Le discoteche sono ripartite, ma chiedono nuovi aiuti

Dopo il via libera del Governo nel weekend appena passato locali e sale da ballo hanno potuto riaprire i battenti dopo quasi due anni di fermo. Ma non tutti lo hanno potuto fare, su oltre tremila imprese il 30% ha chiuso, mentre molti stanno aspettando che scompaiano le restrizioni antiCovid. Intanto gli operatori del settore chiedono altri aiuti al Governo

15 febbraio 2022 | 05:00
di Martino Lorenzini

La Variante Omicron rallenta la sua diffusione e finalmente, anche per le discoteche, chiuse di fatto (salvo sporadici periodi) da due anni a questa parte, è venuto il momento di riaprire i battenti. Per gli operatori quello appena trascorso è stato quindi un weekend di speranza, ma la voglia di stare allegri è ben poca. I numeri infatti sono impietosi. Su oltre tremila operatori presenti in Italia il 30% in questi due anni ha dovuto chiudere per sempre. Altri, invece, stanno aspettando tempi migliori per riaprire; le limitazioni anticontagio, ancora in vigore, che riducono la capienza al 50% e impongono altre restrizioni, sono infatti un freno al fatturato. Intanto il settore per bocca della Silb, il Sindacato italiano locali da ballo, continua a chiedere a gran voce nuovi aiuti al Governo. Quelli ricevuti sono stati considerati decisamente esigui. A oggi, infatti, a differenza di teatri e cinema, che dallo Stato hanno avuto complessivamente oltre un miliardo di euro, per le discoteche gli aiuti in due anni si sono fermati a una ottantina di milioni, pari a 800 euro al mese, una cifra esigua a fronte di spese come l'Imu o l’affitto decisamente ingenti. E c'è anche chi ha già visto letteralmente lievitare la bolletta.

Le discoteche hanno riaperto fra mille incertezze

La voglia di tornare a fare festa e di dimenticare la pandemia ha spinto gli italiani a riempire nuovamente discoteche e sale da ballo questo fine settimana. Il Governo, dopo aver tentennato, ha infatti dato il via libera venerdì 11 febbraio. Un segnale di speranza e si spera di buon auspicio per il futuro, anche se gli operatori del settore al momento hanno ben poco da stare allegri. La ripartenza è infatti al momento azzoppata dalle restrizioni antiCovid ancora in vigore che limitano drasticamente in numero di accessi.  Per accedere al momento è necessario avere il Super green pass, ottenibile solamente con la vaccinazione oppure dopo essere guariti dal Covid-19, la capienza dei locali al chiuso sarà contingentata al 50% al chiuso e al 75% al chiuso; bisogna inoltre indossare obbligatoriamente la mascherina, da tenere sul viso in ogni momento tranne che per consumare cibi e bevande e sulla pista da ballo, dove vige il distanziamento di due metri e mezzo. Restrizioni che hanno spinto molti ad aspettare tempi migliori, come ha confermato Maurizio Pasca, presidente di Silb. «Siamo di fatto il settore più penalizzato dalla pandemia - ha dichiarato - Siamo infatti gli unici a essere rimasti chiusi per così tanto tempo, se si escludono sporadici periodi nel 2020 e a fine dicembre (a Capodanno invece hanno dovuto chiudere). Sono contento che abbiamo finalmente potuto riaprire anche se il 30% degli operatori non lo ha potuto fare, chiudendo per sempre l’attività nel corso degli ultimi due anni».

 

Chiesti nuovi aiuti

Pasca guarda anche ad altri aspetti del bicchiere mezzo vuoto, ovvero quello legato agli aiuti statali che il settore ha ricevuto finora, giudicati troppo esigui. «A oggi abbiamo ricevuto circa 80 milioni, il che si traduce in 20mila euro ad azienda, pari a 800 euro al mese, ovvero quanto il contributo che riceve un percettore del Reddito di cittadinanza - ha ripreso Pasca – Mi sembra decisamente un po’ poco per un settore importante come il nostro. Quei soldi servono infatti a ben poco. Mi auguro che il Governo destini altre risorse altrimenti a breve ci saranno altre chiusure e che soprattutto non mantenga la disparita che c’è stata con il cinema e i teatri dove in questo caso le aziende hanno ricevuto complessivamente oltre un miliardo e trecento milioni».

Il caso del Globo di Vercelli dove la bolletta è raddoppiata

Oltre alle problematiche legate all’emergenza pandemica, come del resto sta avvenendo in tutti i settori, c’è anche la situazione legata al caro bollette. Anche in questo caso le spese nell’ultimo periodo sono letteralmente lievitate. «Prima della pandemia oscillavano tra i 7.500 e gli ottomila euro – ha spiegato Guido Ambrogione, proprietario de Il Globo, discoteca situata a Borgo Vercelli in Piemonte – Adesso, quella di dicembre, dove tra l’altro non abbiamo nemmeno lavorato tutto il mese perché l’ultima settimana siamo rimasti chiusi per le disposizioni governative, è salita a 16mila euro. Mi auguro che il Governo intervenga al più presto e in maniera strutturata. Si è anche dimenticato di toglierci l’Imu, come invece aveva fatto con altri settori, anche in questo caso si tratta di cifre considerevoli e per chi non ce l’ha ci sono sempre gli affitti. Finora ho ricevuto l’equivalente di ottomila euro di aiuti, decisamente ben poco rispetto a quanto ho finora speso. Per fare un esempio, ricordo che solo per il Capodanno 2021 avevo speso circa ottomila euro in volantini e in promozione sui social. Avevo anche comprato bottiglie di spumante e i panettoni da distribuire ai tavoli prenotati. Alla fine è saltato tutto e l’unica cosa che sono riuscito a salvare sono state le bottiglie. I panettoni li ho donati alla Caritas, mentre la pubblicità l’ho comunque dovuta pagare. Così a prosperare finora è stato soltanto l’abusivismo. Le feste illegali sono andate avanti tutto l’anno, danneggiando ulteriormente l’immagine del nostro settore».

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Alberto Lupini


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