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Estate di fuoco in tutta Italia 500 incendi in due mesi

Le fiamme si sono sviluppate soprattutto in boschi e campi, ma in molti casi hanno anche raggiunto i centri urbani, ad esempio Roma. Pesanti i danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo.

 
25 agosto 2020 | 11:26

Estate di fuoco in tutta Italia 500 incendi in due mesi

Le fiamme si sono sviluppate soprattutto in boschi e campi, ma in molti casi hanno anche raggiunto i centri urbani, ad esempio Roma. Pesanti i danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo.

25 agosto 2020 | 11:26
 

In poco più di 2 mesi, dal 15 giugno ad oggi, sul territorio italiano, da nord a sud, secondo i dati del Dipartimento della Protezione civile si sono verificati quasi 500 incendi con pesanti danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. A sottolinearlo è la Coldiretti in relazione all’ultimo violento incendio che sta devastando l’area di Budoni in Sardegna. Dalla Puglia all’Emilia Romagna, dalla Sicilia al Lazio, dalla Calabria alla Campania, dall’Umbria alla Basilicata, migliaia sono gli ettari bruciati, gli animali morti, gli alberi carbonizzati, gli oliveti e i pascoli distrutti, con le fiamme che arrivano a lambire città come la stessa Capitale, costringendo a intervenire anche via aerea con canadair ed elicotteri oltre che sulla prima linea di terra con le squadre dei vigili del fuoco.

Estate di fuoco in tutta Italia 500 incendi in due mesi

Il diffondersi dei roghi è favorito dalle alte temperature, con il 2020 che è stato fino adesso di oltre un grado (+1,01 gradi) superiore alla media storica classificandosi al quarto posto tra i più bollenti dal 1800, sulla base dell’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr relativi ai primi sette mesi dell’anno, dai quali si evidenzia anche la caduta del 30% di pioggia in meno nonostante le ultime bombe d’acqua e grandine che hanno colpito il nord Italia. L’evidente tropicalizzazione del clima, oltre a favorire il verificarsi di eventi estremi che negli ultimi dieci anni hanno causato oltre 14 miliardi di euro di danni a produzioni e infrastrutture, crea anche le condizioni per l’esplodere di roghi devastanti nelle aree dove la siccità colpisce con maggiore violenza.



Quella del propagarsi dei roghi è una situazione angosciante che l’Italia è costretta ad affrontare perché, se da una parte il 60% dei roghi è di origine dolosa, dall’altra per effetto della chiusura delle aziende agricole nella maggioranza dei boschi italiani non si trova più la presenza di un agricoltore che possa gestirli in un Paese come l’Italia dove più di 1/3 della superficie nazionale è coperta da boschi, per un totale di 10,9 milioni di ettari. La corretta manutenzione aiuta a tenere pulito il bosco e ad evitare il rapido propagarsi delle fiamme in caso di incendi.

Ci vogliono almeno 15 anni per far rinascere tutto l’ecosistema forestale con il blocco di tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna, dei tartufi e dei piccoli frutti, ma anche quelle di natura hobbistica come i funghi che coinvolgono decine di migliaia di appassionati. Per difendere il bosco italiano occorre creare le condizioni affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli. Un’opportunità in tal senso viene dalla legge di orientamento che, come sottolinea Coldiretti, invita le pubbliche amministrazioni a stipulare convenzioni con gli agricoltori per lo svolgimento di attività funzionali alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale. I boschi assolvono funzioni importanti per tutta la collettività, come per la prevenzione dalle frane e dalle alluvioni, ma serve una corretta gestione per preservare i territori dall’abbandono, svolgere un insostituibile presidio rispetto all’assetto idrogeologico e mantenere un patrimonio naturale con importante valenza turistica e ambientale.

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