Briatore snobba la pizza napoletana alla vigilia dell’apertura di Crazy Pizza: «sembra chewing gum»
Flavio Briatore riaccende le polemiche sulla pizza napoletana, definendola "simile a un chewing gum", alla vigilia dell'apertura del suo Crazy Pizza a Napoli ma non dimentichiamo che lui più che la pizza vende un’idea di lusso
Ci risiamo, Flavio Briatore è di nuovo nell’occhio del ciclone. Contezioso? La pizza, in particolare quella napoletana. A pochi giorni dall'inaugurazione del suo nuovo Crazy Pizza a Napoli, già al centro delle polemiche a causa del presunto listino prezzi, con pizze che partono da 17 euro per una margherita e arrivano fino a 68 euro per quella con prosciutto Pata Negra, l'imprenditore ha lanciato critiche dure contro la pizza napoletana, definendola «simile a un chewing gum» durante il programma radiofonico "La zanzara" condotto da Giuseppe Cruciani. E ha aggiunto: «La pizza è un patrimonio dell'umanità», ha dichiarato, chiarendo che non è necessario che sia napoletana per essere considerata pizza. La risposta non è tardata ad arrivare a partire dallo chef Guido Mori che ha criticato aspramente le affermazioni di Briatore.
Briatore contro i pizzaioli napoletani, è davvero necessario?
Ma c’è da chiedersi, è davvero necessario tutto questo? O il dibattito su Briatore e la pizza napoletana appare eccessivamente ridondante? Pensiamo al fatto che l’imprenditore, con il suo "Crazy Pizza", punta a vendere un'idea di lusso e status, rivolgendosi a un pubblico che cerca un'esperienza esclusiva piuttosto che una semplice pizza. Se poi la sua pizza risulterà essere buona, sarà un valore aggiunto per lui, ma non è questo il suo obiettivo principale.
D'altra parte, i pizzaioli autentici si concentrano sulla qualità e sulla tradizione, offrendo un prodotto che è il frutto di anni di esperienza e rispetto delle radici culinarie. Per questo, forse è sterile mettere sullo stesso piano chi, come Briatore, utilizza il suo nome per creare un brand di lusso, e chi, invece, dedica la propria professionalità a preservare l'autenticità della pizza napoletana.
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Esiste spazio per tutti nel mercato, ma è chiaro che Briatore non sottrarrà clienti a chi serve una pizza napoletana genuina e tradizionale. La pizza, per molti, è un patrimonio culturale e non un simbolo di status sociale.
E se intanto Briatore con l'apertura del suo ristorante sul lungomare di Napoli, aggiunge un tassello importante alla sua personale lista di città in cui è già presente, come Milano, Roma, Londra e Montecarlo, dall’altra i napoletani, molto legati alle loro tradizioni culinarie, e alla pizza in primis, non saranno certamente intaccati dal suo arrivo in città.
Con buona pace di Briatore che ha dichiarato che preferisce la pizza sottile…
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Alberto Lupini
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