Lago di Garda: l'enoturismo come chiave per lo sviluppo turistico
La 29ª edizione del Forum del Garda ha riunito esperti e operatori per discutere il futuro dell'enoturismo sul lago. Obiettivo: valorizzare le tre sponde del Garda e creare un'offerta turistica unica e identitaria
È una delle imprese più difficili, ma tre club rotariani ci sono riusciti! A Riva del Garda, nei giorni scorsi, i Rotary hanno infatti riunito attorno ad un tavolo le tre sponde del Garda sul tema dell'enoturismo con un obiettivo di fondo: far scoprire la forza del vino per far conoscere la variegata e sempre più premiata offerta turistica del maggior lago italiano. «La viticoltura - è stato detto - come identità che caratterizza il paesaggio e l'enogastronomia per far conoscere le perle agroalimentari dei territori trentini, veneti e lombardi».
Il Forum del Garda 2024: focus sull'enoturismo del lago
La 29ª edizione del Forum, dal titolo "La viticoltura del Garda: la tradizione, la sua proiezione nel futuro, la relativa sostenibilità e la promozione dell'enoturismo", ha chiamato a confronto esperti, studiosi universitari e addetti del settore grazie all'impegno e alla determinazione anzitutto dei Rotary club di Riva del Garda in collaborazione con i ''gemelli'' di Peschiera (Vr), Salò e Desenzano (Bs). Un dato condiviso dagli amministratori comunali e provinciali, Cristina Santi (Riva del Garda) e Roberto Falloni (Trento): «Dobbiamo batterci per una visione unitaria del lago e - hanno rimarcato - promuovere le tre sponde tutti insieme nel mondo intero. Per il comparto dell'enoturismo può essere una grande occasione».
Ma, tra le debolezze del sistema Garda, è stato anche sottolineato, vi è proprio la mancanza di una visione d'insieme che invece sarebbe da sviluppare, in questo caso a partire dal settore vinicolo. Impresa tutt'altro che semplice da farsi, basti pensare - tanto per fare un esempio - alla difficoltà di trovare una comune visione (e politica) e nel definire il Chiaretto, conteso con varie sfumature, fra Bardolino e Valtènesi. Identità quindi, la parola d'ordine assieme ad un brand che punta sulla coerenza con le tradizioni e i valori delle popolazioni che in questo territorio vivono e che ogni anno accolgono complessivamente, 24 milioni di turisti. Interessante la proposta presentata dal presidente dell'Apt Garda-Dolomiti Silvio Rigatti, riguardante il piano strategico dell'enoturismo nell'alto lago.
«Abbiamo individuato tre macroazioni: il sentiero dell'olio - ha illustrato Rigatti - per far conoscere la tradizione olivicola del Garda Trentino, il toolkit per i ristoratori per diventare ambasciatori del territorio con un focus sui vitigni più rappresentativi e, infine, gli eventi enogastronomici del Mese del Gusto, per dare coerenza a tutte le manifestazioni del territorio». Proposte per valorizzare le singole peculiarità delle numerose entità locali. «L'anno prossimo - ha detto il rotariano e accademico bresciano Giuseppe Masserdotti - la palla passa ai nostri club di Salò e Desenzano. Cercheremo di continuare il dialogo e il confronto tra (e fra) le anime del Garda attorno all'enoturismo, puntando alla forza dei nostri vini: rosè, bianchi e rossi». Come si suol dire, proprio a maggio, se son rose fioriranno.
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Alberto Lupini