il nostro segretario generale Sig. Gianpaolo Cangi è morto. La famiglia delle berrette bianche piange la perdita di un valoroso collaboratore e si stringe intorno al dolore della famiglia»

Gianpaolo Cangi
Dopo aver lavorato in tanti Ristoranti, ha insegnato ai Giovani cuochi per 12 anni alla Scuola Centro di Formazione Professionale di Castiglione delle Stiviere, proseguendo ad esercitare la professione di cuoco, curando l'allestimento, apertura e gestione di 15 Ristoranti per diverse Società. Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive e ideato un'infinità di eventi di carattere enogastronomico. è stato componente della Commissione Registro Esercenti Camera di Commercio, vice presidente Ristoratori Unione del Commercio MN, consigliere Pubblici Esercizi Confcommercio MN, componente Organo di Vigilanza Scuola Professionale, ispettore Ristorazione Collettiva - Castiglione Stiviere, fondatore e fiduciario Sodalizio Vera Cucina Mantovana, commissione REC Camera di Commercio MN, commissione Progetto Turismo - Amministrazione Provinciale MN e oggi ricopriva la carica di vice segretario Federazione Italiana Cuochi al fianco del presidente Paolo Caldana.

La redazione di Italia a Tavola partecipa al lutto di tutta la "famiglia" dei cuochi italiani.

Un appello in difesa della cucina tradizionale
Riportiamo un vecchio editoriale pubblicato sulla rivista "Il Cuoco" a firma di Gianpaolo Cangi che tocca questioni importanti.
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Gianpaolo CangiTutti i giorni leggiamo sui giornali di appelli lanciati per salvare, difendere o tutelare qualche cosa e anche noi Cuochi vogliamo lanciarne uno nostro: salviamo i passatelli! Perché proprio i passatelli? Perché durante la recente Fiera di Rimini ho assistito a una kermesse di giovani allievi che dovevano interpretare con creatività alcune ricette e devo ammettere che in questo caso particolare ho assistito a un vero colpo di frusta al buon gusto e a quelle nostre ricette tipiche che hanno reso grande la cucina italiana nel mondo.

Va bene che i cuochi devono avere il diritto di interpretare o di rivedere in chiave moderna le ricette tipiche, ma arrivare a trasformare uno dei piatti più poveri e autentici della nostra tradizione aggiungendo il bero di seppia e, come se non bastasse, trasformando un piatto, che è nato per morire nel brodo, a modo di maccheroncinimi fa veramente rabbrividire e mi spinge a lanciare l'appello per la tutela e la difesa dei passatelli.

Sono consapevole che in questo caso mi lascio trascinare dalle mie origini bolognesi, ma l'Italia è piena di autentiche ricette tradizionali della civiltà contadina che a forza di trasformazioni ed elaborazioni troppo avveniristiche o naïf rischiano di disperdere la nostra cultura millenaria, quindi rivolgo un richiamo forte a non cadere in facili tentazioni di volere a tutti i costi trasformare ogni cosa.

Con questo editoriale invito i colleghi a mantenere alto lo spirito di ricerca, innovazione e creatività, ma anche ad assumersi la responsabilità, che spetta soprattutto a noi cuochi, di mantenere, difendere e divulgare le ricette storiche della cucina italiana con serietà e professionalità.

Oggi molti colleghi, cuochi e ristoratori attenti propongono sempre nella propria carta una lista di piatti tradizionali del territorio e personalmente condivido queste scelte, perché non vogliono essere tradizionalisti a tutti i costi, ma sono convinti che il turista oppure il nostro ospite cerchi al ristorante quei piatti che in casa non si possono più fare per tante ragioni, e che quindi è bene trasformare le nostre cucine in musei della tradizione culinaria italiana e lasciare stare l'eccesso nello scombinare e combinare ricette con sapori e colori che talvolta finiscono l'offendere il buon gusto.

Non abbiamo la pretesa che il nostro parere sia condiviso, ma auspichiamo che almeno nelle scuole alberghiere s'insegnino la ricette tradizionali del territorio e quelle della cucina internazionale; lasciamo che i giovani allievi una volta inseriti nel mondo del lavoro possano dare la loro interpretazione o liberare la fantasia, ma se partiamo già - com'è accaduto alla Fiera di Rimini - con i giovani allievi (con la giacca nera da cuoco) che elaborano ricette di questo tipo, allora alzo i toni e grido a gran voce: "Salviamo i passatelli".

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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