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Nel libro “La miscelazione futurista” i cocktail più audaci degli anni Trenta

Scritto dal barman Fulvio Piccinino, il libro “La Miscelazione Futurista” racchiude svariate ricette di cocktail dagli anni Trenta tipici del movimento futurista; tra queste Giostra d'alcol e Rigeneratore

di Mariella Morosi
 
24 dicembre 2014 | 14:20

Nel libro “La miscelazione futurista” i cocktail più audaci degli anni Trenta

Scritto dal barman Fulvio Piccinino, il libro “La Miscelazione Futurista” racchiude svariate ricette di cocktail dagli anni Trenta tipici del movimento futurista; tra queste Giostra d'alcol e Rigeneratore

di Mariella Morosi
24 dicembre 2014 | 14:20
 

Scritto dal barman, Fulvio Piccinino, dopo anni di ricerche, il libro “La Miscelazione Futurista. Polibibite, la risposta autarchica italiana ai cocktail degli anni Trenta”, presenta un aspetto inedito, quello del bere, del movimento futurista di Filippo Marinetti. Le polibibite, frutto della miscelazione di liquori autarchici che accompagnavano le audaci ricette proposte, vengono recuperate dall'autore dopo anni di ricerche e di indagini tra musei, collezionisti, mercatini dell’usato, biblioteche e antiquari.



Il volume, pensato all'origine per altri professionisti della miscelazione perché possano provare l’emozione di cimentarsi con prodotti della liquoristica nazionale, per la sua ricca aneddotica rappresenta per tutti un'interessante - e sotto certi aspetti divertente - scoperta di un aspetto poco conosciuto del movimento futurista. Fulvio Piccinino illustra, tra filologia e attualità, la composizione di 18 curiose polibibite concepite e realizzate tra il 1925 e il 1933 da pittori, poeti e artisti futuristi, tutti non professionisti della miscelazione.

Una corposa appendice comprende i segreti per realizzare un “aeroaperitivo”, le ricette di una volta per i liquori fai-da-te e un neomanifesto del miscelatore futurista. Al progetto, promosso dalla storica casa astigiana Giulio Cocchi che è anche l'editore, hanno preso parte storici marchi della liquoristica italiana come Campari, Tassoni, Luxardo, Nardini, Pallini, Strega e Fabbri, uniti da un legame di prodotto. All'origine della sinergia, la comune volontà di riproporre l'arte della nostra miscelazione in un settore - quello dei cocktails - che parla soprattutto inglese, dominato soprattutto da whisky, gin e vodka.

«Il nostro mondo, le nostre eccellenze - ha sottolineato Roberto Bava della Giulio Cocchi - come vermuth, grappa, amaro o limoncello ne sono rimasti sempre fuori». L'azienda fondata nel 1891, ha vissuto il momento futurista con il Barolo Chinato, il famoso aperitivo americano e varie tipologie di vermouth, alcuni in produzione da oltre un secolo. Alla presentazione del libro a Roma, all'emporio Jerry Thomas studio 9, sono state realizzate in diretta 4 delle 18 bizzarre ricette che all'assaggio si sono rivelate riproducibili e di gusto contemporaneo, anche se con un inevitabile tocco di stravaganza.

Dai nomi fantasiosi, sono state Giostra d'alcol, Grandi acque, Rosa bianca e Rigeneratore. La prima, Giostra d'alcol, che porta la firma del pittore futurista Enrico Prampolini, fu presentata alla grande esposizione coloniale di Parigi col nome Carouselle d'alcol. Contiene Barbera d'Asti, Cedrata Tassoni e Bitter Campari e, in infusione, una doppia sorpresa: un pezzetto di cioccolata e uno di formaggio.

Grandi Acque invece è composto da gin (ma quello italico, che si faceva anche in casa), grappa e mistrà e, anche qui, in infusione, un pezzetto di acciuga racchiuso in un'ostia. Rosa bianca, datato 1936, è invece un cocktail, già dal nome, tutto al femminile. Creato da Angelo Giachino, titolare del Santopalato di Torino, unico esempio di breve durata di ristorante futurista, è composta da succo d'arancia, Bitter Campari, mistrà e liquore di rose. Meglio gustarlo, come all'epoca, con una spruzzatina nell'aria di essenza di rose.

Provocatorio e decisamente per uomini forti il Rigeneratore, inventato da Cinzio Barosi, ingegnere, quello che voleva motorizzare l'Italia intera con un unico modello di auto a prezzo stracciato. Questa sua polibibita, consigliata per le fatiche d'amore, è composta da un rosso d'uovo, tre noci, zucchero, Moscato d'Asti e una banana (siamo in periodo coloniale). Il frutto spunta in maniera fin troppo allusiva dal bordo del bicchiere. Niente dosi nella miscelazione: misurare era contro la logica futurista perché si teorizzava che “da ogni sbaglio può nascere una nuova polibibita”.

Michela Pallini, dell'omonima azienda fondata nel 1875, leader in Italia con gli sciroppi e il classico mistrà a base d'anice - usatissimo come correzione del caffè espresso - ha auspicato una maggiore valorizzazione della produzione italiana anche nei cocktails, quasi una via italiana alla miscelazione. «Con la Francia - rivela Michela Pallini - siamo i più specializzati del mondo nella liquoristica e nell'erboristeria. Abbiamo creduto in questo progetto del libro perché può contribuire a proporre al pubblico una maggiore conoscenza e la diffusione dei nostri prodotti, eccellenze che hanno fatto la storia». Il volume, stampato in 1.500 copie, in italiano e in inglese, può essere ordinato online.


Titolo: La miscelazione futurista. Polibibite, la risposta autarchica italiana ai cocktail degli anni trenta
Autore: Fulvio Piccinino
Editore: CocchiBooks
Pagine: 328
Prezzo: 28 €

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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