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Caro energia e crisi Ucraina spingono l'inflazione: salgono ancora i prezzi dei beni alimentari

Secondo l'Istat, l'indice nazionale dei prezzi al consumo registra un livello di inflazione che non si notava dal novembre del 1995. In particolare i prezzi dei beni alimentari sono saliti del 4,2%

 
01 marzo 2022 | 13:04

Caro energia e crisi Ucraina spingono l'inflazione: salgono ancora i prezzi dei beni alimentari

Secondo l'Istat, l'indice nazionale dei prezzi al consumo registra un livello di inflazione che non si notava dal novembre del 1995. In particolare i prezzi dei beni alimentari sono saliti del 4,2%

01 marzo 2022 | 13:04
 

Il caro energia spinge l'inflazione. Secondo le stime preliminari dell'Istat a febbraio l'indice nazionale dei prezzi al consumo (al lordo dei tabacchi) ha registrato un rialzo dello 0.9% rispetto al mese precedente. Ma a preoccupare maggiormente è la tendenza annuale; secondo l'Istat il valore potrebbe infatti raggiungere il 5,7% (il mese precedente era al 4,8%). Un livello, che a detta dell'Istat non si registrava dal novembre del 1995. A farne le spese sono in particolare i beni alimentari, i cui prezzi accelerano di oltre un punto, trascinando oltre il 4% anche quelli del cosiddetto carrello della spesa. Se i prezzi per le famiglie corrono, i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori, secondo quanto riferisce Coldiretti, non riescono neanche a coprire i costi di produzione. Il balzo dei beni energetici si trasferisce infatti a valanga sui bilanci delle imprese agricole costrette a vendere sottocosto anche per effetto di pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera.

L'inflazione cresce anche a febbraio Caro energia e crisi Ucraina spingono l'inflazione: salgono ancora i prezzi dei beni alimentari

L'inflazione cresce anche a febbraio

Il caro energia e la crisi Ucraina spingono l'inflazione

A febbraio, per l’ottavo mese consecutivo, l’inflazione accelera, raggiungendo un livello (+5,7%) che non si registrava da novembre 1995. Sono i prezzi dei Beni energetici non regolamentati a spingere in alto la crescita (da 38,6% di gennaio a +45,9%), seguendo la fiammata di gennaio degli energetici regolamentati. Intanto, le tensioni inflazionistiche si propagano, in particolare ai Beni alimentari, i cui prezzi accelerano di oltre un punto, trascinando oltre il 4% anche la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa”. A febbraio hanno accelerato sia i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +3,2% di gennaio a +4,2%) sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +4,3% a +5,4%).

 

Per Coldiretti l'intera filiera agroalimentare è sempre più in crisi

Il boom delle quotazioni per i prodotti energetici e le materie prime si riflette – sottolinea Coldiretti – sui costi di produzione del cibo, ma anche su quelli di confezionamento, dalla plastica per i vasetti all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi. Per ogni euro speso dai consumatori in prodotti alimentari freschi e trasformati, per Coldiretti appena 15 centesimi vanno in media agli agricoltori, ma se si considerano i soli prodotti trasformati la remunerazione nelle campagne scende addirittura ad appena 6 centesimi, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea.

Federdistribuzione: «È molto concreta la prospettiva di una contrazione dei consumi»

«I rincari dei beni energetici sono la causa principale di una tendenza inflattiva che non si registrava da decenni e che persisterà nei prossimi mesi – commenta Carlo Alberto Buttarelli, direttore relazioni con la filiera e Ufficio Studi di Federdistribuzione - Sulla spesa cominciano a gravare parte degli aumenti dei costi delle materie prime che hanno interessato molte filiere produttive. Aumenti che le aziende della distribuzione moderna sono impegnate ad attenuare, anche assorbendone in parte gli effetti, consapevoli del ruolo sociale che da sempre ricoprono nella tutela del potere d’acquisto delle famiglie e, al contempo, agendo con senso di responsabilità nei confronti delle filiere più fragili e delle produzioni tipiche del made in Italy che occorre salvaguardare. Uno sforzo che rischia però di impattare fortemente sui conti economici delle nostre aziende, anch’esse gravate dal caro energia, con costi raddoppiati negli ultimi mesi, e molto preoccupate dalla concreta prospettiva di una contrazione dei consumi a causa dell’aumento generalizzato del costo della vita». 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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