Dall'Europa solo briciole: agricoltori di nuovo in piazza
Stanziati meno di 50 milioni di euro dalla Riserva di crisi dell'Ue, ma sono stati giudicati troppo pochi. Gli agricoltori sono quindi tornati a protestare con i trattori e le mucche chiedendo di non lavorare in perdita
Troppo pochi i fondi stanziati dall'Unione europea per far fronte alle difficoltà che stanno vivendo da tempo gli allevatori e gli agricoltori. Per questo si sono dati appuntamento a Potenza per una grande mobilitazione, che li ha visti scendere in piazza, coi trattori e con le mucche, supportati dalla Coldiretti. Il motivo della protesta è semplice: a causa dell'inflazione, che ha fatto salire alle stelle il costo delle materie prime e il caro energia, il "popolo della terra" sta di fatto lavorando in perdita. È quindi venuta loro in contro l'Unione europea tramite la Riserva di crisi della Politica agricola comune. Ma la cifra stanziata per l'Italia è stata giudicata dagli addetti ai lavori insufficiente. «Si tratta di un importo inferiore ai 50 milioni di euro. Una cifra assolutamente inadeguata a dare risposte concrete alle difficoltà che stanno subendo le aziende agricole, quelle della pesca e quelle che fanno allevamento», ha dichiarato Coldiretti. L'associazione vorrebbe che si utilizzassero i finanziamenti delle compensazioni petrolifere per sostenere le imprese agricole. Nel frattempo, arriva anche una buona notizia per gli allevatori. Ariete Fattoria Latte sano, prima centrale del latte fresco in Italia, ha infatti annunciato di avere raggiunto un nuovo accordo sul prezzo del latte. Grazie all'accordo il prezzo, che alla fine del anno si aggirava attorno ai 39 centesimi è salito del 14%. Le parti hanno spiegato che si tratta soltanto del primo incontro e non escludono altri rialzi in difesa dei produttori.
«Stiamo lavorando in perdita»: agricoltori di nuovo in piazza
Come era successo a febbraio, gli agricoltori e gli allevatori sono scesi nuovamente in piazza per chiedere alle istituzioni di non dover lavorare in perdita. In migliaia si sono quindi dati appuntamento oggi con mucche e trattori al seguito. «Denunciamo che se i prezzi per le famiglie corrono, i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori non bastano neanche a coprire i costi di produzione - ha dichiarato Coldiretti - Il balzo dell’energia si trasferisce infatti a valanga sui bilanci delle imprese agricole e mette a rischio coltivazioni e stalle, ma anche gli approvvigionamenti alimentari dei cittadini».
Coldiretti ha scelto Potenza per la mobilitazione in occasione del Consiglio dei Ministri europei Agricoltura e Pesca a Bruxelles che dovrà discutere del Piano anticrisi e degli interventi straordinari dalla Commissione Ue per affrontare l’emergenza Ucraina. Oltre un centinaio di trattori mobilitati per l’occasione ed è stata montata anche una stalla con gli animali in pieno centro città per fare conoscere le difficoltà degli agricoltori per continuare ad alimentare gli animali ed offrire cibo genuino e di qualità alla popolazione. Numerosi i cartelli di protesta: "Tre litri di latte per un caffe”, “Fermiamo la guerra dei prezzi”, “No alla guerra che aumenta la fame”, “Svuotiamo gli arsenali e riempiamo i granai”, “Non ci ha fermato il Covid, ci provano gli speculatori”, “Il latte delle nostre mucche è la vostra colazione”, “Non possiamo produrre in perdita”.
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Coldiretti: «Insufficienti le risorse finora stanziate»
Per Coldiretti l’annunciato impiego della riserva di crisi della Politica Agricola Comune è insufficiente: «Per l’Italia significa un importo inferiore ai 50 milioni di euro che, anche se possono essere cofinanziati, sono assolutamente inadeguati a dare risposte concrete alle difficoltà che stanno subendo aziende agricole e della pesca e gli allevamenti - ha dichiarato Coldiretti - Costretti ad affrontare aumenti insostenibili di energia, mangimi, concimi - Occorre anche fermare le speculazioni sui prezzi riconosciuti agli agricoltori con una attenta applicazione della legge contro le pratiche sleali nel commercio alimentare. Dai costi per il riscaldamento delle serre per la produzione di ortaggi a quelli dei mangimi per dar da mangiare agli animali fino ai concimi per fertilizzare i terreni per le semine di primavera la spirale dei rincari sta mettendo in ginocchio l’agricoltura del Sud che deve invece essere valorizzata come una risorsa del Paese in questo momento di difficoltà».
Raggiunto un nuovo accordo sul prezzo del latte
Nel frattempo, una boccata di ossigeno è arrivata a sostegno degli allevatori. Ariete Fattoria Latte sano e allevatori (prima centrale del latte fresco in Italia) ha annunciato un nuovo accordo sul prezzo del latte. L'accordo, per entrambe le parti, rappresenta un punto di partenza nella trattativa e porta al 14% l'aumento da inizio anno. Un litro di latte a dicembre valeva tra i 38 e i 39 euro al litro, adesso la cifra si è alzata, ma le parti in causa non escludono che nel corso dell'anno, tramite ulteriori incontri, il prezzo del latte al rito salga ulteriormente. «L'accordo rappresenta un punto di partenza nella trattativa», è scritto in un comunicato stampa Fattoria latte sano e allevatori. «Solo con il dialogo e con la reciproca consapevolezza delle difficoltà che produzione e trasformazione stanno attraversando - ha affermato Marco Lorenzoni, presidente Ariete Fattoria Latte sano – Potremo fronteggiare, uniti, l’eccezionale ondata di rincari dei costi che l’intera filiera produttiva sta subendo».
Una campagna di sensibilizzazione per il latte fresco locale
Ariete Fattoria Latte Sano ha inoltre. annunciato che il 28 marzo prenderà il via la campagna di istituzionale a sostegno del latte fresco locale di Ariete Fattoria Latte Sano. La campagna di comunicazione conferma e rilancia la convinzione e certezza dell’azienda Ariete Fattoria Latte sano che il latte fresco locale non solo fa bene a chi lo consuma ma fa bene al territorio locale visto che in termini economici permette di sostenere le imprese del territorio e gli allevatori locali, creando una economia circolare che contribuisce anche al benessere animale e al benessere ambientale percorrendo meno Km dalle stalle allo stabilimento di produzione.
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Alberto Lupini
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