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Angem alla pubblica amministrazione: Basta con i pagamenti in ritardo

L’associazione delle imprese di ristorazione collettiva è soddisfatta dopo la decisione dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di approvare un provvedimento che obbliga le pubbliche amministrazioni ha rispettare i termini di pagamento contrattuali nei confronti di imprese e fornitori

05 agosto 2010 | 10:30

Angem alla pubblica amministrazione: Basta con i pagamenti in ritardo

L’associazione delle imprese di ristorazione collettiva è soddisfatta dopo la decisione dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di approvare un provvedimento che obbliga le pubbliche amministrazioni ha rispettare i termini di pagamento contrattuali nei confronti di imprese e fornitori

05 agosto 2010 | 10:30

Le pubbliche amministrazioni devono rispettare i termini di pagamento contrattuali nei confronti di imprese e fornitori. Lo ribadisce l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici che, dopo aver ricevuto diverse segnalazioni in merito ai ritardi accumulati nei pagamenti, ha approvato un provvedimento pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 28 luglio scorso in cui richiama le stazioni appaltanti ad attenersi scrupolosamente alle disposizioni del decreto legislativo 231 del 2002.

Sul problema dei pagamenti in ritardo da parte della pubblica amministrazione, Angem, l'associazione delle imprese di ristorazione collettiva, si è sempre battuta soprattutto in sede giudiziaria fino agli ultimi gradi, come è avvenuto per esempio impugnando gare del ministero della Giustizia e dell'ospedale Le Molinette di Torino. Proprio queste sentenze hanno vincolato l'Autorità di vigilanza a emanare una 'determinazione” di cui le stazioni appaltanti dovranno tenere conto. L'audizione di Angem è stata particolarmente importante per evidenziare l'entità del fenomeno dei pagamenti in ritardo e le conseguenze che questo ha nei confronti di aziende e consumatori.

«Nel preparare i bandi di gara – ha spiegato il presidente Angem, Ilario Perotto – non si potrà più tentare di svicolare dal rispetto delle leggi, come per esempio stanno tentando di fare anche alcune stazioni appaltanti. E neanche potranno più ricorrere al trucco di attribuire un punteggio nell'ambito dell'offerta economicamente più vantaggiosa ai concorrenti che offrono termini di pagamento più dilatati rispetto ai trenta giorni previste dalla legge. Anche su questo aspetto, l'Autorità di vigilanza è stata molto chiara e ha definito illegittimo questo aspetto, contraddicendo così persino il parere della Corte dei Conti».

Dall'analisi dei dati acquisiti in riferimento all'anno 2009, è emerso che i tempi di pagamento vanno da un minimo di 92 giorni ad un massimo di 664 giorni. I ritardi che superano i due mesi sono segnalati dal 36,4% delle imprese del nord-est, percentuale che sale al 61,5% nel nord ovest e al 63,3% nel Mezzogiorno.

«Confidiamo che anche questa indagine – ha concluso Perotto – e la relativa pronuncia dell'Autorità di vigilanza possano spingere le pubbliche amministrazioni ad attenersi alla legge. La problematica è particolarmente avvertita, soprattutto nell'attuale congiuntura economica di difficile accesso al credito bancario, dalle imprese che risentono in maniera grave della mancanza di liquidità e dal nostro tipo di imprese caratterizzato dall'alto costo del lavoro».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
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