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La Targa di qualità di Galan? Un "contentino" per i ristoranti

Secondo il recente decreto di Galan e Razzi i ristoranti italiani all’estero saranno segnalati anche attraverso una targa ad hoc con una dicitura e il logo del Ministero. Ma dall'Arabia Saudita si leva la voce di Emanuale Esposito che in una lettera aperta si toglie qualche sassolino dalla scarpa

18 marzo 2011 | 14:18
La Targa di qualità di Galan? Un
La Targa di qualità di Galan? Un

La Targa di qualità di Galan? Un "contentino" per i ristoranti

Secondo il recente decreto di Galan e Razzi i ristoranti italiani all’estero saranno segnalati anche attraverso una targa ad hoc con una dicitura e il logo del Ministero. Ma dall'Arabia Saudita si leva la voce di Emanuale Esposito che in una lettera aperta si toglie qualche sassolino dalla scarpa

18 marzo 2011 | 14:18
 



Una 'Targa di qualità e provenienza dei prodotti gastronomici italiani”. Il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan, insieme al deputato Antonio Razzi, ha presentato lo scorso 16 marzo il decreto che istituisce l'elenco dei ristoranti italiani di qualità all'estero per rafforzare la promozione del Made In Italy nel mondo.

Dopo aver elogiato l'iniziativa per i suoi innumerevoli e sostanziali risvolti non solo nella promozione del nostro Made in Italy nel mondo, il Ministro ha riconosciuto nell'iniziativa di Razzi un sistema valido per contrastare l'enorme contraffazione e imitazione dei prodotti che hanno reso e rendono famosa in tutto il mondo la Cucina italiana ma che ne danneggiano irrimediabilmente l'immagine e l'economia. Peccato che da mesi l'Isnart (Istituto nazionale ricerche turistiche), insieme alle Camere di commerco di tutta Italia, sia al lavoro per certificare col Marchio di qualità ("Rim") i ristoranti italiani nel mondo...

Una dimenticanza che non è sfuggita a Emanuele Esposito (nella foto a destra), general manager de Il Villaggio di Jeddah (Arabia Saudita), che istantaneamente aveva espresso le sue perplessità in una nota a 'Italia a Tavola” e che ora scrive una lettera aperta al ministro Galan.

'
Caro Ministro,
bella la sua iniziativa, o meglio il decreto firmato da Lei e proposto dall'On. Razzi sulla valorizzazione dei ristoranti italiani nel mondo. 'Ottimo” se non fosse che esiste già un altro marchio 'Ospitaliatà italiana”. Non riesco a capire perché lei abbia voluto creare un altro marchio creando confusione nel settore.

Emanuele EspositoA parte questo non condivido i requisiti, spero minimi, che lei ha inserito del suo decreto e le spiego perché. In primis lei sa bene che in alcune zone del Medio oriente ci sono delle restrizioni alimentari, quindi già  si avverte la prima difficoltà: come si fa a dare il marchio anche a quei ristoranti che non hanno almeno un cuoco italiano?
Per ultimo, e non per caso, il suo decreto prevede uno shopping online dei prodotti alimentari in collaborazione con Poste italiane e Buonitalia (quest'ultima doveva chiudere perché troppo costosa ma è ancora lì). Ma lei mi dica come fa un ristoratore ad acquistare prodotti online se poi ci vogliono una serie di documentazioni e i costi doganali sono alti: non tutto il mondo segue la legislazione europea, quindi io credo che vada rivisto il decreto nella forma e nella sostanza, perché così presentato rischia di apparire solo una bella propaganda oppure me lo lasci dire, un "contentino"!

Chi giudicherà questi ristoranti? Buonitalia? On. Razzi? Lei?
Siamo seri Ministro, il problema della ristorazione italiana all'estero e un fenomeno complesso, ci sono tanti falsi tanto quanto i prodotti cinesi in Italia e in giro per il mondo. Il fenomeno non può essere combattuto con una targa o un marchio e se si vuole seriamente fare valorizzazione basterebbe andare a prendere il Disegno di legge 1030 presentato dalla senatrice Rebuzzi redatto durante la scorsa legislazione, oppure fare una commissione dove ci sono anche gli operatori del settore e associazioni di categoria. Non è che con un decreto che si risolve il problema della valorizzazione.

Ci sono tante cose che possono aiutare, ad esempio creare all'interno di ogni ristorante italiano, che abbia le caratteristiche richieste, un angolo shop ItalianS' dove il cliente può vedere il prodotto, creare situazioni e/o eventi locali, formazione del personale con corsi-stage da tenersi in Italia. Ci sono tante ottime scuole di cucina italiana sul nostro territorio. Poi c'e il discorso sui dazi doganali e documentazione, pensi che in Arabia Saudita non può essere importata la carne italiana, anche se hall, perché manca un certificato che l'Italia non ha mai emesso. Io, ad esempio, per importare la bresaola lo devo fare attraverso corrieri espressi.
Io importo prodotti italiani di qualità ma per farli uscire dalla dogana mi tocca pagare sottobanco, perché la legislazione italiana è ben diversa da quella araba: allora bisognerebbe intervenire sul Governo locale, magari con accordi, Lei non crede?
è facile fare proclami ma bisognerebbe conoscere le realtà Paese per Paese.

Io spero che Lei ritorni sui suoi passi e riveda il decreto. Sono disponibile anche a un incontro e credo che Lei dovrebbe richiamare al suo tavolo anche le Associazioni di categoria, se vuole veramente realizzare un progetto serio. Tutti dicono che i cuochi sono ambasciatori della cucina nel mondo, ma senza mezzi non si può fare promozione.

La ringrazio.

Emanuele Esposito
executive chef e general manager
'Il Villaggio”, Jeddah (Arabia Saudita)


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23/03/2011 23:35:00
5) L'unica cosa che conta sono i clienti, altro che targa
Il premio migliore per un ristoratore è il CLIENTE soddisfatto. Non c'è premio che vale, se il cliente esce scontento. Lui non tornerà più. Quindi lavoriamo bene, aggiorniamoci sia nella Cucina che nei Prodotti, creiamo con modestia e ... siamo rispettosi l'uno dell'altro. Grida ... ALLA TARGA..... ALLA TARGA....ALLA TARGA, fate la fortuna di pochi. La carota.... davanti non da il successo.... il bar italiano non chiede la targa, la moda italiana non chiede la targa, l'architettura italiana non chiede la targa...... e potrei scrivere all'infinito sulle eccellenze italiane che non chiedono la targa. BUON LAVORO A TUTTI!!!


23/03/2011 23:34:00
4) Un altro made in Italy taroccato
Dei Made in Italy taroccati e bugiardi ne abbiamo pieno il mondo, stemmi tricolore e vilipendi gastronomici alla nostra bandiera pure. In realtà, ciò che è più triste è che cuochi mondiali eccellenti hanno imparato a riconoscere l'eccellenza del nostro prodotto genuino e rinomati cuochi italiani non sanno riconoscere una farina da un altra, una carne o una verdura. In realtà la difesa, tutela e garanzia dovrebbe partire dai nostri ristoranti locali,dove le decine di guide ormai esistenti senza per altro aver nessun organo che possa garantire la veridicità di quanto raccontato, e dove il passaparola notoriamente il più rinomato vettore di verità non può arrivare al turista in nessun modo........ Concordo sul voler appartenere ad una categoria ma qualsiasi adesivo identificativo non controllabile nè in Italia nè nel resto del mondo sia dozzinale.


23/03/2011 23:32:00
3) Grande Emanuele, pensiero condivisibile
Grande Emanuele, pensiero più che condivisibile. A proposito del marchio ISNART posso soloa ggiungere che per 3 anni mi è stato conferito senza nessuna visita ispettiva ma solo sulla carta, poi dopo le mie rimostranze ed i miei rifiuti di andare alla "cerimonia" di consegna un giorno arrivò un incaricato, certamente serio , piacevole ed educato,...ma sulla sua reale capacità e preparazione professionale nell'analizzare una struttura ristorativa ho i miei dubbi. Secondo me era un manager che in quell'occasione si occupava di ristoranti, il mese dopo degli oculisti, e poi magari del marchio ai calzolai e via discorrendo. Questo per dire che dietro ai vari marchi ci sono sempre forti investimenti, progetti finanziati e finanziabili e quant'altro. Ecco spiegato perchè il marasma di associazioni, marchi, gruppi, progetti ecc portano sempre a confusioni e danni. salvo ovviamente a quel ristretto gruppo direttamente coinvolti......... ma questa....è altra storia!


23/03/2011 18:30:00
2) Il "sistema" Italia non esiste
Mi limiterò non solo a condividere la lettera del collega Esposito ma a riconferma che il "sistema" Italia non esiste, ci si sveglia al mattino e si fa un nuovo decreto che va a delegittimare il precedente, su un unico prodotto (es.Pizza) simbolo italiano esistono svariate associazioni a tutela, su un unica categoria di professioni (es. Cuochi) esistono svariate associazioni, concludo dicendo che se non ci si chiarisce prima in casa propria, di certo non si può pretendere che altri se ne approprino. Cordialmente.


23/03/2011 15:27:00
1) Sono altre le cose che si dovrebbero fare per la qualità dei locali
Secondo me oltre che essere superata, visto che ormai farà il ministro alla Cultura e al suo posto ci va Saverio Romano, è anche poco bella, in quanto come si fa a mettere la faccia di un ministro sulla porta, che dice che il posto è da lui approvato? è andato lui di persona? Ha gli ispettori di controllo statale che girano tra i locali? Troppi dubbi su questa cosa. A me come operatore non piace per nulla, e poi come fa ad essere credibile vista la rotazione veloce e di solito l'incompetenza di certi ministri in certi temi e ruoli? Secondo me è peggiorativo per un ristorante mettersi quella cosa sulla porta, sono altre le cose e le certificazioni che si dovrebbero fare per dare la qualità ai locali.




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