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Michelin, ecco il Toto-stelle. È tempo delle pizzerie?

Martedì 23 novembre cerimonia di presentazione della nuova Rossa. Ecco rumors e speranze dell’edizione che (si spera) potrebbe segnare l’ingresso nella celebre guida del piatto italiano più celebre al mondo

di Luca Bassi
 
18 novembre 2021 | 18:06

Michelin, ecco il Toto-stelle. È tempo delle pizzerie?

Martedì 23 novembre cerimonia di presentazione della nuova Rossa. Ecco rumors e speranze dell’edizione che (si spera) potrebbe segnare l’ingresso nella celebre guida del piatto italiano più celebre al mondo

di Luca Bassi
18 novembre 2021 | 18:06
 

In molti se lo stanno chiedendo: il 2022 sarà (finalmente) l’anno della prima pizzeria stellata? Forse sì. Lo scopriremo martedì 23 novembre, quando tra le colline bresciane della Franciacorta, terra delle celebri bollicine Doc e Docg, verrà presentata la 67ª edizione italiana della Guida Michelin.

Il primo tema forte di questa nuova edizione riguarda proprio la pizza. Da tempo anche noi di Italia a Tavola chiediamo a gran voce (senza essere ascoltati) alla Michelin di spiegare perché non abbia ancora premiato il più grande capolavoro culinario inventato in Italia. Un vero peccato: perfino l’Unesco ha deciso di rendere omaggio alla pizza riconoscendola come Specialità tradizionale garantita.

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Quest'anno è la volta buona?

Sono tanti, infatti, gli esperti che indicano come imminente l’ingresso nella celebre guida di una (o forse due) pizzerie. Sarebbe qualcosa di importantissimo per tutto il movimento enogastronomico italiano, ma anche di rivoluzionario per la Michelin che finora ha voluto dare spazio solo ed esclusivamente ai ristoranti.

Martedì 23 novembre non dovrebbero dunque mancare novità ed emozioni, che segneranno il ritorno alla normalità di uno dei settori più colpiti dalla pandemia: l’anno scorso, tra Covid ancora galoppante e regioni divise in zone gialle, arancioni e rosse, la cerimonia venne confinata a una diretta streaming.

 

Nuova edizione tra rumors e speranze

Come spesso accade, i giorni che precedono la presentazione della Rossa sono carichi di voci e speranze. Le voci sono quelle di corridoio che vorrebbero indovinare le scelte degli ispettori, mentre le speranze sono quelle degli chef e dei ristoratori che sognano la prima stella o il salto di categoria. Senza dimenticare l’appeal che ha la recente Stella Verde. Cioè il pittogramma (in realtà un quadrifoglio) che indica i ristoranti sostenibili.

 

Ma individuare un ristorante che possa prendere la prima stella è sempre molto complicato. Soprattutto perché i criteri di valutazione non sono mai stati spiegati scientificamente dalla Michelin stessa. E poi c’è il discrimine dei plurimi assaggi effettuati da diversi ispettori: qui entra in gioco il dato soggettivo, che va - per forza di cose - a disintegrare discussioni e certezze.

 

Nuove stelle, chi potrebbe festeggiare?

Intanto, pizzerie a parte, nell’attesa di scoprire quali saranno i neo stellati 2022, è partito il toto Michelin. Come da tradizione, tra appassionati di alta cucina e professionisti del settore, si rincorrono nomi, rumours e ipotesi sui possibili (nuovi) riconoscimenti.

Tra i papabili nuovi macaron si parla per l’ennesima volta di Dina di Alberto Gipponi (Gussago, Brescia), ma anche di Opera dello chef Stefano Sforza (Torino), Luigi Lepore Ristorante di Luigi Lepore (Lamezia Terme, Catanzaro), Il Marin di Marco Visciola (al porto antico di Genova), Impronta dello chef Cristopher Carraro e Laura Avogadri (Bassano del Grappa, Vicenza), Orto by Jorg Giubbani dello chef Jorg Giubbani (Moneglia, Genova), Osteria Acquarol dello chef Alessandro Bellingeri (Appiano, Bolzano), Mos di Stefano Zanini (Desenzano, Brescia), Cucina Cereda di Giuseppe Cereda (Ponte San Pietro, Bergamo),San Giorgio della famiglia Scala e dello chef Graziano Caccioppoli (Genova), Locanda Petreja dello chef Oliver Glowig (Todi, Perugia), I Tenerumi dello chef Davide Guidara (Vulcano, Messina), Cavallino di Massimo Bottura (Maranello, Modena) guidato dallo chef Riccardo Forapani, Koinè di Alberto Buratti (Legnano, Milano), Daniel di Daniel Canzian (Milano), Wicky's Innovative Japanese Cuisine di Wicky Pryan (Milano).

 

 

Per la seconda stella il grande favorito resta invece il Lido 84 dei fratelli Camanini (Gardone Riviera, Brescia), da sempre considerato tra i grandi ristoranti del panorama italiano ma fermo da anni al primo “step” della Rossa. Qualche possibilità secondo gli esperti anche per L’Argine a Vencò (Gorizia) di Antonina Klugmann, Del Cambio (Torino) di Matteo Baronetto, George (Napoli) di Domenico Candela, Petit Royal dello chef Paolo Griffa (Courmayeur, Aosta), El Molin (Cavalese, Trento) di Alessandro Gilmozzi, Acquolina (Roma) di Daniele Lippi, Pashà di patron Antonello Magistà e dello chef Antonio Zaccardi (Conversano, Bari), Peter Brunel di Peter Brunel (Arco, Trento) e La Palta di Isa Mazzocchi (Val Tidone, Piacenza). Occhio anche a Berton di Andrea Berton (Milano).

 

Difficilmente un nuovo tre stelle

Dopo l’ingresso di Mudec (Milano) di Enrico Bartolini nell’olimpo della ristorazione italiana (era il 2019), sembra piuttosto difficile che la Rossa regali il massimo riconoscimento a un nuovo locale italiano.

Ma la Guida Michelin - chi la segue lo sa - è sempre imprevedibile. Per questo per alcuni due stelle possono sognare il terzo macaron: tra loro ci sono il Duomo di Ragusa dello chef Ciccio Sultano, Moreno Cedroni e il suo La Madonnina al Pescatore di Senigallia, La Madia di Pino Cuttaia (Licata, Agrigento) e, perché no, anche il Villa Crespi di Antonino Cannavacciuolo (Orta San Giulio, Novara).

Potrebbero sperare anche al Seta del Mandarin Oriental (Milano) dello chef Antonio Guida, oppure a Roma a Il Pagliaccio dello chef Anthony Genovese, Nino Di Costanzo al Daní Maison di Ischia (Napoli), Ciro Esposito e il suo Torre del Saracino (Vico Equense, Napoli) e il Don Alfonso 1890 della famiglia Iaccarino (Sant’Agata sui Due Golfi, Napoli).

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Gli attuali tre stelle

 

Se pizza sarà, due favoriti

Se davvero la Michelin dovesse decidere di aprire anche alle pizzerie (e ce lo auguriamo vivamente) i grandi favoriti sono sempre loro: Pepe in Grani (Caiazzo, Caserta), regno del grande Franco Pepe, e I Tigli (San Bonifacio, Verona) di Simone Padoan.

 

La Franciacorta casa Michelin per tre anni

Come detto, il territorio della Franciacorta rappresenta la nuova “destinazione Michelin” e ospiterà anche le prossime due cerimonie della Rossa, quelle in programma nel 2023 e nel 2024. Un viaggio che comincerà martedì 23 novembre, con la presentazione vera e propria della Guida 2022, e che svelerà, a tappe, i borghi, i colori e i sapori del Bresciano, dal Lago d’Iseo alle colline, dove la cultura gastronomica e il buon vino stanno di casa da sempre.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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