è questa la settimana di "Venditalia", la manifestazione dedicata al vending. è un evento che accende una volta di più i riflettori sull'ampio settore della distribuzione automatica. Un settore sempre più importante secondo gli ultimi dati di Confida: il suo fatturato ha raggiunto nel 2008 la quota di quasi 3 miliardi di euro e ci sono più di 2 milioni di distributori automatici gestiti da ben 35mila addetti.
Nel contesto della distribuzione automatica, il caffè, inutile dirlo, gioca un ruolo fondamentale. E sono sempre più i torrefattori attratti da questa modalità di distribuzione del prodotto. Il che può considerarsi un dato positivo a patto che si abbiano almeno due condizioni.
La prima: utilizzare anche il canale del vending per continuare a educare il consumatore a prodotti di qualità. Troppo spesso si trovano in distribuzione automatica dei pessimi caffè, con un'estesa gamma di difetti aromatici. La distribuzione automatica deve quindi virare verso la qualità: è già stato dimostrato che la gente è disposta a pagare un po' di più per avere un caffè degno di questo nome.
Seconda condizione: non distrarsi dal bar. La distribuzione automatica rappresenta un'opportunità, ma non dimentichiamoci della grande possibilità che può offrire il bar in termini di fidelizzazione del cliente. Il rapporto con il barista, il trovare un ambiente gradevole e familiare, il godere di un servizio eccellente: tutti fattori distintivi del bar che ne fanno ancora il luogo d'elezione per il consumo del caffè.
Distribuzione automatica e bar quindi non si escludono a vicenda, ma si presteranno probabilmente sempre più a momenti di consumo differenziati e differenti. Per questo ora più che mai è importante qualificare ulteriormente l'offerta del bar, per evitare i "flussi migratori" dal bar al vending.
* Presidente Istituto nazionale espresso italiano