Il Governo vara il codice-riforma sul Turismo e subito riceve le dure critiche della Federazione italiana pubblici esercizi. No, per ragioni opposte alla Fipe, anche di Agriturist (Confagricoltura), l'associazione nazionale per l'agriturismo, l'ambiente e il territorio). Secondo il premier Silvio Berlusconi (nella foto), nella conferenza stampa a palazzo Chigi insieme al ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla (nella foto), il Codice «ripara gli errori della sinistra» e ha l'obiettivo di far crescere il settore da circa il 10% del pil attuale «fino al 12-13%, e magari raddoppiarlo nel corso degli anni».
Dura la posizione della Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi in merito. La parte relativa alla ristorazione del codice-riforma del ministro Brambilla è l'implosione del turismo e stravolge l'ordinamento giuridico del settore. Consentire a tutte le strutture ricettive di estendere la propria attività a quella di somministrazione di alimenti e bevande per le persone non alloggiate nelle stesse strutture produrrà effetti sul turismo opposti a quelli vantati in sede di conferenza stampa a Palazzo Chigi e creerà una sperequazione fra le imprese.
Fipe aveva già sollecitato più e più volte il ministro del Turismo, mettendo in evidenza come tale disposizione consentirà alle imprese del settore ricettivo (alberghiero, campeggi, b&b, agriturismi, eccetera) di effettuare somministrazione al pubblico senza fornire garanzie di professionalità e integrità morale previste i pubblici esercizi. Questo comporterà asimmetrie nel mercato, perché mette sullo stesso piano tipologie differenti di imprese che così possono proporre uno stesso servizio. Crea cioè un mercato con regole diseguali per una stessa offerta, in totale spregio alla Direttiva servizi recepita dal Dlgs 59/2010. La ristorazione italiana è il secondo motivo di scelta dell'Italia come meta turistica e il primo motivo per cui uno straniero decide di tornare in Italia. E non si capisce per quale motivo si tenti di svalutare questo tipo di attrazione turistica.
Fipe si riserva, a questo punto di attivare forme di protesta più idonee sui territori, coinvolgendo le 260mila imprese di pubblico esercizio in grado di dare lavoro a circa un milione di persone e generare un fatturato complessivo da 64 miliardi di euro. Per questo è stato convocato d'urgenza un consiglio nazionale; l'azione di protesta sarà fortissima.
Contrario alla presa di posizione della Fipe, il presidente Silvio Berlusconi, che si dice molto positivo per il futuro del settore grazie anche al nuovo Codice. «Il turismo è croce e delizia del nostro Paese. Vale meno del 10% del nostro pil, ma dovremmo avere molto di più, visto che abbiamo il maggior numero di beni artistici al mondo, oltre alle bellezze naturali straordinarie, dalle alte montagne alle acque cristalline», ha osservato Berlusconi.
Non solo: «Il turismo con la sanità è l'attività che si pensa debba avere nel prosieguo degli anni il maggiore sviluppo: l'Onu prevede in 8 anni l'incremento di almeno il 50% dei cittadini che oggi vanno per il mondo per turismo. Da noi invece - ha affermato - il turismo è diminuito, perché c'è stato un grande errore della sinistra, guarda caso, chissà perché... che ha attribuito alle regioni la competenza turistica, con venti politiche diverse e senza saper fare promozione all'estero. I miei figli mi hanno telefonato dall'Australia e mi hanno detto che c'erano i cartelloni che dicono 'visita il Molise”...».
«Poi - ha rivendicato Berlusconi - siamo arrivati noi: abbiamo fatto l'agenzia nazionale per il turismo, abbiamo ricostruito il ministero del Turismo che era stato cancellato e chiamato il ministro Brambilla, è un po' il suo mestiere, e abbiamo iniziato a pensare a cosa potevamo inventarci per arrivare al 12, 13% e chissà con gli anni magari ad un raddoppio. Siamo partiti con l'unificazione della promozione nel mondo, preso contatti diretti con le imprese del settore, e abbiamo poi pensato che dovevamo operare un riassetto normativo per tutto il settore. Anch'io ci ho lavorato, e abbiamo dato vita a questo Codice del Turismo oggi definitivamente approvato dal Cdm. Siamo orgogliosi di metterlo a disposizione del settore: dobbiamo creare le condizioni perchè le aziende turistiche possano crescere e investire, possano garantire qualità di servizio molto elevata». Tra le misure elencate dal premier, «diventano imprese turistiche tutte quelle che forniscono servizi ai turisti, dai bar agli impianti sportivi, e le agenzie turistiche online vengono equiparate».
«Sono estremamente soddisfatta – ha detto il ministro Brambilla - dell'approvazione definitiva del decreto legislativo con la normativa statale su ordinamento e mercato del turismo e l'attuazione della direttiva Ce sulla multiproprietà, in breve il Codice-riforma del Turismo, che rappresenta una svolta determinante per il settore e la sua competitività».
«Il testo - aggiunge - non solo risponde a un' esigenza di semplificazione e riordino della legislazione in materia molto sentita dagli operatori e di grande portata per i turisti, ma rappresenta la prima vera e completa opera di riforma del turismo che viene fatta in questo Paese, per un settore tra l'altro privo fino ad oggi di un sistema di regole chiaro e completo. Una riforma che ha l'obiettivo di tutelare il turista, aiutare le imprese, stimolare la riqualificazione dell'offerta turistica nell'ottica di una maggiore competitività del sistema Italia nel suo complesso».
«Con il riordino del quadro normativo di riferimento - conclude Michela Vittoria Brambilla - la nostra iniziativa legislativa conferisce certezza e sicurezza a tutti i soggetti coinvolti, siano essi gli operatori o i turisti, e costituisce, senza ombra di dubbio, una straordinaria occasione per la crescita e lo sviluppo di un settore strategico per l'economia del Paese, anche grazie all'introduzione di istituti di semplificazione, incentivazione e valorizzazione».
In merito al nuovo Codice, segnaliamo anche la posizione di Agriturist. Il suo presidente Vittoria Brancaccio accusa il Ministero di non avere un piano di sviluppo per il settore e la mancata promozione degli agriturismi sul portale ufficiale www.italia.it.
Nonostante il rifiuto al nuovo codice del Turismo, la Fipe è invece favorevole ad altre norme siglate dal Consiglio dei Ministri. Bene il diritto di superficie previsto nel decreto sviluppo annunciato dal ministro Tremonti, anche se in quel testo alcuni aspetti sarebbero ancora da migliorare. Plauso anche al provvedimento sull'apprendistato, strumento principale di ingresso nel mondo del lavoro e in grado di generare vero sviluppo anche nel comparto turistico. Questi vengono considerati da Fipe - che condivide interamente il commento di Confcommercio sul decreto sviluppo - interventi strutturali, a differenza del provvedimento di facciata del ministro Brambilla su cui pare si registri anche il dubbio delle Regioni.
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