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Scoppia la Bigazzi mania sul web L'enogastronomo amato dalla rete

Dopo la sospensione per la ricetta con il gatto, Bigazzi parla per la prima volta al settimanale Gente: «Mi dispiace di aver combinato questo pasticcio. Ho fatto un discorso da contadino robe di altri tempi». Intanto sul web impazza la Bigazzi mania. 155mila contatti al video incriminato di RistoTv

 
23 febbraio 2010 | 16:35

Scoppia la Bigazzi mania sul web L'enogastronomo amato dalla rete

Dopo la sospensione per la ricetta con il gatto, Bigazzi parla per la prima volta al settimanale Gente: «Mi dispiace di aver combinato questo pasticcio. Ho fatto un discorso da contadino robe di altri tempi». Intanto sul web impazza la Bigazzi mania. 155mila contatti al video incriminato di RistoTv

23 febbraio 2010 | 16:35
 

Beppe Bigazzi«Mi dispiace di aver combinato questo pasticcio. Io ho raccontato di cose che accadevano 70 anni fa nelle campagne del Valdarno e non solo lì, ma anche in altre parti d'Italia». Si difende così sulle pagine del settimanale Gente, Beppe Bigazzi (nella foto), l'enogastronomo sospeso dalla Prova del cuoco dopo aver raccontato di aver mangiato gatti. «Non vedo come si possa dire: Bigazzi dà le ricette per cucinare il gatto. Ma stiamo scherzando? Non ho dato alcuna ricetta. Ho parlato da contadino, di un tempo quando, per fame, si mangiava il gatto perché si vendeva il coniglio. Ed era più domestico il coniglio del gatto. O non si può più parlare di cronaca, di storia? Raccontavo un aneddoto d'altri tempi, come faccio spesso. Ora il gatto è un animale d'affezione, uno di famiglia che vive in casa. Al tempo, per i contadini era solo un acchiappatopi. Le cose sono molto cambiate. Per fortuna non c'è più la fame di un tempo». Alla domanda ridirebbe quello che ha detto? Bigazzi ha risposto: «Dopo quello che è successo no. Non commetterò due volte lo stesso errore».

Il gatto in padella di Bigazzi continua, intanto, a fare discutere a più di una settimana dalla 'ricetta” incriminata. E cacciato dalla tv il gourmet toscano trova cittadinanza sul web. Basti considerare che a oggi il fimato sul nostro canale RistoTv su YouTube ha registrato oltre 155mila visite in tre giorni e un migliaio di commenti (vedi sotto).

E su Facebook sono nati decine i gruppi di solidarietà. Si va da 'Rivogliamo Bigazzi” che ha come ragione sociale il "sostegno del cultore e divulgatore delle tradizioni contadine, le nostre radici, e non solo" al più spiritoso "- gatti + Bigazzi”, il cui fondatore promette "ad ogni iscritto la ricetta completa e autografata da Bigazzi e la possibilità di vincere un soggiorno per due a Vicenza!".

Si passa poi a 'Simpathy for Bigazzi” che dà appuntamento fino a domenica prossima al torrente Ciufenna perché, spiegano i promotori "vista la cecità delle istituzioni, ci vediamo costretti a compiere un gesto futile che dia un segnale al Paese". Il torrente in questione è naturalmente quello a cui Beppe Bigazzi ha fatto riferimento dando la ricetta e raccomandando di tenrci a bagno il gatto. "Accorrete numerosi per questo gesto che potrà segnare seriamente la morale e la politica del nostro Paese", si raccomandano gli organizzatori.

Registra oltre 1.600 sostenitori il gruppo 'Fronte popolare Bigazzi libero” che tra i post in rima dei suoi adepti protesta: «Mangiare sano ed economico non è un reato! Riabilitate Bigazzi!». Altrettanti membri nel gruppo 'Bigazzi libero” che, precisa il suo creatore, «non vuole promuovere l'utilizzo di carne di gatto né vuole alimentare violenze sugli animali in generale, è un gruppo goliardico creato in quanto non si capisce come mai nel nostro Paese un anziano che afferma di aver mangiato carne di gatto in passato suscita più scalpore di chi si dichiara eroinomane».

Da parte sua il presidente della Lav Gianluca Felicetti commenta a Ign, testata online del gruppo Adnkronos: «Finché si resta nel campo dell'ironia, si tratta semplicemente di una libertà di opinione. Ma bisogna andare oltre il 'caso Bigazzi” perché si faccia un passo in avanti sulla questione dei diritti degli animali in televisione». Il direttore quindi invita a «inviare ai quattro principali gruppi televisivi italiani una email per far in modo che le Linee guida per la tutela degli animali in tv proposte dal Segretariato sociale della Rai nel febbraio 2007 diventino vincolanti per tutti gli operatori della comunicazione».

Felicetti ricorda poi che «il Codice penale persegue il maltrattamento anche se effettuato in forme di spettacolo con un anno e mezzo di carcere; per questo siamo soddisfatti che Rai Uno, grazie al suo direttore Mauro Mazza, abbia preso questa decisione giusta e tempestiva».


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