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“Per pagarci un caffè dobbiamo mungere tre litri di latte”. La protesta degli allevatori in tutta Italia

Insieme agli agricoltori oggi hanno invaso le città con trattori a animali per chiedere aiuto al Governo. Il settore è in crisi dal caro bollette e delle materie prime. I costi di produzione superano i ricavi. Il costo medio di produzione del latte, fra energia e spese fisse ha raggiunto i 46 centesimi al litro, di molto superiore rispetto al prezzo di 38 centesimi riconosciuto agli allevatori

17 febbraio 2022 | 11:33
La mucca Giustina in piazza con Coldiretti per la protesta degli agricoltori Agricoltori in piazza contro caro energia e materie prime
La mucca Giustina in piazza con Coldiretti per la protesta degli agricoltori Agricoltori in piazza contro caro energia e materie prime

“Per pagarci un caffè dobbiamo mungere tre litri di latte”. La protesta degli allevatori in tutta Italia

Insieme agli agricoltori oggi hanno invaso le città con trattori a animali per chiedere aiuto al Governo. Il settore è in crisi dal caro bollette e delle materie prime. I costi di produzione superano i ricavi. Il costo medio di produzione del latte, fra energia e spese fisse ha raggiunto i 46 centesimi al litro, di molto superiore rispetto al prezzo di 38 centesimi riconosciuto agli allevatori

17 febbraio 2022 | 11:33
 

Agricoltori e allevatori hanno lasciato i campi, i monti e le valli per invadere pacificamente le strade e le piazze delle città. Il motivo di questa “transumanza”, organizzata da Coldiretti, sindacato di categoria, è la protesta contro la speculazione dei prezzi. Il ritorno dell’inflazione (mai così alta dal 1996 a oggi), il caro energia e il caro materie prime stanno mettendo in ginocchio l’intero settore. Infatti i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori, a detta degli stessi, non riescono neanche a coprire i costi di produzione. Da qui l’idea di una mobilitazione generale, che sta attraversando moltissime città Dal Nord al Sud d’Italia. E fra le bandiere tricolori e quelle gialle e verdi di Coldiretti spiccano anche i trattori e gli animali da allevamento e da latte. Allestito anche il “tavolo della verità” per far conoscere ai consumatori i reali prezzi dei prodotti alimentari che mettono nel carrello della spesa. A detta di Coldiretti, per ogni euro speso dai consumatori in prodotti alimentari freschi e trasformati, appena 15 centesimi vanno in media agli agricoltori. Ma se si considerano i soli prodotti trasformati la remunerazione nelle campagne scende addirittura ad appena 6 centesimi. In piazza anche la mucca Giustina, simbolo di questa battaglia, dove il popolo della terra chiede un prezzo del latte più giusto e onesto. Per poter pagare un caffè al bar gli allevatori italiani infatti devono mungere tre litri di latte pagati solo qualche decina di centesimi alla stalla, ben al di sotto dei costi di produzione in forte aumento per i rincari di mangimi ed energia. Il costo medio di produzione del latte, fra energia e spese fisse, - sottolinea Coldiretti - ha raggiunto i 46 centesimi al litro secondo l’ultima indagine Ismea, un costo molto superiore rispetto al prezzo di 38 centesimi riconosciuto a una larga fascia di allevatori.

Nel frattempo è stata scritta anche una lettera al Governo e al premier Mario Draghi, affinché sblocchi al più presto i fondi del Pnrr destinati al settore e faccia un provvedimento per calmierare il caro energia e il caro materie prime.

Manifestazione Coldiretti contro il caro materie prime, anche i giovani in piazza “Per pagarci un caffè dobbiamo mungere tre litri di latte”. La protesta degli allevatori in tutta Italia

Manifestazione Coldiretti contro il caro materie prime, anche i giovani in piazza (Foto Facebook Coldiretti)

Agricoltori in piazza contro il caro materie prime e per chiedere un aumento dei ricavi

Presenti in piazza molti giovani agricoltori preoccupati per il loro futuro. Numerosi i cartelli di protesta alzati dai contadini esasperati: «Il lavoro va pagato», «Non ci ha fermato il Covid, ci provano gli speculatori», «Il latte delle nostre mucche è la vostra colazione. Non possiamo produrre in perdita». In piazza anche una stalla con pannelli fotovoltaici sul tetto per chiedere di sbloccare i finanziamenti per lo sviluppo delle energie rinnovabili dall’agricoltura.

Agricoltori e allevatori in piazza con Coldiretti (Foto da facebook Coldiretti) “Per pagarci un caffè dobbiamo mungere tre litri di latte”. La protesta degli allevatori in tutta Italia

Agricoltori e allevatori in piazza con Coldiretti (Foto da facebook Coldiretti)

L’esplosione dei costi energetici ha acuito la crisi 

Il nocciolo della questione è l’esplosione dei costi energetici. Secondo Coldiretti, un agricoltore italiano su tre è oggi costretto a ridurre la produzione di cibo. Una situazione giudicata insostenibile, che mette a rischio le forniture alimentari e, con esse, la sovranità alimentare del Paese. «I rincari dell’energia – sottolinea la Coldiretti – stanno avendo un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola, in un momento in cui con la pandemia da Covid si è aperto uno scenario di accaparramenti, speculazioni e aumenti dei prezzi di beni essenziali che deve spingere il Paese a difendere la propria sovranità alimentare». Il taglio dei raccolti causato dall’incremento dei costi di produzione, sempre secondo Coldiretti rischia, infatti, di aumentare la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti agroalimentari con l’Italia che è già obbligata ad importare il 64% del grano per il pane, il 44% di quello necessario per la pasta, ma anche il 16% del latte consumato e il 49% della carne bovina e il 38% di quella di maiale, senza dimenticare il mais e la soia fondamentali per l’alimentazione degli animali e per le grandi produzioni di formaggi e salumi Dop, dove con le produzioni nazionali si riesce attualmente a coprire rispettivamente il 53% e il 73%, secondo l’analisi del Centro Studi Divulga.

Prodotti Coldiretti in mostra sul tavolo della verità Agricoltori in piazza contro caro energia e materie prime

Prodotti Coldiretti in mostra sul tavolo della verità

Lievitati i costi di produzione

Il risultato di questa escalation sui costi dell’energia è che quest’anno produrre cereali, come ad esempio il grano, costa agli agricoltori italiani 400 euro ad ettaro in più, mentre per i produttori di olio extravergine d’oliva e di vino i costi medi di produzione sono aumentati del 12%, secondo un’analisi Coldiretti. Ma il boom dei costi energetici riguarda anche il riscaldamento delle serre per piante e fiori con rincari del 30% e i vivai che sono oggi costretti a produrre praticamente in perdita. Nel giro di un anno la bolletta mensile di un’azienda florovivaistica media è passata, infatti, da 1700 euro a 6100 euro. E ad aumentare sono pure i costi per la pesca, con la flotta nazionale costretta rimanere in banchina.

Il caso del latte: troppo alto il costo di produzione rispetto ai ricavi

«Non possiamo produrre in perdita», «Il latte delle nostre mucche è la vostra colazione», «Il latte non è acqua», «Mungiamo le mucche, non gli allevatori». Sono soltanto alcuni dei cartelli esposti durante la protesta dagli allevatori in piazza. E ci sono anche gruppi di giovani travestiti da mucche che rumoreggiano sbattendo bidoni di latte drammaticamente vuoti.  «Non si può aspettare oltre per fermare la speculazione in atto sul prezzo del latte alla stalla», ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che «a rischio c’è il futuro di 26mila allevamenti alle quali va riconosciuto il giusto compenso che tenga conto dei costi di produzione sempre più alti, dalla bolletta energetica ai mangimi». Il latte agli allevatori – spiega Coldiretti – non deve essere pagato sotto i costi di produzione considerato che gli aumenti vanno dal +70% per l’energia con picchi del 110% al +40% per i mangimi.

«Il costo medio di produzione del latte, fra energia e spese fisse  - sottolinea Coldiretti - ha raggiunto i 46 centesimi al litro secondo l’ultima indagine Ismea, un costo molto superiore rispetto al prezzo di 38 centesimi riconosciuto a una larga fascia di allevatori. Una crisi che colpisce un sistema che ogni giorno lavora per garantire con una produzione nazionale che supera le 12 milioni di tonnellate all’anno esprime un valore di oltre 16 miliardi di euro, gestisce 1,6 milioni di capi, occupa oltre 100.000 persone».

Rincarato anche il costo degli imballaggi

Il rincaro energetico, sottolinea sempre Coldiretti si abbatte poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi. Con il paradosso che molto spesso costano di più gli imballaggi del cibo che contengono. Ad esempio, in una bottiglia di passata di pomodoro da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà del valore (53%), secondo la Coldiretti, è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità.

 

Chiesto un aiuto al Governo per contenere la bolletta energetica

«Serve un deciso intervento per contenere la bolletta energetica nelle campagne e garantire continuità della produzione agricola ed alimentare», afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel chiedere che il maggior gettito di Iva che arriva dall’aumento dei prezzi al consumo nel carrello della spesa venga destinato dallo Stato al sostegno delle imprese agricole che rappresentano l’anello più debole della filiera. Prandini ha anche scritto una lettera appello al presidente del Consiglio Mario Draghi per chiedere interventi immediati per l’agroalimentare Made in Italy e difendere l’economia, il lavoro e il territorio. In sintesi si chiede che una parte delle risorse del Pnrr già stanziate per l’agricoltura, come gli 1,2 miliardi per i contratti di filiera e quelli per il fotovoltaico senza consumo di suolo vengano messe a disposizione quanto prima per le imprese agricole.

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