Da Singapore riparte il trend degli insetti, uno dei cibi green del futuro

Dopo aver dato il via libera alla carne coltivata, la Singapore Food Agency ha approvato il consumo umano di 16 specie di insetti. Un'iniziativa pionieristica per rispondere alle sfide ambientali globali

06 settembre 2024 | 15:21
di Nicholas Reitano

Singapore ha fatto un ulteriore passo verso l'innovazione alimentare, segnando un nuovo capitolo nella sua visione di una cucina del futuro: dopo essere stato il primo Paese ad aprire le porte alla carne coltivata (dicembre 2020, ndr), la Food Agency ha recentemente autorizzato anche l'uso alimentare di 16 specie di insetti per il consumo umano (quattro grilli, due cavallette, una locusta, un'ape, tre tipi di bachi da pasto, una larva bianca, una larva di scarabeo rinoceronte gigante e due specie di falene. Le tarme e i bachi da seta - stadi diversi della stessa specie - possono essere mangiati entrambi). Una mossa che testimonia la volontà del Paese di rivoluzionare la propria gastronomia, introducendo ingredienti alternativi per affrontare le sfide ambientali globali. A differenza dell'Occidente, che procede più lentamente su questo fronte, nonostante alcuni segnali di apertura negli ultimi mesi.

Insetti nel piatto: la nuova frontiera alimentare

Ma perché gli insetti stanno guadagnando, gradualmente, sempre più terreno come alternativa nel piatto in tutto il mondo? Innanzitutto, dal punto di vista nutrizionale, sono una fonte preziosa di proteine di alta qualità, vitamine (soprattutto del gruppo B), minerali (come ferro e zinco) e grassi buoni, paragonabili o addirittura superiori a quelli presenti nelle carni tradizionali. Ad esempio, 100 grammi di grilli essiccati contengono fino a 70 grammi di proteine, una quantità nettamente superiore a quella della carne di manzo.

Ma ciò che rende gli insetti una scelta ancora più attraente è il loro impatto ambientale ridotto. L'allevamento degli insetti richiede molto meno spazio e acqua rispetto all'allevamento del bestiame. Un chilo di proteine derivanti dagli insetti produce 1.800 volte meno gas serra rispetto a un chilo di proteine da carne di manzo. Inoltre, possono essere allevati nutrendosi di scarti alimentari o rifiuti organici, chiudendo così il cerchio della sostenibilità alimentare e contribuendo alla riduzione degli sprechi. È stato calcolato che, per produrre un chilo di carne di insetti, occorrono circa 2 litri di acqua, contro i 15mila litri necessari per ottenere lo stesso quantitativo di carne bovina.

Dalla teoria alla pratica: come gli insetti stanno arrivando sulle nostre tavole

Se fino a poco tempo fa l'idea di mangiare insetti sembrava relegata a pratiche esotiche e lontane, oggi è una realtà in costante evoluzione. Ricordiamo, infatti, che a partire dal 2023, l'Unione europea ha autorizzato la commercializzazione di quattro specie di insetti (anche in Italia): la larva gialla della farina, la locusta migratoria, il grillo domestico e il verme della farina minore. Questi insetti possono essere consumati sotto diverse forme, come interi, essiccati o trasformati in polvere, e impiegati come ingredienti in prodotti alimentari innovativi. Barrette proteiche, pasta arricchita e snack a base di farina di insetti stanno lentamente conquistando le corsie dei supermercati.

Nonostante i loro vantaggi ambientali e nutrizionali, la vera sfida è far superare ai consumatori occidentali il tabù culturale legato al consumo di insetti. Molte persone associano ancora gli insetti a concetti di sporco, disgusto o pericolo per la salute. In realtà, gli insetti allevati per il consumo umano sono sottoposti a rigorosi controlli sanitari e sono sicuri tanto quanto qualsiasi altro alimento. Per cambiare queste percezioni, è necessario un lavoro approfondito di educazione e comunicazione, volto a sensibilizzare la popolazione sui benefici di un'alimentazione a base di insetti. Un ruolo cruciale in questo processo è giocato dai media e dalle campagne di sensibilizzazione pubblica, che possono contribuire a sfatare i miti e diffondere una cultura alimentare più aperta e innovativa.

Insetti nel piatto: le sfide del futuro

Oltre alle resistenze culturali, l'introduzione degli insetti nella dieta pone altre sfide. Una di queste riguarda l'accettazione estetica: l'aspetto degli insetti non è considerato appetibile da molti. Per questo motivo, le aziende stanno lavorando per trasformare questi prodotti in forme più familiari e invitanti, come farine o alimenti processati che ne mascherano l'aspetto.

Un'altra sfida è la produzione su vasta scala. Con l'aumento della domanda, sarà cruciale sviluppare impianti di allevamento sostenibili, capaci di garantire efficienza e sicurezza alimentare lungo l'intera filiera, dalla produzione alla distribuzione. La regolamentazione dovrà adattarsi rapidamente per facilitare questo processo, stabilendo standard di qualità elevati.

Insomma, gli insetti rappresentano una risorsa proteica sostenibile con un potenziale enorme. Se si riusciranno a superare le barriere culturali e a implementare un sistema produttivo efficiente, potrebbero svolgere un ruolo determinante nella lotta contro la crisi alimentare globale, offrendo una valida alternativa ecologica alle proteine animali tradizionali.

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Alberto Lupini


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