I prezzi dei lettini e degli ombrelloni in Puglia sono troppo alti: Flavio Briatore non ci sta e attacca duramente gli stabilimenti balneari del Sud Italia. «La gente la puoi anche pigliare in giro, poi devi dare un servizio: 60 euro per quei bagni li mi sembra una follia. Prezzi uguali ai nostri di Montecarlo» ha detto l'imprenditore durante la trasmissione Zona Bianca in onda su Rete 4. Parole che hanno suscitato immediate risposte dagli imprenditori balneari pugliesi: molti hanno evidenziato che i prezzi nella regione sono ancora relativamente bassi rispetto ad altre parti d'Italia, variando tra 15 e 20 euro. Un mondo lontano dalle cifre ipotizzate da Briatore e decisamente distante anni luce rispetto al costo di noleggio al Twiga, lo stabilimento di Briatore a Forte dei Marmi, in Toscana.
Sì, proprio il Twiga, dove con 600 euro (dati agosto 2023, ndr) si può prenotare per una giornata una tenda araba con sofa, due letti king size, due lettini standard, una sedia regista e un tavolino (e il parcheggio, solo se disponibile). Senza dimenticare che con solamente 35 prenotazioni, Briatore copre il costo annuo della concessione, che ammonta a 21mila euro, mentre fattura circa 8 milioni di euro.
Briatore attacca gli stabilimenti balneari della Puglia, Capacchione: «Polemica strumentale»
Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari, non ha potuto fare a meno di rispondere a tono: «È una polemica strumentale, capisco il suo modo di fare, così vuole entrare nel personaggio, funzionale a fare notizia e marketing personale per le sue aziende. Questo modo di attaccare la Puglia mi sembra fazioso. Noi in Puglia abbiamo un'offerta diversificata, c'è il Sud che è più caro, pochi stabilimenti attrezzati e molta domanda internazionale e ciò determina un aumento delle tariffe».
Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari
Alla voce di Capacchione si è unita poi quella di Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria: «Contrariamente a Briatore ritengo che nella nostra Puglia al prezzo corrispondono i servizi anche perché quando un imprenditore vuole esagerare senza dare un sevizio coerente viene messo fuori dal mercato all'istante perché le recensioni online subito ti smascherano. Chi fa il contrario ha vita breve. Invece le nostre eccellenze stanno dimostrando di avere vita lunga, ciò vuol dire che sono capaci di tenere in equilibrio servizi e prezzi».
Un giorno al Twiga costa come un mese in Puglia
Alla fine dei conti, la vera follia sembra essere quella di chi pensa che i pugliesi possano cadere nella trappola delle sue polemiche, quando la realtà parla chiaro: un giorno al Twiga costa come un intero mese sulle splendide spiagge del Sud Italia. E, diciamocelo, chi sceglierebbe una tenda araba a 600 euro quando può godersi il sole (e soprattutto le acque cristalline) della Puglia a prezzi decisamente più "umani"?
La situazione delle concessioni balneari in Italia
Una vicenda no-sense che si inserisce poi in un contesto già delicato per i balneari italiani. Negli scorsi giorni, infatti, il Sindacato (Sib) ha minacciato di chiudere gli ombrelloni a causa dell'inerzia del Governo di fronte alla scadenza delle concessioni il 31 dicembre 2024. In un comunicato stampa, il Sib ha criticato il vuoto legislativo e l'assenza di risposte concrete da parte dell'esecutivo. Attualmente, gli enti concedenti stanno già emanando bandi per la riassegnazione delle concessioni senza una regolamentazione nazionale, causando estesi e gravi contenziosi giudiziari.
Le minacce del Sib al Governo per le concessioni balneari
E di fronte a questa situazione, il Sib ha deciso di mobilitarsi con una serie di iniziative sindacali, che potrebbero appunto includere la chiusura degli ombrelloni in tutta Italia se non verranno presi provvedimenti entro la pausa estiva dei lavori parlamentari. «Vogliamo sensibilizzare l'opinione pubblica e fare pressione sul Governo per evitare il caos» ha dichiarato il Sindacato.
Il Sib intende così spiegare ai clienti il ruolo e la funzione della balneazione attrezzata italiana, sottolineando che un'errata applicazione della direttiva Bolkestein non solo non garantirà più spiagge libere, ma non ridurrà le tariffe. «Anzi, potrebbe provocare l'effetto contrario, come già avvenuto in altre località dove si è proceduto con le gare» ha concluso il Sindacato.