è quanto è emerso da una analisi della Coldiretti relativa all'andamento dei prezzi nei primo trimestre del 2009 sulla base dei dati Ismea in occasione della giornata nazionale degli allevamenti italiani con decine di migliaia di allevatori in piazza e di fronte ai centri commerciali in tutte le principali regioni di produzione per salvare le stalle italiane e i primati qualitativi e di sicurezza del Made in Italy, con una capillare 'operazione verità”.
La moltiplicazione dei prezzi colpisce i consumatori costretti a contenere gli acquisti e gli allevatori costretti a chiudere le stalle perché non riescono più a coprire i costi di produzione, ma apre anche le porte agli inganni: la metà delle mozzarelle in vendita sugli scaffali della grande distribuzione sono fatte con latte straniero mentre circa un quarto addirittura da semilavorati industriali (cagliate).
In Italia si producono 11 miliardi di chili di latte ma vengono importati ben 1,3 miliardi di chili di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 13 milioni di polvere di latte destinate ad alimentare la vendita di formaggi del finto Made in Italy all'insaputa dei consumatori.
Una ambiguità che sfrutta la mancanza di trasparenza sulla quale fa business la grande distribuzione commerciale alla quale la Coldiretti chiede di separare negli scaffali il vero Made in Italy da quello taroccato.
La Coldiretti è impegnata nel progetto per costruire una 'filiera agricola tutta italiana” per la vendita del prodotto agricolo 'centopercento italiano” firmato dagli agricoltori, attraverso la più estesa rete commerciale nazionale che coinvolge duemila mercati di campagna amica e duemila punti di vendita delle cooperative, mille dei consorzi agrari, cinquemila agriturismi e diecimila aziende agricole, ma coinvolgerà anche la rete della ristorazione a chilometri zero e la distribuzione che intenderà partecipare. Un impegno per smascherare il finto Made in Italy e combattere le inefficienze e le speculazioni per assicurare acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori che ad oggi per ogni euro speso dai cittadini in alimenti ricevono appena 17 centesimi.