I nuovi trend del consumo alimentare: acquisti fisici e online, etichette e intelligenza artificiale

La tendenza sarà sempre più quella di andare verso esperienze “phygital”: ispirate dal mondo social e web, finalizzate in negozio. Con consumatori più attenti e disponibili a provare nuove tecnologie. A bar e ristoranti, però, la maggior parte dei clienti chiede di essere organizzati anche per consegnare a domicilio

29 settembre 2022 | 14:08
di Silvia Balduzzi

I consumatori hanno voglia di comprare in negozio, ma non possono più fare a meno dell'online e delle nuove tecnologie. Anzi per quanto riguarda quest'ultime sono particolarmente attratti da tutto ciò che a che fare con l'intelligenza artificiale. Senza dimenticare il controllo delle etichette, ormai diventata una regola d'oro per gli italiani.

I generi alimentari - ma ormai anche il vino - si comprano con un mix di acquisti fisici e online. E anche per quanto riguarda bar e ristoranti ormai la maggior parte dei clienti ritiene che debbano essere organizzati anche per consegnare a domicilio.

Certo tutto questo delinea il panorama delle nuove tendenze nei consumi alimentari da parte dei clienti italiani, ma la riflessione che va fatta è come queste cambieranno ulteriormente nei prossimi mesi, a seguito dei rincari di beni energetici e delle materie prime, dell'inflazione e dell'incertezza legata allo scenario geopolitico. 

Per entrare nel concreto di queste nuove abitudini di consumo, abbiamo analizzato tre ricerche, di cui presentiamo qui di seguito la nostra elaborazione

Sempre più digital, ma con la voglia di andare in negozio

Cambiano i consumi e i consumatori che oggi si mostrano sempre più digital, ma ancora attenti al commercio di prossimità. Il cliente, infatti, secondo una ricerca che Puratos, gruppo internazionale che offre una gamma di ingredienti, soluzioni e servizi innovativi per l'industria della panificazione, pasticceria e cioccolato, ha condotto in collaborazione con Ipsos, predilige ancora modalità miste di consumo e acquisto, anche se richiede procedure più semplici e veloci: per esempio, l'81% degli intervistati in Italia non vuole che i negozi scompaiano, il 40% ha ammesso di puntare ad acquistare tutto ciò di cui ha bisogno da un solo store online e il 26% vorrebbe negozi con un maggior numero di casse self service.

Gli italiani, inoltre, si mostrano molto più attenti alle etichette, tanto che due su tre vogliono essere informati sulla provenienza degli alimenti e sul luogo di produzione, e sono disponibili nei confronti della intelligenza artificiale li aiuterà a fare scelte alimentari migliori in futuro.

L'online oggi coinvolge anche il mondo del vino

Il tema degli acquisti online riguarda oggi non solo gli alimentari, ma anche l'universo dei vini a denominazione che, secondo quanto emerge dell’Osservatorio sull’e-commerce del vino in Italia, nato dalla partnership tra Nomisma Wine Monitor e Vino.com, vede la crescita del Lugana per i bianchi (+54%), il Primitivo di Manduria per i rossi (+65%), il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore per gli spumanti (+6%) e il Salento Igt per i rosati (+86%).

Inflazione, rincari e guerra in Ucraina ricadono sui consumi

Non bisogna dimenticare, in un' analisi precisa delle abitudini dei consumatori, anche le criticità sempre più attuali legate ai rincari di beni energetici e delle materie prime, all'inflazione e all'incertezza legata allo scenario geopolitico, che incidono significativamente su abitudini e driver di acquisto degli italiani, secondo quanto riportato da Largo Consumo. 

Spesa online e cibo d'asporto si ordinano settimanalmente

Il 4% della popolazione italiana, si legge nel rapporto “Taste Tomorrow”, realizzato da Puratos in collaborazione con Ipsos,  acquista generi alimentari online almeno settimanalmente. A livello europeo siamo al 7% e in questo caso, dal 2018 al 2021, il numero è cresciuto del 4%. Nel mondo tale propensione all'acquisto raggiunge un valore medio del 12%. Il 9% degli italiani ordina online cibo da asporto tramite le piattaforme dedicate una volta a settimana: il 68% degli intervistati nel nostro Paese ritiene che tutti i negozi e i ristoranti oggi dovrebbero essere organizzati per consegnare cibi e pasti a domicilio. Gli acquisti online hanno raggiunto numeri importanti anche in alcuni dei segmenti dell'industria alimentare: secondo la ricerca condotta da Puratos il 32% dei consumatori intervistati acquista online il cioccolato, il 29% di essi utilizza il web per reperire i prodotti da pasticceria e il 23% quelli da panificazione. In un caso su due la consegna avviene a domicilio e nell'ultimo anno si è assistito a un raddoppio online degli acquisti di generi alimentari, complice anche il periodo del “lockdown” che ha sdoganato questa pratica.

Vincono le modalità miste di consumo

Il cliente predilige ancora modalità miste di consumo e acquisto, anche se richiede procedure più semplici e veloci. Per esempio, l'81% degli intervistati in Italia non vuole che i negozi scompaiano, il 40% ha ammesso di puntare ad acquistare tutto ciò di cui ha bisogno da un solo store online e il 26% vorrebbe negozi con un maggior numero di casse self. La ricerca mette in evidenza anche i maggiori ostacoli che ancora oggi fanno propendere verso una modalità di acquisto tradizionale e non online. Tra i temi sollevati dagli scettici troviamo la volontà di non rinunciare al contatto personale (predominante nei settori cioccolato e pasticceria), la freschezza (primo indicatore invece nel comparto panificazione), la qualità e i tempi di consegna e, infine, in forma minore anche le politiche di prezzo.

 

La tendenza è quella di andare verso esperienze phygital

Il 36% di quelli italiani ammette di farsi ispirare dai media online per valutare l'offerta dei produttori locali e il 51% ritiene che l'aspetto spesso sia sinonimo anche di gusto. Ecco perché, secondo l'analisi di Puratos, la tendenza sarà sempre più quella di andare verso esperienze “phygital: ispirate dal mondo social e web, finalizzate in negozio. Il tutto all'insegna del gusto definito “tradizionale”: per gli intervistati (87% di essi) è fondamentale che il prodotto da forno o da pasticceria abbia un sapore conosciuto, ma c'è anche voglia di provare nuove sfide. Il 62% delle persone cerca nuovi gusti o combinazioni unconventional, come gli impasti con le verdure per i dolci, il 57% si spinge alla ricerca di fragranze esotiche o comunque provenienti da altre parti del pianeta.

Dove si comprano i prodotti alimentari?

Il pane, stando alla ricerca, viene acquistato in prevalenza al supermercato, seguono i panifici e il negozio di alimentari. Stessa tendenza per la pasticceria, dove la Gdo viene prima, seppur di poco, dell'artigiano: in entrambi i casi è la politica di prezzo che muove il consumatore verso determinate scelte. Per il cioccolato invece l'ordine dei fattori vede avanti la grande distribuzione organizzata, seguita dai negozi di alimentari, le pasticcerie e infine le cioccolaterie che restano vere e proprie nicchie.

Il lockdown ha dato una forte spinta al “fai da te” nel settore del pane

Per fare un esempio, il 29% degli intervistati in Italia dichiara di preparare il pane in casa e il 13% vorrebbe anche incrementare la produzione; lo stesso vale per chi cucina torte, in quanto il 65% dichiara di farlo e il 12% di voler sviluppare ulteriormente questa attività. Il lievito madre, ingrediente fondamentale per la panificazione, è stato il terzo argomento più discusso sui social media nel 2020: il 52% delle persone è a conoscenza del suo impiego nella panificazione. Questa tendenza s’inserisce nel filone della ricerca da parte dei consumatori di un'alimentazione sempre più salutare: il 68% del campione italiano rivela di cercare un pane adatto alle proprie esigenze nutrizionali, il 72% punta a individuare un'alimentazione adeguata al proprio stile di vita, infine il 71% apprezzerebbe l'acquisto di prodotti di pasticceria idonei per il proprio fabbisogno, personalizzati. Su questo filone si colloca la crescente propensione all'acquisto di alimenti a base vegetale: lo fa il 64% degli intervistati, tre su cinque con l'obiettivo di avere meno impatto sull'ambiente e per motivi di salute.

Il consumatore diventa sempre più attento all'etichetta

Due su tre vogliono essere informati sulla provenienza degli alimenti e sul luogo di produzione, il 95% degli intervistati nella ricerca di Puratos legge quanto riportato sul packaging. Il fattore local appare sempre più determinante: tre intervistati su quattro valutano questo aspetto come imprescindibile per la cura del pianeta, tre su cinque vedono anche una correlazione col benessere per la persona. Il 78% dichiara di essere interessato ai prodotti alimentari definiti a “spreco zero”. Caratteristiche del prodotto attualmente considerate generalmente di tendenza sono la non eccessiva elaborazione, l'essere naturale e possibilmente biologico. L'utilizzo, sempre più richiesto, di basi vegetali, da questo punto di vista, è conseguenza di tali propensioni al consumo.

Spazio alle nuove tecnologie

Una sfida è sicuramente rappresentata dalla consegna automatizzata mediante l'utilizzo di nuove forme di trasporto, in particolare il drone con cui sono già stati effettuati esperimenti di successo a livello mondiale. Il 26% degli intervistati in Italia da Puratos vorrebbe che la consegna del cibo non richiedesse l'intervento dell'uomo. Un'altra sfida è rappresentata dall'AI. Il 32% degli intervistati crede infatti che l'intelligenza artificiale li aiuterà a fare scelte alimentari migliori in futuro. La tecnologia di riconoscimento delle microespressioni viene già utilizzata per fornire consigli migliori e personalizzati ai consumatori quando decidono cosa acquistare in negozio.

E cosa succede per quanto riguarda il mondo del vino?

Nel 2021, secondo i dati dell’Osservatorio nato dalla partnership tra Nomisma Wine Monitor e Vino.com, i vini a denominazione cresciuti di più nella propria categoria rispetto all’anno precedente nelle vendite online di Vino.com sono stati il Lugana per i bianchi (+54%), il Primitivo di Manduria per i rossi (+65%), il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore per gli spumanti (+6%) e il Salento Igt per i rosati (+86%). A trainare queste vendite sono soprattutto gli uomini che per tutte e quattro le denominazioni analizzate, sono responsabili di oltre l’80% delle bottiglie acquistate nel corso dell’anno, mentre sulla suddivisione per fascia di età emerge qualche differenza. «Se per tutti e quattro i vini la Generazione X rappresenta la fascia prevalente di acquisto, nel caso degli under 40 si registra una maggior predilezione verso il Primitivo di Manduria, mentre, al contrario, i baby boomer sono più orientati al consumo di Lugana» - dichiara Denis Pantini, responsabile agroalimentare e wine monitor di Nomisma.

Italiani sempre più curiosi ed aperti all'acquisto di vini insoliti

L’analisi dei dati di vendita del primo semestre 2022 relativi a oltre 100.000 acquirenti italiani di vino online - parte del bacino di clienti di Vino.com - fornisce un’indicazione sui trend di vendita delle denominazioni e le nuove tendenze nei consumi in corso. Tra le bollicine, forti crescite per il Prosecco Doc (denominazione di origine controllata), mentre tra i rossi emergono i toscani, con il Nobile di Montepulciano e i Toscana IGT, mentre per i bianchi si segnala un aumento nelle vendite di Verdicchio dei Castelli di Jesi. «L’analisi degli acquisti italiani indicano che i nostri consumatori sono sempre più curiosi e aperti alla scoperta e all’acquisto dei migliori e più insoliti vini ed etichette. Il compito di una tra le più conosciute enoteche digitali come Vino.com è permettere loro di partire per viaggi virtuali tra le bottiglie di tutto il mondo. Un percorso guidato dalle proposte dei nostri sommelier per far scoprire gusti e profumi che altrimenti sarebbe difficile scovare» sottolinea Andrea Nardi Dei, ceo e founder di Vino.com. 

La Lombardia rappresenta la prima regione di acquisto 

Il secondo focus dell’Osservatorio ha analizzato la ripartizione regionale delle vendite dei top 4 vini a denominazione del 2021. La Lombardia rappresenta la prima regione di acquisto. Con percentuali che vanno dal 25% delle vendite totali nel caso del Salento IGT a oltre il 36% per il Lugana. Al secondo posto, a diverse lunghezze, il Lazio sia per il Primitivo di Manduria (15%) sia per il Salento Igt (14%), il Veneto per il Lugana (14%) e l’Emilia-Romagna per il Valdobbiadene Prosecco Superiore (12%). Il prezzo medio delle bottiglie vendute è stato di 8,69 euro per il Primitivo (sostanzialmente stabile rispetto al 2020), 8,46 euro per il Lugana (+5,6%), 6,66 euro per il Valdobbiadene Prosecco (+4,7%) e 6,58 euro per il Salento Igt, la denominazione che ha registrato il maggior incremento di prezzo rispetto all’anno precedente (+8,6%).

L’età o la provenienza geografica dei consumatori influenzano l’e-shopping 

Accanto alla disamina sui vini a denominazione che hanno registrato la crescita più alta all’interno della propria categoria, il secondo focus dell’Osservatorio ha allargato l’approfondimento a tre importanti fine wines, vale a dire Amarone della Valpolicella, Barolo e Champagne. «L’analisi sugli acquirenti di fine wines online ha messo in luce come quasi il 75% delle bottiglie di Champagne sia acquistato dagli over 40, mentre Millennials e Gen Z sono più interessati ad Amarone e Barolo» - sottolinea Pantini. Anche per i fine wines analizzati, la Lombardia si conferma come prima regione di acquisto, seguita dal Lazio per Amarone e Barolo mentre per lo Champagne è l’Emilia-Romagna a strappare il secondo posto, con l’11% delle bottiglie acquistate nell’anno. «Da un punto di vista dell’evoluzione socio-economica e tecnologica della nostra società è molto interessante notare come l’età o la provenienza geografica dei consumatori di vino online stiano influenzando e facendo evolvere l’e-shopping di vini e spirits» - conclude Andrea Nardi Dei.

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Alberto Lupini


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