Recensioni: Santanchè fa sul serio e prepara le nuove regole con le imprese

Per la questione delle recensioni online, la ministra del Turismo ha incontrato le associazioni del comparto dell'ospitalità e della ristorazione e si è deciso di lavorare insieme per predisporre una proposta normativa . Dunque, sono attesi dei paletti importanti per stroncare i metodi di valutazione dei locali imposti negli ultimi anni da siti come TripAdvisor e Google

08 febbraio 2024 | 18:52

Daniela Santanchè lo aveva annunciato: il governo vuole introdurre nuove regole per le recensioni online di bar, ristoranti ed hotel. E oggi, giovedì 8 febbraio, la ministra del Turismo ha incontrato le principali associazioni di categoria del comparto alberghiero, extralberghiero, del turismo organizzato, della ristorazione e del divertimento per iniziare ad affrontare, vis a vis, questo delicatissimo tema.

E, in riferimento alla direttiva comunitaria del 2019/2161 e al conseguente decreto legislativo 26/2023 (codice del consumo), si è deciso di lavorare insieme per predisporre una proposta normativa. Anche perché da diversi mesi il fenomeno della compravendita di recensioni è sempre più fuori controllo. «Siamo soddisfatti - ha dichiarato a margine dell'incontro Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Associazione italiana Confindustria alberghi - dell'attenzione che abbiamo trovato da parte del ministro su un tema molto importante per gli operatori del settore. Sappiamo bene che il quadro è complesso, ma la strada intrapresa è importante».

Come funziona il mercato delle recensioni false

Una strada che deve essere percorsa in fretta, visto che, come detto, il web offre sempre più siti di recensioni fake. Come funzionano? I portali offrono pacchetti a pagamento con tariffe concorrenziali, che variano a seconda del numero di recensioni desiderate e della piattaforma su cui devono essere pubblicate.

Su Google, ad esempio, è possibile acquistare 10 recensioni positive per 127 euro, mentre su Facebook lo stesso numero di recensioni costa 79 euro. Su Instagram, invece, bastano 15 euro per ottenere migliaia di nuovi follower.

Il 40% delle recensioni online è completamente inventato

Il fenomeno non è nuovo ma, come vi abbiamo già raccontato, sta crescendo rapidamente. Secondo il collettivo di tutela dei consumatori americani Pirg, il 40% delle recensioni online è completamente inventato, rispetto al solo 4% del 2021. Questo rappresenta un problema significativo in un mondo digitale in cui oltre il 90% degli utenti si affida al passaparola online per prendere decisioni di acquisto o di frequenza di attività. Le piccole imprese sono le più colpite da questo fenomeno, in quanto possono essere facilmente bersagliate dai concorrenti disonesti che utilizzano recensioni false per danneggiarne la reputazione. Google, Tripadvisor e Trustpilot hanno dovuto rimuovere milioni di recensioni fittizie solo nel 2022, mettendo in luce l'entità del problema. Un problema che purtroppo dura da anni, e che Italia a Tavola ha sin da subito condannato.

Non bastano i controlli contro le recensioni false, deve sparire l'anonimato

Quindi, cosa si può fare concretamente? Se si concorda che non sono più rinviabili regole certe per azzerare il fenomeno criminale delle recensioni a pagamento, pro o contro qualche ristorante od hotel, o per attaccare un privato cittadino mettendolo alla gogna, bisogna agire con decisione. Non dimentichiamo che ci sono almeno il 15% di commenti fasulli sulle varie piattaforme, mentre crescono a livello esponenziale i post degli "odiatori".

Se poi consideriamo che c'è chi userà l'Intelligenza artificiale per “orientare meglio” i consumatori (a vantaggio del portale), la situazione rischia di diventare ancora più grave, rendendo sempre più irrilevante quello che conta, il giudizio vero dei consumatori. È ormai intollerabile che persone scorrette spargano maldicenze e falsità gratuite per danneggiare qualcuno (magari i concorrenti) grazie all'anonimato che è il paravento di ogni nefandezza. Sui social si deve poter dire tutto quello che si pensa, ma “mettendoci la faccia”. Troppo comodo lanciare il sasso e nascondere la mano...

Contro i commenti fasulli servono profili autentici sui social

Ad ogni account deve quindi corrispondere un profilo autentico: lo Spid invece che la carta di identità elettronica sono lo strumento oggi disponibile a tutti e senza questi non si dovrebbe potere avere un profilo sui social e lasciare commenti. Inoltre, si deve dimostrare di avere ricevuto un servizio mostrando una fattura o uno scontrino: senza queste prove non si dovrebbe poter criticare o elogiare. Non dimentichiamo che su Amazon solo chi ha comprato un bene può lasciare i commenti sotto quell'articolo… E ciò rende affidabili quelle recensioni. Non si tratta di impedire di fare critiche legittime, che anzi sono utili a ristoratori o albergatori corretti a cui non può non stare a cuore la soddisfazione del cliente. La questione centrale è di essere certi di leggere commenti autentici. Così guadagneranno fra l'altro autorevolezza le stesse piattaforme di recensioni. Vanno evitate le troppe situazioni di ricatto od estorsioni che si creano proprio grazie all'anonimato.

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Alberto Lupini


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