Volantinaggio e proteste per i dipendenti di Mc Donald's e, più in generale, dei fast food, in tutto il mondo. La protesta è partita dagli Stati Uniti, dove è stato dichiarato lo sciopero nazionale, secondo lo slogan #FightFor15 (dove 15 dollari sono l'obiettivo di un salario minimo garantito); ma si è diffusa anche in Europa, toccando per l'Italia i poli di Roma e Milano, con - da quanto riportato dal Fatto Quotidiano - un flash mob davanti alla Camera di lavoro Cgil a Milano e volantinaggio alla stazione di Termini a Roma.
foto: The Submarine
ItaliaNel Belpaese è la Filcams Cgil (affiliata all'International union of food) ad aver organizzato ieri una protesta all'esterno dei fast food delle principali catene. «Protestiamo contro scarso numero di ore, salari non adeguati e part-time forzato, tutti fattori che fanno aumentare il livello di precarietà»: questo quanto detto da Luca De Zolt, della segreteria nazionale Filcams Cgil, a Il Fatto Quotidiano.
A Milano si è svolto a cominciare dalle 9.30 di mattina, un flash mob nel piazzale antistante la Camera del Lavoro Cgil e, contemporaneamente, a Roma, è stato fatto volantinaggio alla Stazione Termini.
«La situazione complessiva nel nostro Paese - sottolinea ancora la Filcams Cgil, su La Rassegna - non è certo rosea: il contratto collettivo nazionale è scaduto 4 anni fa e Fipe Confcommercio, fino a oggi, ha sempre vincolato l'eventuale raggiungimento di un accordo a un netto taglio del costo del lavoro, peggiorando le condizioni normative e salariali per quasi un milione di addetti che operano nel settore della ristorazione».
Gran BretagnaIn Gran Bretagna, in una delle città universitarie per eccellenza, Cambridge, si è tenuto primo sciopero dei dipendenti di McDonald's della storia. La protesta è unita ai lavoratori di Crayford, nel sud-est di Londra, iniziata ieri mattina all'alba. Anche il partito laburista di Jeremy Corbyn, confitto da Theresa May alle elezioni dello scorso giugno, appoggia la mobilitazione.
«Il nostro partito offre supporto e solidarietà al coraggio dei dipendenti di McDonald's, che oggi stanno facendo la storia. Stanno combattendo per i diritti dei lavoratori di McDonald's per la prima volta nella storia inglese. Le loro richieste sono giuste e devono essere soddisfatte».
Gli obiettivi sono chiari: da una parte, «non abbiamo scelta. Vogliamo essere trattati con rispetto ed essere pagati almeno 10 dollari l'ora», dicono i lavoratori statunitensi; dall'altra si mira all'abbandono degli zero-hours contracts, contratti simili ai lavori "a chiamata" e part-time in Italia, entro la fine dell'anno.
L'HuffPost Uke riporta le motivazioni della partecipazione allo sciopero inglese di uno dei dipendenti, Lewis Baker: «Non abbiamo altra scelta. Dobbiamo aumentare la consapevolezza sulle nostre condizioni di lavoro e il modo in cui siamo trattati da McDonald's. Io e molti altri siamo sempre stati ignorati dall'azienda».
«Studio all'università - ha spiegato Baker - quindi inizialmente pensavo che avrei potuto andare al lavoro dopo la fine delle lezioni. Ma negli ultimi mesi la mia vita è cambiata. McDonald's ha il potere sulla mia vita: decide se posso andare dal medico, in università e addirittura se posso vedere la mia famiglia e i miei amici».