Dopo che la commissione bilancio del Senato ha approvato il provvedimento voluto dall'ex ministro dell'Agricoltura Zaia per salvare i "67 allevatori", la guerra del latte è in pieno svolgimento. Gli agricoltori manifestano oggi, 12 luglio, davanti alla sede della Commissione europea a Bruxelles con migliaia di trattori. Da questa mattina la sede del Consiglio Ue, dove si tiene la riunione dei ministri agricoli dei 27, e il palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea, sono circondati da polizia a cavallo. Presenti anche oltre un centinaio di produttori italiani, partiti ieri sera da Brescia in due pullman.
Intanto il ministro dell'Agricoltura Giancarlo Galan (nella foto) ha fatto sapere ufficialmente che non si dimetterà a causa della vicenda delle quote latte: «Si dimetterà chi causa multe e sanzioni europee all'Italia», ha detto giungendo al Consiglio agricoltura a Bruxelles.
Il ministro aveva preannunciato le sue possibili dimissioni dall'incarico se il Parlamento italiano avesse approvato la proroga a fine anno del pagamento delle multe da parte di quegli allevatori che non hanno rispettato le quote latte stabilite dall'Ue. La Lega Nord appoggia la battaglia di questi allevatori, in contrasto con il Pdl. «Spero che il Parlamento abbia un minimo di dignità - ha detto Galan - con quale credibilità un ministro può affrontare una battaglia come questa per la politica agricola comune? Con quale faccia ci si presenta a un consiglio europeo quando in Italia deliberatamente i parlamentari della maggioranza vanno contro le norme Ue?».
A sostegno di Galan è scesa in campo anche Fedagri-Confcooperative: «Rinnoviamo - ha dichiarato il presidente Maurizio Gardini - il nostro pieno appoggio al Ministro Galan che ha ribadito oggi a Bruxelles la sua intenzione di tenere duro sulla vicenda delle quote latte».
«I produttori italiani sono stanchi di essere presi in giro da uno sparuto manipolo di colleghi inadempienti: la crisi del settore addotta come motivazione all'emendamento approvato al Senato per il rinvio del versamento delle multe è crisi ben più grave per quella stragrande maggioranza dei produttori che ha speso, nel rispetto delle leggi, ingenti capitali per acquistare o affittare le quote o pagare le multe quando dovute. Chi difende questi produttori che hanno creduto nello Stato e nelle sue leggi? Dovremo aspettare la procedura di infrazione, peraltro già anticipata, del Commissario Ue all'Agricoltura Ciolos, incapaci sul piano interno di adottare norme eque e coerenti con la regolamentazione comunitaria?».
«Non siamo in alcun modo disposti ad accettare - conclude Gardini - un ennesimo colpo di mano che offende la legalità e la stessa credibilità del nostro Paese ed indebolisce enormemente il potere negoziale del Ministro Galan nelle sedi comunitarie. Per questo non tralasceremo nessuna iniziativa per dar voce ai produttori onesti e difendere la loro sacrosanta rivendicazione, ovvero che sul piano delle regole e della competizione siano messi tutti su di uno stesso piano. Un diritto che finora è stato sempre calpestato».
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