Da 30 a 60 euro? Prima serve capire se l'Europa è d'accordo. Nella nuova manovra finanziaria del Governo Meloni, che si appresta a essere discussa alla Camera, il limite entro il quale i commercianti potranno rifiutarsi di accettare i pagamenti digitali senza essere sanzionati dovrebbe raddoppiare: non i 30 euro della prima versione del documento, ma 60 euro. Al momento però si tratta solo di una possibilità e non di una certezza. In una nota, infatti, Palazzo Chigi ha precisato che su questo punto sono in corso interlocuzioni con la Commissione Europea. Una brusca frenata.
In attesa di sviluppi da Bruxelles, ricordiamo che fino ad ora la legge prevedeva l’obbligo per «qualsiasi importo» con una sanzione (a partire dallo scorso giugno) di 30 euro maggiorata del 4% della somma pagata. Ma c’è di più, nella manovra scompare anche lo stop di 180 giorni alle sanzioni finora arrivate a commercianti e ristoratori per non aver rispettato l’obbligo di accettare i pagamenti digitali. In arrivo anche una stretta sulle partite iva e l’obbligo di fattura per le vendite online. Decisioni che si aggiungono a quella di innalzare il tetto dei pagamenti in contante che dal primo gennaio 2023 passa a 5mila euro da mille.
Frenata sull'obbligo di Pos: l'Europa vuole capirne di più
Nella manovra l’articolo 69 prevedeva novità sulle «Misure in materia di mezzi di pagamento»: il testo puntava a rimuovere le sanzioni per chi rifiuta pagamenti elettronici sotto una certa cifra. Un limite fissato a 60 euro. Il mancato beneplacito dell'Europa ha congelato tutto. La conferma arriva dallo stesso Governo che spiega come «terrà conto» degli esiti dei colloqui con la Commissione Europea «nel prosieguo dell’iter della legge di bilancio».
Bruxelles, non è un segreto, non vede di buon occhio l'impostazione molto meno restrittiva che ha intrapreso il Governo italiano sulla lotta al contante. Il Commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni, a questo proposito, ha parlato di una «proposta legislativa in europea su questa materia entro un mese», per spingere i pagamenti digitali in ottica di una maggiore tracciabilità del contante.
Una decisione che non mette tutti d’accordo
L'Europa non è comunque la prima che sembra non gradire la decisione del Governo. Per molti, infatti, lo stop alle sanzioni per chi rifiuta pagamenti elettronici sotto i 60 euro favorirà l’evasione. Il Codacons parla, per esempio, di «un colpo di spugna che cancella di netto otto anni di battaglie in favore dei consumatori. Una misura del tutto inutile e una presa in giro per tutti i clienti che saranno costretti, se vogliono effettuare acquisti e pagamenti, a ricorrere al contante». Il "no" alla misura era arrivato anche da Federconsumatori (che ha definito «inconcepibile» avere una soglia fissata a 60 euro sotto la quale gli esercenti possono rifiutare i pagamenti non in contante) e dalle opposizioni (con Enrico Letta, segretario del Pd, che da Bruxelles ha detto che «se il governo seguisse l’Europa non farebbe questa scelta scellerata di alzare il livello minimo di contate rispetto all’uso del Pos, perché è un invito all’evasione»).
Per Unimpresa, al contrario, mantenere l’obbligo «rappresenta una forte penalizzazione per le imprese di minore dimensione e soprattutto per i piccoli commercianti» e «va nella direzione opposta rispetto all’utilizzo libero della moneta di carta».
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Stretta sulle partite iva e fattura per le vendite online
Non solo Pos e contanti: nella manovra in arrivo anche una stretta sulle partite Iva. In pratica con si potranno più aprire e chiudere le ditte senza limiti e l’Agenzia delle Entrate potrà effettuare dei controlli e in caso di possibili illeciti potrà convocare il contribuente che dovrà dimostrare «sulla base di documentazione idonea, l’assenza di profili di rischio individuati», pena la cessazione della partita iva. In caso di chiusura, sarà necessaria una fideiussione di 3 anni di 50mila euro per aprirne una nuova. Altra stretta arriva sulle vendite online: dal primo luglio 2023 viene introdotto l’obbligo di fattura.
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Alberto Lupini
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