Cenone e pranzo di Natale. Gli italiani spenderanno 900 milioni in più

Secondo una ricerca del Codacons i rincari per quanto riguarda gli alimentari voleranno alle stelle, insieme ai costi dell'energia e del carburante. Gli italiani saranno disposti a spendere di più? E come si comporteranno con i viaggi? Se non rinunceranno alla vacanza, ecco 910 milioni di euro di spesa in più rispetto al 2019

27 ottobre 2021 | 12:51

Sarà lunga e coinvolgerà un periodo clou per il mercato, come il Natale, l’onda del rincaro dei prezzi a 360 gradi. Energia, carburanti, materie prime incideranno soprattutto sul settore dell’alimentare e dei viaggi oltre su quello dei regali. Cosa significa? Che per il mondo Horeca la spinta iniziata quest’estate e in fase di consolidamento in autunno potrebbe essere rallentata proprio nel momento in cui doveva scoccare il momento di ri-spiccare il volo.

Nessuno, visto che l’anno scorso le restrizioni erano ancora molto severe, rinuncerà al cenone della Vigilia e al pranzo di Natale, così come nessuno vorrà presentarsi a mani vuote da amici e parenti, senza nemmeno un pacchettino, tantomeno si lasceranno gli sci in cantina, ma gli italiani rosicchieranno qua e là presentando poi un conto alla filiera che potrebbe non essere dei migliori.

 

Codacons: +1,4 miliardi di spese per gli italiani

Il Natale 2021 rischia insomma di essere un salasso sul fronte di prezzi e tariffe, e potrebbe costare agli italiani, a parità di consumi rispetto al periodo pre-pandemia (2019), quasi 1,4 miliardi di euro in più. A lanciare l'allarme il Codacons, che ha realizzato uno studio preliminare per verificare come gli aumenti dei prezzi nel settore dell'energia, dei carburanti e delle materie prime potrebbero ripercuotersi sulle spese delle famiglie legate alle prossime festività, prendendo in esame le quattro principali macro-aree dei consumi natalizi (alimentari, regali, ristorazione e viaggi). Come detto l’alimentare potrebbe pagare dazio con pandori e panettoni in testa (+10%) e poi i viaggi (+7%) e i regali di Natale (+5%).

Rincari di materie prime, energia e benzina

Quanto all’alimentare, non è certo una novità che la filiera sia in stato d’agitazione ormai da diversi giorni (come abbiamo raccontato in questo articolo). L’impennata dei costi delle materie prime si ripercuote su tutta la filiera e rischia di arrivare fino allo scontrino dei consumatori. Farina, olio, burro, ma anche le attrezzature come il vetro o la porcellana stanno salendo e potrebbero determinare incrementi dei listini al dettaglio per numerosi prodotti trasformati (solo i produttori di panettoni nei giorni scorsi hanno parlato di un rincaro dei loro prodotti del +20%).

Ovviamente non bisogna dimenticare la voce “energia”, la prima a creare scompiglio sui mercati. Le tariffe di luce e gas a partire da ottobre hanno subito un incremento rispettivamente del +29,8% e del +14,4% determinando maggiori costi a carico di industrie e imprese. Per finire, il caro-benzina, con la verde che costa oggi il 25,8% in più rispetto allo scorso anno, e il gasolio il 27,7% in più: aumenti dei carburanti che limiteranno gli spostamenti degli italiani e impatteranno sull'intero comparto dei trasporti, ma determinano anche ritocchi al rialzo dei listini al dettaglio dei prodotti trasportati (in Italia l'85% della merce viaggia su gomma). In tutto questo va tenuto conto che i non sono bisognosi di ossigeno solo i conti delle attività, ma anche quelli degli italiani tra chi ha perso il lavoro e chi ha passato un anno e mezzo in cassa integrazione.

 

+4% di spesa per cenone e pranzo

Codacons immagina poi nel dettaglio i costi per cenone e pranzo di Natale, considerando appunto i rincari (stimati in modo prudenziale). Ebbene, solo per il tradizionale cenone e pranzo di Natale le famiglie si ritroverebbero a spendere circa 100 milioni di euro in più rispetto al 2019 (+4%) con una spesa di 922 milioni per pesci, carni e salumi (+2,5%), 436 per vino e bevande (+1,5%), 493 per ortaggi, frutta fresca e secca (+2,7%); 330 per pandori, panettoni e dolci lievitati (+10); 220 per pasta e pane (+10%).

+5% per regali e addobbi

Ma il segno più riguarda anche i regali di Natale (a cui si uniscono gli addobbi per la casa) che potrebbero subire incrementi medi dei listini del +5% per l'effetto combinato dei maggiori costi di trasporto dei prodotti e della crisi delle materie prime che ha determinato sensibili rincari per la componentistica (si pensi al settore dell'elettronica e dell'hi-tech). E potrebbe aggirarsi perciò intorno ai 7,9 miliardi di euro rispetto ai 7,5 miliardi del 2019. Considerando che negli ultimi anni la tendenza è quella di scegliere prodotti enogastronomici come regalo di Natale il colpo basso sarebbe ancora sulla filiera agroalimentare.

 

 

Per viaggiare, 910 milioni di euro in più

Per chi potrà permettersi di ritagliarsi una vacanza natalizia tra Natale e l’Epifania (prima dell'emergenza Covid erano circa 19 milioni gli italiani) la spesa aumenterà di 910 milioni di euro, per un totale di 13,9 miliardi di euro. La stima si è basata su quanto accadeva prima della pandemia quando il giro d'affari dei viaggi nazionale ed internazionali era di 13 miliardi di euro.

 

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Alberto Lupini


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