Ad agosto in Italia si spenderanno circa 9,9 miliardi di euro per mangiare fuori casa. Tra colazioni, pranzi, aperitivi, cene, gelati e dolci, circa la metà dell’intera spesa, ossia 4,7 miliardi, proverrà dai turisti, sia stranieri che italiani. Tuttavia, se il turismo internazionale continua a crescere, grazie a un ritorno importante dei visitatori dagli Stati Uniti e nonostante un rallentamento dei flussi dal Far East, siamo ancora al di sotto dei livelli pre-pandemia, con qualche nuvola che si va addensando sul fronte del turismo interno.
A renderlo noto è il Centro Studi di FIPE-Confcommercio, la Federazione italiana Pubblici Esercizi, con un’indagine che ha interessato un campione di imprenditori della ristorazione presenti nelle principali destinazioni turistiche.
Estate: il caroprezzi spaventa gli italiani. Ma arrivano gli statunitensi
Un’estate caratterizzata dal caro prezzi che rischia di rimanere fortemente deficitaria sui numeri dei turisti italiani. I quali, a causa dei numerosi rincari (quelli della benzina su tutti, ma anche quelli dei trasporti aerei nelle tratte interne) preferiscono recarsi oltre confine visitando qualche destinazione straniera. Gli italiani, insomma, preferiscono l’estero: se l'immediato post Covid era stato caratterizzato da un ritorno al turismo di prossimità (per ovvi motivi, dati gli spostamenti limitati), ora a causa del caro prezzi in tanti decidono di lasciare il bel Paese. E il segno meno, in questo agosto solitamente caratterizzato dal picco del flusso dell’esodo estivo, riguardo la presenza di connazionali nelle zone turistiche italiane tocca il 30%. Nonostante con la carta giovani si tenti di dare linfa al movimento con convenzioni agli under 35 (tra le quali sconto sui trasporti e sulle strutture ricettive), il clima impazzito quanto incerto, ma soprattutto i costi fuori portata per molti (citazione anche per l'aumento di ombrelloni e lettini), spingono i vacanzieri a scegliere altre mete per le loro ferie. Diverso invece il discorso per quanto riguarda gli arrivi dall’estero.
«I dati ci dicono che il turismo internazionale potrebbe raggiungere i livelli pre-Covid, con un ritorno importante dei viaggiatori in arrivo dagli Stati Uniti. Il turismo domestico, al contrario, mostra segni di rallentamento», ha dichiarato Luciano Sbraga, vicedirettore generale di Fipe-Confcommercio. «Si tratta di un trend emerso già nei mesi di maggio e giugno, quando le condizioni meteo hanno pesantemente condizionato la voglia degli italiani di spostarsi verso le località balneari, e che potrebbe avere una coda, speriamo corta, anche nei mesi successivi. Per questi motivi - ha spiegato Sbraga - le aspettative per questa stagione sono quelle di centrare gli obiettivi del 2022».
Turismo: gli italiani preferiscono l’estero. Albania nuova meta
E quali sono queste mete? Conferme per quanto riguarda Spagna, Grecia, Tunisia ed Egitto, già forti dei flussi turistici pure negli anni passati, mentre diventano nuove destinazioni Paesi come Albania e Montenegro, più abbordabili economicamente e facilmente raggiungibili. Tanto che Ryanair ha aumentato i voli direzione Tirana: 200 settimanali e 17 nuove rotte da tutta Italia.
Italia: anche gli agriturismi tra luci e ombre
«Buio inframmezzato da luci». Questo l’andamento per i mesi di luglio e dei primi giorni di agosto riassunti da Augusto Congionti, presidente di Agriturist, l’associazione di Confagricoltura che ha dato il nome all’agriturismo in Italia.
«Dopo i mesi di maggio e giugno veramente positivi ci aspettavamo un’estate da boom. Purtroppo, così non è per diverse ragioni. Tutto il settore turistico paga innanzitutto l’andamento climatico, a cui si aggiunge l’aumento dei costi, l’inflazione, il caro benzina e quello dei biglietti per chi viaggia in treno o in aereo. Per quanto riguarda le nostre strutture - osserva Congionti - tengono quelle vicine alle città d’arte; gli agriturismi vicini alle coste restano piuttosto in linea con lo scorso anno, ma man mano che ci si allontana verso l’interno la situazione peggiora. Sul territorio nazionale si passa da un -10% registrato a luglio a un -30%, senza calcolare le aree colpite dall’alluvione o da altre calamità».
«A salvare la stagione sono senz’altro gli stranieri che dall’Europa e dall’estero hanno deciso, numerosi, di scegliere i nostri agriturismi per le vacanze. Sono due le considerazioni che vengono subito in mente e ci devono far riflettere – sottolinea Congionti – da un lato l’effetto Covid, che spingeva gli italiani verso spazi verdi, natura e buon cibo è finito, e si è ritornati a concorrere con mete estere competitive come Grecia, Croazia e Albania; dall’altro, per le famiglie, le incognite sul futuro sono ancora troppe. I giorni di vacanza si contraggono, si opta per situazioni economicamente sostenibili e si prenota per fine agosto o settembre».
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Alberto Lupini
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