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Cartello dei rincari della pasta Confermate le multe dell'Antitrust

Il Tar del Lazio ha confermato le multe inflitte dall'Antritrust alle 22 società e 2 associazioni che hanno creato un cartello della pasta. Per l'associazione nazionale per la difesa dei consumatori una vittoria degli italiani, che hanno denunciato i rincari speculativi della pasta sin dal 2007

 
29 ottobre 2009 | 15:14

Cartello dei rincari della pasta Confermate le multe dell'Antitrust

Il Tar del Lazio ha confermato le multe inflitte dall'Antritrust alle 22 società e 2 associazioni che hanno creato un cartello della pasta. Per l'associazione nazionale per la difesa dei consumatori una vittoria degli italiani, che hanno denunciato i rincari speculativi della pasta sin dal 2007

29 ottobre 2009 | 15:14
 

 ROMA - Il Tar del Lazio ha confermato le multe inflitte dall'Antritrust alle 22 società e 2 associazioni che hanno creato un "cartello" della pasta. Per Adoc, l'associazione nazionale per la difesa e l'orientamento dei consumatori, una vittoria dei consumatori, che hanno denunciato i rincari speculativi della pasta sin dal 2007.

«I consumatori hanno sempre avuto ragione, dallo sciopero della pasta del 2007 abbiamo denunciato le irregolarità nel prezzo e nel mercato della pasta - dichiara Carlo Pileri, presidente dell'Adoc - e l'Antitrust, un pilastro a tutela delle tasche dei cittadini, ha giustamente sanzionato il "cartello". Da oltre due anni i prezzi della pasta hanno subito rincari stratosferici, anche di oltre il 30%, diventando a poco a poco un prodotto inaccessibile a molte famiglie italiane. Ma, considerando che il costo del grano è calato del 30%, è' come se ci fosse stato un aumento pari al 10-15%. Un aumento ingiustificabile e speculativo che ora, alla luce della sentenza, ci auguriamo possa essere annullato».

Unipi, l'Unione industriale pastai italiani,  non può che prendere atto della sentenza del Tar del Lazio, nel pieno rispetto delle Istituzioni e dunque anche del magistrato amministrativo. Lo afferma Massimo Menna, presidente di Unipi. «Detto ciò non possiamo che ribadire che non vi sono mai state speculazioni né si è mai configurato alcun accordo lesivo degli interessi dei consumatori. Non vi è stato mai alcun cartello. Come si può pensare che un comparto industriale composto da oltre 100 aziende di diversa dimensione e struttura, per di più sparse sul territorio in modo non omogeneo, possano mettersi d'accordo sulla politica dei prezzi? E, soprattutto, come può configurarsi un accordo tra le imprese quando i dati su quote di mercato e andamento dei prezzi,così come rilevato dall'Antitrust stessa, anche durante il periodo oggetto di istruttoria, hanno evidenziato forti differenziazioni e dunque un forte livello di competitività tra i pastai? Non dimentichiamoci che nel settore pastaio in Italia vi è una capacità produttiva non sfruttata pari al 35%».

 «Se poi riflettiamo sugli aumenti del 2007 e 2008 - aggiunge Menna - è più che evidente che siamo stati oggetto di pressanti strumentalizzazioni. Bastano due sole considerazioni in tal senso: dal 1995 al 2008 l'inflazione è stata del 34,2%e nello stesso periodo la pasta, è aumentata del 32,3%. Sempre nel 2008 gli aumenti oggetto di campagne demagogiche hanno influito nella tasca dei consumatori per 8 euro, ripeto 8 euro. Queste cifre parlano chiaro.In un momento di crisi generalizzata il nostro prodotto, la pasta, è stata una soluzione e non un problema per la spesa degli italiani come altri vogliono affermare demagogicamente. Lo confermano proprio le famiglie italiane che negli ultimi 12 mesi hanno aumentato il consumo di pasta del 2%».

Gli oltre 100 pastifici italiani, che impiegano nel comparto 8000 dipendenti, - spiega l'Unipi - rappresentano uno dei settori portanti del Made in Italy, con una leadership mondiale confermata da numeri di tutto rispetto: nel 2008 l'Italia ha esportato circa 1,6 milioni di tonnellate di pasta, per un valore di circa 1,9 miliardi di euro, chiudendo l'anno con una sostanziale tenuta nei volumi prodotti, stimati in circa 3,2 milioni di tonnellate, cioè oltre il 50% della produzione. In questo contesto l'Italia rappresenta il 26% circa della produzione mondiale di pasta e il 75% della produzione Ue In pratica un piatto di pasta su 4 mangiati nel mondo - e 3 su 4 in Europa - è fatto con pasta italiana. E questo grazie alla qualità del nostro prodotto ma anche alla capacità competitiva delle nostre aziende, che è stimolata dalla concorrenza fortissima esistente tra di loro.


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