Alberghi: il caro energia spaventa, ma i numeri sono vicini al 2019
Per Confindustria Alberghi la ripresa del turismo è partita a giugno e si è confermata anche in autunno, ma costi energetici e inflazione rallentano il recupero delle imprese: “Servono più fondi del Pnrr per il comparto”
Il turismo, e di conseguenza il comparto alberghiero, sono ripartiti e si stanno avvicinando, dopo gli ultimi due anni particolarmente complessi a causa della pandemia, ai livelli del 2019 pre-Covid.
Se da una parte, però, i dati sono sicuramente positivi per il comparto dell'ospitalità, dall'altra il settore alberghiero sta subendo un aumento esponenziale dei costi, in primis quelli energetici, che stanno rendendo più lungo e difficoltoso il percorso di recupero delle aziende.
A dirlo è il consiglio direttivo di Confindustria Alberghi, che si è riunito oggi, 16 dicembre, a Roma all’Anantara Palazzo Naiadi Rome Hotel per delineare le priorità per il futuro del comparto e chiedere al nuovo Governo che vengano rimodulate le risorse del Pnrr così da poter rispondere alle reali esigenze del comparto.
Per Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Associazione italiana Confindustria Alberghi, «Il 2022 lo ricorderemo certamente come l’anno della ripartenza, ma è al 2023 che affidiamo le attese per una vera e propria uscita dalla crisi che metta in sicurezza le imprese».
La ripresa è partita da giugno, ma si è confermata anche in autunno
La ripresa dei viaggiatori è evidente e l’Italia ha avuto anche maggior successo rispetto ad altri Paesi europei. A partire da giugno, infatti, l’andamento del turismo ha improvvisamente girato in positivo spinto, soprattutto dal ritorno di quello internazionale, che ha tenuto anche nei mesi autunnali benché non siano ancora raggiunto i livelli pre-pandemia.
Gli alberghi, però, si devono confrontare con rincari e inflazione
Sul fronte delle imprese pero l’aumento esponenziale dei costi, in primis quelli energetici, e poi anche l’inflazione a due cifre e ora l’aumento dei tassi che, con l’ulteriore mezzo punto di ieri, sta facendo schizzare in alto i costi dei mutui, rallenta il recupero delle imprese alberghiere rendendo più lungo e difficoltoso il percorso di recupero delle aziende.
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Servono più risorse del Pnrr per supportare il comparto
Nel riconoscere il lavoro finora svolto dal Governo, è stato tracciato il quadro generale e ribadite le principali priorità tra cui il necessario riordino del Pnrr che pur avendo colto le giuste direttrici di sviluppo, ha destinato risorse esigue al settore rispetto alle reali esigenze del comparto. Da qui l’urgenza di procedere a una rimodulazione delle risorse che tenga conto delle esigenze e della capacità di fare delle imprese alberghiere già dimostrata nei primi due bandi del Pnrr.
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Alberto Lupini
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