Passeggiate, trekking, percorsi in bicicletta ma anche a cavallo. Oppure soggiorni in camping e agriturismi. Il turismo open air si conferma uno dei maggiori trend dell'estate 2021. A dirlo è un'indagine realizzata da Enit-Agenzia nazionale del turismo e Human Company, gruppo leader in Italia nell'ospitalità all'aria aperta in collaborazione con l'Istituto Piepoli: per la stagione in corso, fra gli italiani che andranno in vacanza, uno su quattro ha pianificato un'esperienza outdoor; confermando così un trend esploso nel 2020 quando i viaggi di questo tipo rappresentavano il 23% del totale.
Nel 2020 coinvolto il 23% dei vacanzieri italiani
Forte l'impatto della pandemia sull'esplosione delle esperienze en plein air che si è saldata con il turismo di prossimità e una finestra di prenotazioni last-second (visto la grande dose di incertezza in assenza di regole certe e vaccini) capace di lanciare il turismo outdoor fra le preferenze degli italiani grazie a flessibilità di soluzioni proposte, sostenibilità della spesa, contatto con la natura e sicurezza. Secondo l’indagine, nel drastico calo registrato delle vacanze degli italiani nell’ultimo anno con un dimezzamento sia dei viaggi brevi (massimo due notti) che lunghi (tre notti e oltre), l’outdoor ha segnato una flessione meno spiccata, di qualche punto percentuale. A fare almeno una vacanza open air è stato il 23% degli italiani (dato 2020) con una preferenza per i soggiorni brevi e una quota alta di giovani.
Outdoor: comparto resiliente grazie a turismo lento, consapevole e di prossimità
Stando al report, infatti, il target nell’outdoor che ha meno risentito dell’effetto pandemia è il segmento 15-34 anni, che nell’ultimo anno ha registrato solo una lieve flessione del -4%. Per contro si è dimezzata la quota del target 35-64 anni, mentre gli over 64 anni sono scesi dell’80% rispetto ai dati pre-Covid. Quanto alla destinazione, il mare si conferma la prima scelta: per il 62% degli italiani sono state vacanze prevalentemente balneari. A preferire la montagna è stato il 18%, seguito dalle città e località d’arte con il 12%. Stabili i viaggi fatti in coppia (52%), seguiti da quelli con tutta la famiglia (34%) e con gli amici (20%). «Le passate edizioni dell’Osservatorio hanno evidenziato negli ultimi anni la costante crescita del segmento dell’open air in Italia. In era pandemica, pur nel generale calo dei volumi nazionali rispetto ai dati pre-Covid, il comparto ha dimostrato una buona tenuta e registrato un aumento delle presenze dei connazionali, per la sua capacità intrinseca di rispondere alla domanda di un turismo più lento, consapevole e di prossimità. Si tratta di dati che trovano riscontro sull’effettivo andamento delle prenotazioni attuali, con l’auspicio che anche i numeri di settembre possano essere confermati e possa riprendere il turismo nelle città d’arte nel prossimo inverno», ha affermato Luca Belenghi, ceo Human Company.
I giovani si prendono la scena open air al mare
Non a caso, gli elementi riscontrati lo scorso anno caratterizzano anche l'estate 2021: se più di un italiano su due ha programmato una vacanza in media per più di una settimana, un quarto pianifica una struttura outdoor, villaggio e agriturismo in testa seguiti da camping e rifugio montano. Il 65% di chi pianifica outdoor sceglierà una destinazione di mare, il 20% la montagna, il 16% città e località d’arte. Il profilo del viaggiatore outdoor è simile a quello dell’ultimo anno, con una decisa presenza di giovani (21%) e scarsa di over 64 (3%). Interessante il dato sul periodo: se agosto si conferma il mese dominante (per il 48% degli italiani e per il 54% dei turisti outdoor è il periodo individuato per le vacanze), settembre registra una quota considerevole, specialmente tra i propensi all’outdoor (28%). Il periodo prescelto per le vacanze all'aria aperta è giugno-luglio.
Estate tutta italiana (Sicilia in testa), in attesa degli stranieri
Mentre a livello di destinazioni si tratta di una questione tricolore con Sicilia in testa (16% delle preferenze), seguita da Sardegna (14%) e Liguria (12%). «L'ambiente esterno e il suo viverlo pienamente assume una valenza significativa in un contesto che ci ha educato a vivere l'esperienza di viaggio con modalità più sicure. Inoltre il turismo outdoor risponde anche ad un'esigenza sociologica e offre l'opportunità di rafforzare il senso di rispetto per l'ambiente naturale e consente di esprimere e potenziare le competenze emotivo affettive, sociali, espressive, creative e motorie. Il turismo all'aria aperta pone le basi per consolidarsi sempre di più negli scenari turistici attuali. Il 2021 sarà l’anno ideale per intercettare i flussi provenienti dagli Stati confinanti all’Italia, l’Europa e il Nord America rappresentano il bacino principale di provenienza degli adventure traveler, ma è anche uno dei più attivi per presenza di touring operator specializzati nelle nicchie di mercato», ha commentato il presidente di Enit, Giorgio Palmucci.
Sicurezza e igiene, due elementi non secondari
Oltre al tipo di esperienza offerta, i turisti outdoor scelgono la destinazione e la sistemazione anche in base alle norme igieniche preventive del contagio garantite (26%), evidenziando così una forte sensibilità al tema pandemico. In effetti l’andamento della campagna vaccinale ha un grande impatto sulla propensione alla prenotazione: invoglia alle vacanze sette italiani su dieci, addirittura nove su dieci tra i propensi a fare una vacanza in strutture outdoor. «L’accelerazione della campagna vaccinale libera la nostra voglia di vacanze e nel farle abbiamo riscoperto l’open air, che ci fa sentire sicuri, la natura, con cui durante la pandemia abbiamo recuperato un rapporto che non vogliamo più perdere, e l’Italia, cui ci sentiamo anche emotivamente più connessi di prima. Sarà in ogni caso un’estate all’insegna della prudenza, tanto che il rispetto delle norme igieniche e sanitarie è ormai il criterio principale di scelta delle destinazioni e delle strutture, alla pari con la convenienza», ha concluso Luigi Gigliuto, vicepresidente dell'Istituto Piepoli.
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Alberto Lupini
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