Rincari che arrivano a toccare il 300% sugli importi delle utenze luce e gas e che vanno a colpire duramente il comparto della ristorazione, già pesantemente danneggiato dal riacuirsi della situazione pandemica. I ristori non sono sufficienti a coprire gli aumenti e gli imprenditori del settore hanno bisogno di risposte.
Nel solco di questa situazione drammatica è nata #Blackoutdinner, una protesta "silenziosa" partita da un'idea di Andrea Graziano, imprenditore e fondatore di Fud Bottega Sicula, con locali a Catania, Palermo e Milano. Dal capoluogo etneo, il malcontento si è presto diffuso in tutta l'isola e nell'intero Paese. Così saranno centinaia i ristoratori che giovedì sera spegneranno per un'ora la luce e svolgeranno il servizio al lume di candela, in segno di protesta.
Una protesta "silenziosa" che vuole far rumore
Quanto sta accadendo ad Andrea Graziano è un po' la fotografia della situazione di molti, se non tutti i ristoratori italiani. È lui stesso a raccontarla. «Bolletta alla mano mi sono trovato a fare i conti con una spesa di 32.000 euro quando nello stesso periodo lo scorso anno ne avevo spesi 12.000. Un rincaro già di per sé difficilmente sostenibile, ma che diventa impossibile da affrontare in un momento difficile come questo dove, tra clientela in calo e personale in quarantena, è ancora più difficile riuscire a fare il nostro lavoro», ha spiegato.
Così è nata #Blackoutdinner, una protesta "silenziosa" che si svolgerà giovedì sera. I ristoratori che vorranno aderire spegneranno per un'ora la luce e svolgeranno il servizio serale al lume di candela. «Vogliamo fare qualcosa senza gridare, magari in punta di piedi, ma che porti a galla un problema che è davvero di tutti», ha aggiunto Graziano.
Una diffusione a macchia d'olio
L'iniziativa di Fud, che inizialmente era pensata soltanto per Catania, si è in realtà subito diffusa. Sono arrivate in poche ore telefonate da tutte le province sicule e poi da tutta Italia. Da Catania a Palermo per arrivare a Messina, Siracusa e Ragusa e superare lo stretto fino a Roma, Milano e Torino. Accanto a Graziano si sono poi schierati Fipe Confcommercio Catania e l'Associazione italiana Ambasciatori del gusto.
«Godetevi la ristorazione perché sarà solo un ricordo»
Proprio dagli Ambasciatori del gusto è arrivato l'ennesimo grido d'aiuto, nella speranza che non resti di nuovo inascoltato. «Godetevi la ristorazione, perché a breve esisterà solo nei ricordi - ha evidenziato Simone Padoan della Pizzeria Ai Tigli di San Bonifacio (VR) - I costi rendono proibitivi i prezzi».
Il senso di impotenza
Oltre che sul portafogli, la situazione legata ai rincari pesa anche sulle menti dei ristoratori. «Se hai un problema che riguarda il tuo locale puoi darti da fare - ha evidenziato Graziano - Puoi fare formazione o cercare una soluzione. Qui invece abbiamo tutti le mani legate e quello che ti resta addosso è un totale senso di impotenza. La pandemia ci aveva già fortemente provato, ora è ancora più difficile. Anche perché non ci sono solo le bollette, ma anche tutti gli altri rincari e i tempi d'attesa lunghissimi per i macchinari».
Come partecipare
Chi vorrà aderire alla protesta dovrà semplicemente prendere un foglio o un cartello e scriverci #Blackoutdinner. Fare una foto o un video e metterci la faccia, condividendo poi il contenuto sui social utilizzando l’hashtag. Giovedì alle 20 dovrà spegnere le luci del suo locale e al loro posto accendere le candele. «Speriamo così di riuscire a far sentire la nostra voce e non essere lasciati soli dalle istituzioni», ha concluso il fondatore di Fud.
A #blackoutdinner aderisce anche l'associazione di categoria Tni
Anche Tni Italia, la sigla sindacale che rappresenta il mondo della ristorazione e della ricettività sostiene l’iniziativa #blackoutdinner, lanciata per sensibilizzare Governo e opinione pubblica sui rincari dell’energia. «I costi dell’energia sono insostenibili, le bollette sono aumentate del 150% rispetto al 2020 - ha dichiarato il presidente Raffaele Madeo - A questi si aggiungono i rincari vertiginosi dei costi delle materie prime che stanno portando al fallimento un intero settore. Le nostre imprese stanno licenziando, alcune hanno chiuso in attesa di riaprire, forse, di tempi migliori. Lanciamo l'ennesimo appello alla politica e alle istituzioni perché faccia presto. Il dl Sostegni è del tutto insufficiente e ogni giorno che passa è un'azienda in più che muore».
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Alberto Lupini
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