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Torna lo spettro del latte alla melamina Sequestrate in Cina 72 tonnellate

Un'indagine sul latte alla melamina ha portato alla chiusura di due aziende e al sequestro di 72 tonnellate di prodotto nello stato di Ningxia, in Cina. Altre 100 di latte in polvere contaminato potrebbero però essere ancora sul mercato. Al momento non ci sono notizie su morti o intossicati

 
08 febbraio 2010 | 12:03

Torna lo spettro del latte alla melamina Sequestrate in Cina 72 tonnellate

Un'indagine sul latte alla melamina ha portato alla chiusura di due aziende e al sequestro di 72 tonnellate di prodotto nello stato di Ningxia, in Cina. Altre 100 di latte in polvere contaminato potrebbero però essere ancora sul mercato. Al momento non ci sono notizie su morti o intossicati

08 febbraio 2010 | 12:03
 

PECHINO - Gli investigatori cinesi hanno sequestrato 72 tonnellate di latte in polvere contaminato dalla melanina e hanno chiuso 2 aziende nel Ningxia. Circa 100 tonnellate di latte in polvere contaminato potrebbero però essere ancora sul mercato, ha spiegato il quotidiano China Daily. Al momento non ci sono notizie su morti o intossicati (la melamina, messa nel latte per aumentarne il valore proteico, provoca calcoli renali). La sostanza chimica nel 2008 uccise almeno sei bambini.

Secondo la Coldiretti ilfatto che a distanza di un anno dallo scandalo sia di nuovo in vendita latte cinese alla melamina nei supermercati, dimostra che non è più rinviabile il via libera dell'Unione europea al di indicare l'origine in etichetta per latte previsto dal decreto del ministero delle Politiche agricole all'esame della Commissione europea.

Lo scorso anno il latte alla melamina provocò l'intossicazione di trecentomila persone e la morte di sei bambini cinesi con un allarme che si è esteso rapidamente in tutto il mondo e che portò alla scoperta anche in Italia di latte proveniente dal gigante asiatico. Con la mobilitazione alle frontiere della Coldiretti è stata ottenuta la presentazione da parte del ministro Luca Zaia del decreto, purtroppo ancora al vaglio dell'Unione europea, che obbliga a indicare l'origine del latte impiegato nel latte a lunga conservazione e in tutti i prodotti lattiero caseari, ma vieta anche l'impiego di polveri di caseina e caseinati nella produzione di formaggi.

Secondo le  analisi della Coldiretti nel 2009 per l'agroalimentare le importazioni in Cina sono state pari a 390 milioni di euro  e nonostante il calo del 15% rispetto al 2008, anche per  effetto degli scandali alimentari, rimangono consistenti e con un valore più di tre volte superiore alle esportazioni che si sono fermate a 124 milioni di euro anche se in aumento del 33% rispetto al 2008.

Di fronte all'ampliarsi dell'allarme sui rischi dei prodotti cinesi occorre estendere l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti per favorire i controlli, permettere l'immediato ritiro dal mercato dei prodotti eventualmente pericolosi e garantire così la sicurezza dei cittadini. Lo scandalo del latte contaminato da melamina è solo l'ultima conferma della presenza di gravi difficoltà da parte del gigante asiatico di adeguarsi alle norme di sicurezza alimentare nel rispetto degli impegni assunti a livello internazionale dopo la messa sotto accusa per i rischi alla salute di dentifrici, alimenti per animali domestici a causa della presenza irregolare di melamina tossica, anguille, pesce gatto, ma anche succhi e conserve con pericolosi additivi.

Secondo l'indagine Coldiretti-Swg sulle abitudini degli italiani la quasi totalità dei cittadini (97 per cento) considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti.


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