Con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea, non c'è più alcun dubbio: anche la Ue ha dato ragione all'Angem, Associazione nazionale per la ristorazione collettiva e servizi vari, sulla vicenda dei ritardi nei pagamenti. Sul bollettino ufficiale della Comunità europea è infatti stata portata a conoscenza di tutti la nuova direttiva comunitaria che obbliga la pubblica amministrazione a effettuare senza alcuna possibilità di deroga il pagamento entro 30 giorni dalla data di ricevimento della fattura. L'Italia, come tutti gli altri paesi membri, avrà due anni di tempo per recepire tale normativa.
La pubblicazione sul bollettino ufficiale dell'Unione europea non fa altro che aggiungere un tassello importantissimo a quanto già stabilito dal Consiglio di Stato e dai Tar su ricorso di Angem, le cui sentenze avevano dichiarato nulle le clausole che prevedevano il pagamento a sei mesi contenute in bandi di gara del ministero della Giustizia e dell'ospedale Le Molinette di Torino.
«In Italia, nonostante questi provvedimenti che hanno forza di legge - affermano Ilario Perotto, presidente Angem, l'associazione che riunisce le mense, e Ferdinando Palanti, presidente Legacoop Servizi - si continua a presentare bandi come se nulla fosse e dunque in pieno dispregio delle Direttive Comunitarie e dei diritti delle imprese che hanno la sventura di fornire la Pubblica Amministrazione».
Per dare un senso ancora più concreto al commento di Perotto e Palanti, l'Angem e Legacoop Servizi con questa nota ricordano che la legge di stabilità per il 2011 ha congelato per un anno le azioni esecutive nei confronti delle strutture sanitarie site nelle cinque regioni in stato di dissesto. Ciò significa che quegli imprenditori che per non fallire hanno ottenuto dalla magistratura dei decreti ingiuntivi nei confronti delle Asl dovranno attendere altri 365 giorni e se sopravvivranno al momento del pagamento potranno, almeno, chiedere gli interessi al tasso dell'8% (risultante da sette punti percentuali sopra il tasso di sconto che al momento è fissato dalla Bce all'1%) come previsto dalla normativa comunitaria.
«Le linee guida del prossimo piano sanitario nazionale - proseguono Perotto e Palanti - arrivano addirittura ad invitare il Governo a far approvare leggi che non solo continuano a bloccare le azioni esecutive contro le Asl delle cinque regioni decotte, ma che addirittura devono limitare la misura degli interessi per il ritardato pagamento ad un tasso non superiore a quello legale attualmente dell'1% con buona pace della normativa nazionale e comunitaria sulla lotta ai ritardi di pagamento».
Per dare un esempio concreto, basti considerare la situazione della Asl di Massa Carrara che, essendosi trovata in difficoltà economiche, condiziona il pagamento dei crediti in termini ristretti alla rinuncia al 10% della somma. In sostanza ai fornitori che attendono il pagamento da mesi e mesi si chiede di rinunciare non solo agli interessi dovuti loro per legge, ma anche ad un decimo della cifra che attendevano. «Emerge chiaramente - conclude Perotto - che si tratta di un odioso ricatto nei confronti di chi con l'acqua alla gola e per non fallire è costretto ad accettare».
In mancanza di chiari segnali della volontà delle amministrazioni pubbliche di ottemperare ai loro obblighi contrattuali, Angem e Legacoop Servizi intraprenderanno azioni a tutela delle imprese aderenti con nuove iniziative verso le autorità di Garanzia, il Parlamento e la Magistratura.
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