Alla luce delle continue e, per lungo tempo, ininterrotte polemiche delle ultime settimane sulla vicenda degli “scontrini gonfiati”, Fipe, la Federazione italiana Pubblici Esercizi di Confcommercio, ha deciso di esprimere la sua posizione ufficiale per portare il punto di vista complessivo della categoria dei pubblici esercizi. Categoria che esce fortemente penalizzata da questa lunga serie di episodi di cui vi abbiamo lungamente parlato nelle ultime settimane.
Scontrini gonfiati, Stoppani di Fipe: «Poco radicata cultura del servizio in Italia»
Intervenendo sulla spinosa questione è arrivata una dichiarazione della Fipe (Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi), che nella persona del presidente Lino Enrico Stoppani ha cercato di gettare acqua su un fuoco che questa estate per varie settimane è sembrato incontrollato e incontrollabile.
«Bar e ristoranti si chiamano “pubblici esercizi” e questo implica anche una missione imprenditoriale: quella del servizio come vocazione che è, e deve essere, un asse centrale dei valori della ristorazione. Anche se ritengo che le polemiche non intacchino la passione e la frequentazione degli italiani di bar e ristoranti, è indubbio che chi lede il principio di trasparenza danneggia l’immagine e il lavoro dell’intera categoria» ha dichiarato il Presidente di Fipe-Confcommercio.
«D’altro canto, ciò non significa che il servizio non vada valorizzato e remunerato e lo stesso protrarsi delle polemiche sul tema è purtroppo indicatore di quanto sia scarsamente radicata la consapevolezza e la cultura del servizio nel nostro Paese. Dietro ogni richiesta ci sono persone che lavorano, stipendi da pagare, una macchina organizzativa complessa e costosa: il problema non sono i prezzi, ma la cura del rapporto con il cliente, che deve decidere in piena libertà se il servizio e il prodotto valgono il prezzo onestamente proposto. Come Federazione lavoriamo per favorire e rafforzare il legame tra imprese e consumatori perché abbiamo dinanzi sfide impegnative che riguardano la tenuta dei consumi e del nostro modello di socialità» ha concluso il presidente Stoppani.
Scontrini gonfiati: dal toast diviso a metà alla schiuma nel cappuccino
Per settimane quello degli scontrini gonfiati è stato un caso di portata nazionale. Da Nord a Sud d'Italia tante le segnalazioni, la maggior parte via social, di conti pompati a causa di questo o di quel servizio, inaspettatamente da pagare a parte. Molti i clienti che si sono indignati di fronte a queste controverse decisioni commerciali da parte dei locali, al punto da crearsi un'autentica spaccatura tra esercenti e clienti stessi.
Una sorta di guerra fredda la quale, sicuramente, non fa bene a nessuna delle due parti. Dai 2 euro per il toast diviso a metà al sovrapprezzo per il piattino in più, passando per il taglio della crepe messo in scontrino a 1€ o l'assenza di schiuma nel cappuccino a 10 centesimi in più. Tante le denunce social, al punto da portare gli esercenti ad avanzare (a mo' di provocazione) una proposta: e se venisse creata una piattaforma per recensire pure i clienti?
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Alberto Lupini
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