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Annata tragica per il pomodoro Toscana tra le regioni più colpite

In seguito al parziale o mancato ritiro delle industrie si aggravano i problemi. Per la Confederazione italiana agricoltori occorre un intervento tempestivo tanto più che si sta registrando una stagnazione dei mercati, compresi quelli dei derivati, e un progressivo crollo dei prezzi alla produzione

 
26 agosto 2010 | 09:53

Annata tragica per il pomodoro Toscana tra le regioni più colpite

In seguito al parziale o mancato ritiro delle industrie si aggravano i problemi. Per la Confederazione italiana agricoltori occorre un intervento tempestivo tanto più che si sta registrando una stagnazione dei mercati, compresi quelli dei derivati, e un progressivo crollo dei prezzi alla produzione

26 agosto 2010 | 09:53
 

«I gravi problemi che stanno affrontando i produttori di pomodoro in seguito al parziale o mancato ritiro del prodotto da parte delle industrie sono sempre più allarmanti e occorre la massima tempestività d'intervento». A dirlo, in una nota, è la Cia (Confederazione italiana agricoltori), in merito ai gravi problemi che stanno caratterizzando l'attuale campagna del pomodoro da industria in Italia.

«Tanto più che si sta registrando - continua la nota - una stagnazione dei mercati, compresi quelli dei derivati, e un progressivo crollo dei prezzi alla produzione, scesi ormai a 45-50 euro/tonnellata per la polpa e a 60 euro/tonnellata per il pelato. Il mancato rispetto degli impegni contrattuali riguarda quasi esclusivamente le aziende trasformatrici del Centro-Sud Italia, ma penalizza fortemente anche i produttori toscani che conferiscono quasi il 60% del prodotto alle aziende campane».

«Le industrie meridionali - sottolinea ancora la Cia - stanno lavorando a ritmi ridotti e si permettono di eccepire sulla qualità del prodotto per abbassare ulteriormente i prezzi o non ritirare integralmente il pomodoro che resta nei campi diventando stra-maturo. Al contrario in questa campagna il prodotto è ottimo e deve essere assolutamente trasformato».

La Cia chiede «alle istituzioni competenti il massimo impegno affinché le industrie rispettino i contratti sottoscritti e, inoltre, continuino a tenere aperti i ritiri di prodotto almeno fino al 20-22 di settembre allungando i tempi dell'attività di trasformazione».

«è fondamentale - conclude la Cia - inoltre che in questa situazione di emergenza, vengano adottate misure straordinarie a sostegno dei redditi dei produttori e, in primis, non vengano applicate le penalizzazioni previste dal decreto ministeriale, qualora il produttore non riesca a raggiungere la resa minima regionale, dato che la mancata consegna del prodotto non dipende dalla volontà di quest'ultimo».

La Regione Toscana ha prontamente risposto all'allarme pomodoro lanciato dai coltivatori e dalle loro associazioni e dagli assessori all'agricoltura di 5 province toscane. L'assessore Gianni Salvadori, appena rientrato dalle ferie, ha incontrato nella sede della Regione a Novoli i rappresentanti delle associazioni di categoria. Per il 31 agosto invece è stato già messo in calendario un incontro con gli assessori provinciali all'agricoltura. L'incontro si terrà nel pomeriggio nella sede della provincia di Siena.

«I coltivatori e le loro associazioni hanno giustamente lanciato un allarme che è stato prontamente raccolto dalle istituzioni, Province e Regione – ha detto l'assessore Salvadori - Cercheremo tutti insieme di trovare le risposte adeguate a un problema che riguarda una equa distribuzione del reddito fra chi produce e chi ritira e lavora il prodotto. Non è giusto che, in una annata di crisi come questa, con il maltempo che ha influito negativamente sul prodotto, le ripercussioni vengano scaricate soltanto sulla parte più debole della filiera, i produttori. Le istituzioni faranno la loro parte, ma se esistono degli accordi commerciali anche le aziende di lavorazione dovranno fare la loro».

D'accordo con Salvadori anche il ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan (nella foto): «Giudico sensate e motivate le affermazioni rilasciate dall'assessore all'Agricoltura della Regione Toscana, Gianni Salvadori. Le questioni che ha sollevato sono all'ordine del giorno per quanto riguarda uno tra gli aspetti più preoccupanti per gli interessi del nostro sistema agroalimentare. Mi riferisco cioè allo sleale e inaccettabile attacco condotto sullo scenario internazionale da parte di più Paesi a tutto danno dei produttori e coltivatori italiani. Questo è un tema che ho già affrontato in sede di Unione europea, ma che non intendo tralasciare anche perché chi, come il sottoscritto, si sta dimostrando leale nei confronti di ogni normativa comunitaria, sente forte la responsabilità di contrastare in modo energico e definitivo una concorrenza sleale che non ha paragoni nell'economia mondiale. Quindi, se da una parte esigiamo che sia approvato tutto ciò che va approvato in termini di etichettatura di origine, dall'altra è indispensabile rafforzare tutti i controlli possibili su quanto entra e si consuma nel nostro Paese. A giorni ci saranno incontri specifici presso il Ministero, allo scopo di affrontare assieme alle Regioni interessate la questione del pomodoro».


«Ciò che possiamo e ciò che non possiamo fare per tutelare produttori e consumatori del nostro pomodoro. Non possiamo né bloccare i camion né impedire la libera circolazione delle merci in osservanza degli obblighi comunitari ed internazionali. Ma ci sono delle regole e queste regole vanno rispettate, garantendo la massima trasparenza su tutti i vari passaggi della filiera per la produzione della passata di pomodori.

Più in particolare, quando un semilavorato a base di pomodoro entra in Italia, come nel caso della passata, va verificato che la sua autorizzazione sia coerente con le regole vigenti.

Giancarlo GalanSi tratta di controllare ed armonizzare meglio il sistema dei controlli. A questo fine già domani mattina si terrà una nuova riunione operativa presso il mio Gabinetto con il coinvolgimento dell'Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari e repressione frodi, del Corpo Forestale e dell'Agenzia delle Dogane. Ciò per valutare l'efficacia delle azioni già messe in atto ad inizio campagna di trasformazione del pomodoro e intensificare i controlli nei luoghi e nei passaggi della filiera più sensibili.

Lunedì mattina poi sono stati convocati presso il Ministero tutte le organizzazioni della filiera del pomodoro e le Regioni interessate per studiare ulteriori iniziative tese a contrastare le distorsioni del mercato e assicurare il massimo coordinamento tra i vari soggetti coinvolti nella programmazione e nei controlli del settore. La vicenda del pomodoro testimonia ancora una volta l'urgenza dell'approvazione della legge sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari ancora all'esame del Parlamento.
 
Al prossimo consiglio dei Ministri europeo porterò la questione all'attenzione della commissione e di tutti i colleghi, perché l'Europa adotti le misure necessarie a salvaguardare i produttori comunitari ed i consumatori europei».

«La contraffazione crea e smercia prodotti falsi che ci danneggiano gravemente, per esempio nella moda, ma soprattutto in agricoltura. C'è chi fa e vende falso Parmigiano oppure falsa mozzarella o pasta e così via, falsificando in ogni modo e ovunque nel mondo le nostre eccellenze alimentari. E c'è chi trasforma pomodori che vengono chissà da dove in pomodori italiani. è mio intento, ove fosse legalmente possibile, colpire tutti coloro che danneggiano produttori e consumatori italiani. In breve, scusate se mi ripeto: se al più presto sia in Italia sia in sede di Unione europea non verrà affrontata e risolta, nel pieno rispetto di ogni idea di giustizia e di trasparenza economica, la questione dell'etichetta d'origine, credo che l'Italia farebbe bene a considerare se sussistano ancora le ragioni di una sua partecipazione a organismi internazionali a quel punto assai poco leali nei suoi riguardi».

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