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L'euro batte il dollaro negli UsaMa cresce il falso made in Italy

L'euro forte frena le esportazioni degli autentici prodotti agroalimentari italiani che fanno registrare un calo in valore dell'11% negli Stati Uniti. Negli Usa e in Australia cresce, invece, il mercato del Made in Italy taroccato nella pasta, nei salumi, nelle conserve nei formaggi

 
23 ottobre 2009 | 14:52

L'euro batte il dollaro negli UsaMa cresce il falso made in Italy

L'euro forte frena le esportazioni degli autentici prodotti agroalimentari italiani che fanno registrare un calo in valore dell'11% negli Stati Uniti. Negli Usa e in Australia cresce, invece, il mercato del Made in Italy taroccato nella pasta, nei salumi, nelle conserve nei formaggi

23 ottobre 2009 | 14:52
 

 L'euro forte frena le esportazioni degli autentici prodotti agroalimentari italiani che fanno registrare un calo in valore dell'11% negli Stati Uniti dove cresce invece il mercato del Made in Italy taroccato nella pasta, nei salumi, nelle conserve nei formaggi: a fronte di una importazione media dall'Italia di circa 10mila tonnellate all'anno di Parmigiano Reggiano e Grana Padano, negli Usa si producono ora quasi 70mila tonnellate di Parmesan, tra Wisconsin, New York e California. è questo l'allarme lanciato dalla Coldiretti un effetto collaterale del rafforzamento delle quotazioni dell'euro sul dollaro, sulla base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi del 2009.

Gli Stati Uniti sono, insieme all'Australia, il paese dove si concentrano maggiormente le imitazioni del Made in Italy alimentare che vale nel mondo circa 50 miliardi di euro e toglie spazi di mercato agli autentici prodotti nazionali. Se il Wisconsin è lo stato Usa dove si realizza la maggioranza del formaggio italiano taroccato con numerosi impianti di produzione di provolone, romano cheese, mozzarella e parmesan, in crescita sono anche le produzioni dello stato di New York per provolone, mozzarella e ricotta e della California per il provolone e la mozzarella.

La lista è lunga anche per i salumi con l'offerta nel mercato statunitense del salame Toscano, soppressata ma anche mortadella bolognese fatta con carne di tacchino mentre tra i condimenti risaltano i San Marzano: pomodori pelati "grown domestically in the Usa" e il Pompeian olive oil che non ha nulla a che fare con i famosi scavi, ma è prodotto nel Maryland. Non sfugge al tarocco anche il vino simbolo del Made in Italy come il Chianti "clonato" nella Napa Valley in California o il Marsala wine.

«Siamo di fronte a un inganno globale per i consumatori - ha rilevato il presidente della Coldiretti Sergio Marini - che causa danni economici e di immagine alla produzione italiana e che sul piano internazionale va combattuto cercando un accordo sul commercio internazionale nel Wto ma è anche necessario fare chiarezza a livello nazionale ed europeo dove occorre estendere a tutti i prodotti l'obbligo di indicare in etichetta l'origine dei prodotti alimentari».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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