Solo l'1,8% degli italiani ammette di buttare via gli avanzi del pranzo di Pasqua. La stragrande maggioranza li conserva, li consuma nei giorni successivi o li ricicla in nuove ricette. Carne e dolci sono le pietanze che finiscono più spesso nei contenitori del “da mangiare domani”, seguite da antipasti e primi piatti. È questa la fotografia scattata dall'Osservatorio Shopping di DoveConviene in occasione della Pasqua 2025, che racconta un'Italia ancora legata alla tradizione della tavola abbondante, ma sempre più sensibile al tema dello spreco alimentare. Un approccio che trova ulteriore motivazione anche (e soprattutto) nei rincari registrati per molti prodotti tipici delle festività, come colombe e uova di cioccolato, che hanno visto lievitare i prezzi rispetto agli anni precedenti, spingendo molti consumatori a valorizzare ogni singolo avanzo.

L’arte del recupero: gli italiani e la nuova Pasqua antispreco
Pasqua senza sprechi: gli italiani riscoprono il valore degli avanzi
Se è vero che le feste, da sempre, sono un'occasione per esagerare in cucina, è altrettanto vero che negli ultimi anni qualcosa è cambiato. La cultura del recupero e dell'attenzione agli avanzi si sta diffondendo con decisione, complice una maggiore consapevolezza del valore del cibo e, perché no, anche dei costi della spesa sempre più alti. Secondo l'indagine, infatti, ben l'86% degli italiani dichiara di consumare gli avanzi nei giorni successivi, il 10% preferisce congelarli per pranzi o cene d'emergenza, mentre l'8% si diletta nel riutilizzarli in nuove ricette. C'è anche un 3% che sceglie di condividerli con amici o parenti. Solo l'1,8% ammette di buttarli, segno evidente di un approccio più attento e responsabile.
Quali cibi avanzano di più a Pasqua? E quanto spendono gli italiani?
Ma cosa avanza di più sulle tavole pasquali? Nessuna sorpresa: carne e dolci occupano il primo posto della classifica con il 36% delle preferenze. Colpa di porzioni troppo abbondanti e menu particolarmente ricchi, che finiscono per lasciare nei piatti qualche fetta di arrosto o una porzione di colomba in più. A seguire ci sono gli antipasti, indicati dal 27% degli intervistati, e i primi piatti (11%), spesso penalizzati dall'accumulo di portate e dall'appetito che va a scemare dopo i primi brindisi.

Pasqua: solo l’1,8% degli italiani butta gli avanzi nel cestino
E a proposito di spesa, quanto si è disposti a mettere mano al portafoglio per il pranzo di Pasqua? Quasi un italiano su due (48%) dichiara di avere un budget compreso tra i 50 e i 100 euro, mentre il 30% prevede di spendere tra i 100 e i 200 euro. A far lievitare il conto è soprattutto l'uovo di cioccolato, considerato troppo caro dal 56% dei consumatori. Eppure, nonostante il prezzo, resta un elemento irrinunciabile della tradizione: solo il 17% sarebbe disposto a farne a meno.
Il menu degli italiani (che preferiscono restare a casa) a Pasqua
Tradizione che, anche quest'anno, passa in larga parte tra le mura di casa. L'81% degli italiani trascorrerà la Pasqua a tavola con la famiglia, l'8% sceglierà il ristorante, mentre solo il 4% festeggerà con gli amici e il 3% approfitterà dell'occasione per partire per un viaggio di coppia o in gruppo. Quanto al menu, nessun dubbio su quali siano i protagonisti assoluti: l'agnello o il capretto arrosto la fanno da padrone (55%), seguiti dalla pasta fresca - preferibilmente fatta in casa - scelta dal 30% degli intervistati.

A completare la tavola pasquale ci sono le uova sode decorate (18%) e la torta pasqualina (14%), che rimangono comunque presenti, anche se in misura minore. Infine, il dolce. Se l'uovo di cioccolato divide per il suo prezzo, la colomba conquista tutti con la sua semplicità: è lei la regina dei dessert pasquali, indicata dal 39% degli italiani come dolce preferito. La seguono la pastiera napoletana (27%) e, appunto, le uova di cioccolato (26%), che nonostante tutto rimangono una certezza della tradizione. Anche a costo di avanzarne qualcuna da riciclare nei giorni successivi.
Pasqua, che rincari per i prodotti tipici delle festività
E proprio i rincari hanno influenzato le scelte d'acquisto degli italiani. I costi delle colombe speciali sono saliti del 10%, con un prezzo medio di 14,06 euro al kg. Attenzione però alle confezioni: spesso più piccole, ma vendute a prezzi pari alle classiche. È il caso delle colombe Tre Marie, dove la variante tradizionale costa 14 euro al kg, mentre la versione con cioccolato e pere arriva a 18 euro. Alcuni brand, come Motta, hanno scelto di puntare tutto sulla fascia premium, ritirando i prodotti economici e lanciando varianti firmate da chef come Bruno Barbieri, vendute tra i 13,90 e i 16,99 euro. Le colombe artigianali restano invece un prodotto di nicchia: il prezzo medio è di 38,40 euro al kg, ma può toccare anche i 50 euro. In questo caso, però, l'aumento rispetto al 2024 è stato contenuto all'1%.

I costi delle colombe speciali sono saliti del 10%
Quanto alle uova di cioccolato, se l'incremento medio è del 5,4% rispetto allo scorso anno, il confronto con il 2023 mostra un rincaro complessivo del 13,1%. Il prezzo medio attuale è di 56,10 euro al kg, ma può superare i 130 euro al kg, soprattutto se si tratta di uova con sorprese legate a personaggi famosi o cartoni animati. A parità di marca, non è tanto il tipo di cioccolato a fare la differenza, quanto il formato, il gadget incluso e le licenze. Ad esempio, l'uovo Bauli Latte Bimbo costa 52,67 €/kg, mentre quello Latte Animaccord “Masha e Orso” raggiunge i 73,16 €/kg. Anche piccoli ritocchi nei formati fanno lievitare i prezzi: le uova Kinder da 150 g sono passate da 11,99 a 12,99 euro (+8,3%), con un costo al chilo del 39% superiore rispetto a quelle da 320 g (86,60 contro 62,47 €/kg). E persino i discount non sono immuni dai rincari: l'uovo Favorina da 250 g (Lidl) è aumentato del 37,6% al kg, quello di Eurospin da 600 g del 20%.