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Cibo nel mirino delle agromafie Il giro dei “falsi d’autore”

I pirati usano denominazioni geografiche, parole, immagini, slogan e ricette che si richiamano al Belpaese per pubblicizzare e commercializzare prodotti che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. Un giro d'affari che supera i 60 miliardi di euro l'anno (164 milioni al giorno)

di Mariella Morosi
 
21 giugno 2011 | 12:27

Cibo nel mirino delle agromafie Il giro dei “falsi d’autore”

I pirati usano denominazioni geografiche, parole, immagini, slogan e ricette che si richiamano al Belpaese per pubblicizzare e commercializzare prodotti che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. Un giro d'affari che supera i 60 miliardi di euro l'anno (164 milioni al giorno)

di Mariella Morosi
21 giugno 2011 | 12:27
 


Nella foto: falsi marchi usati per il taroccamento.

ROMA - L'agroalimentare italiano è per la criminalità un campo ricco per fare bottino. Il volume d'affari dell'agromafia è quantificabile in 12,5 miliardi di euro l'anno (5,6 % del totale): il 70% viene da attività illecite e il rimanente da reinvestimenti in attività lecite.

Per la prima volta il fenomeno è stato affrontato in maniera organica nel rapporto "Agromafie" a cura di Eurispes e Coldiretti, presentato a Roma dal presidente Sergio Marini alla presenza dei curatori, dei rappresentanti della magistratura, delle forze dell'ordine e degli organi di controllo a tutela della sicurezza alimentare e agroambientale. Per l'occasione è stato allestito il 'Salone degli inganni a tavola”, con candide e brillanti mozzarelle taroccate, olio extravergine verde-clorofilla, pummarò pechinesi e altri fantasiosi falsi del Made in Italy.

L'agromafia nel nostro Paese, secondo il rapporto,  controlla tutta la filiera agroalimentare, è divenuta una grande holding finanziaria che ha invaso i mercati legali con il danaro sporco, trovando un terreno fertile nell'attuale quadro congiunturale. L'obiettivo è quello della massimizzazione dei profitti, alimentandosi dei problemi in cui si trovano le imprese agricole per la difficoltà di accesso al credito. Inoltre acquista peso sul mercato stravolgendolo,  diventando essa stessa broker, pratica usura e racket e mette a rischio la sicurezza degli alimenti e la salute dei consumatori.

«L'agromafia è un organismo mutante parallelamente all'evoluzione della società - ha detto Gianmaria Fara presidente di Eurispes - presenta una grande capacità di adattamento e agisce con mezzi modernissimi, sfruttando ogni possibilità. è come se ci fossero tre Pil: quello ufficiale di 1.540 miliardi,il sommerso di 530 e quello criminale di 220. Basti pensare al controllo delle forze lavoro come il caporalato,lo sfruttamento dei braccianti agricoli irregolari, con conseguente evasione fiscale e contributiva. Sono numeri sbalorditivi anche sul piano internazionale: 60 miliardi euro l'anno è il bilancio della contraffazione dell'Italian sounding: perdiamo 164 milioni di euro al giorno per marchi e prodotti italiani falsificati».

è come se un convitato di pietra, invisibile, sedesse ogni giorno alla tavola delle famiglie, dei ristoranti o della mense aziendali, imponendo condizioni inique. è  quanto ha detto alla presentazione del rapporto Piero Grasso, procuratore nazionale antimafia, presente al convegno con Antonio D'Amato della Procura della Repubblica di Napoli, con Raffaele Guariniello della Procura di Torino,  con Vincenzo Macrì, Procuratore generale della Repubblica di Ancona e con Luca Palamara, presidente dell'Associazione nazionale magistrati. Per le forze dell'ordine sono intervenuti, portando la loro esperienza di contrasto alla criminalità, i generali Luciano Carta della Guardia di Finanza e Cosimo Piccinno, dell'Arma dei Carabinieri, Giuseppe Peleggi, direttore generale Agenzie delle Dogane, Giuseppe Serino, Ispettore Capo del Dipartimento repressioni Frodi del Mipaaf e Giuseppe Vadalà, del Corpo Forestale dello Stato. Ha moderato il dibattito Piero Riccardi, giornalista di 'Report”.

Difficile contrastare la vocazione imprenditoriale della criminalità che agisce nella filiera agroalimentare sia per le ingenti risorse finanziarie di cui dispone sia perché si manifesta seguendo i principi e le regole proprie della finanza, prima tra tutti quella della diversificazione del rischio e del portafoglio di investimenti.Le sue azioni prendono quindi vie diverse, integrandosi o compensandosi tra loro a seconda del contesto economico e territoriale.



L'azienda mafia - secondo la Direzione investigativa Antimafia - attraverso imprese affiliate o collegate è in grado di controllate tutta la filiera: dalla produzione agricola all'arrivo della merce nei porti, dai mercati all'ingrosso alla grande distribuzione, dal confezionamento alla commercializzazione. Questo si traduce in una perdita di sicurezza sociale  e dall'impoverimento dell'economia dei territori. Ma come arginare un fenomeno tanto diffuso,ristabilire le regole violate e impedire che vengano violate quelle che non ci sono ancora? Tutti i relatori hanno cercato di dare il proprio contributo per cercare un percorso comune, il filo conduttore di una sfida globale per un modello legale e alternativo. Per Antonio d'Amato  sarebbe opportuno aumentare gli spazi di coordinamento contro le azioni di inquinamento, come la creazione di un protocollo investigativo tra le varie Procure e la Dia. Potrebbero essere meglio definiti e colpiti tutta una serie di 'reati spia”, cioè quelle violazioni non particolarmente rilevanti - come richieste di danaro, incendi dolosi, o minacce a contadini riottosi - ma che sono orientati verso scopi tipicamente mafiosi. Per Vincenzo Macrì, procuratore di Ancona, oggi la mafia non è più quella ottocentesca che taglieggiava i contadini, rapiva proprietari e tagliava gli alberi, ma si è evoluta ed i suoi reati non più i classici codificati come il traffico di droga. Cioè da associazione è diventata organizzazione attenta, moderna, e i suoi reati saranno in futuro minori, come contraffazione o falso in bilancio. «Paradossalmente - ha sostenuto - saremo sempre più di fronte a una mafia senza reati di mafia».

Le grandi procure dovranno per agire efficacemente organizzarsi in gruppi di lavoro, con magistrati specializzati. Difficile creare modelli organizzativi in economia, con pochi magistrati. I tempi delle indagini sono lunghi e gli strumenti carenti».

Per Guariniello le leggi ci sono ma spesso sono disapplicate e gli organi ispettivi sono inadeguati, con il risultato che si vada spesso all'archiviazione di reati con la conseguente diffusione tra le imprese di un senso di impunità. Per i reati all'estero si ricorre alle rogatorie, ma i risultati sono spesso sconfortanti. «Il crimine - ha detto - viaggia con la velocità della luce e noi andiamo con la diligenza». Anche Palamara, dell'Associazione nazionale magistrati ha sottolineato le carenze del sistema sia sul piano legislativo che giudiziario, ponendo l'accento sulla necessità di una più mirata formazione e specializzazione dei magistrati e abbreviando la durata dei processi. Il rapporto Agromafia indica come l'aumento dei prezzi dei prodotti agricoli - che si adeguano alla logica della speculazione e non a quella di mercato- esiga interventi decisi contro la filiera parassitaria, per ristabilire equilibri tra esigenze del produttore e quelle del consumatore. Il volume contiene anche l'esatta contabilità delle numerose azioni e i sequestri effettuati dalle forze dell'ordine negli ultimi due anni, perché - come ha detto Vadalà - «la qualità non è un lusso e dobbiamo pretendere quello che l'etichetta di qualsiasi prodotto promette».  

Sergio Marini, presidente della Coldiretti, a chiusura dell'incontro ha espresso soddisfazione per il lavoro fatto con gli sforzi di tutti. «Abbiamo raggiunto l'obiettivo di sensibilizzare la società su un punto che sarà il futuro del mercato ma nello stesso tempo ci impegniamo di trasferirne il risultato alle forze politiche».

Ma ha precisato poi con un notevole scetticismo: «Bisognerà poi vedere con quale autorevolezza le nostre proposte verranno esaminate e portate in ambito comunitario. Non so fino a che punto si voglia veramente trasparenza e informazione,punti  su cui la Coldiretti è impegnata da tempo. Nonostante il quadro grigio in nostro impegno continua e non si fermerà l'impegno di denuncia con lo scopo di accorciare la filiera e di privilegiare il reddito dei produttori».


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