Starlight room sulle Dolomiti: polemica in Veneto, ma il glamping cresce

Pioneristica la stanza panoramica del Rifugio Col Gallina, ma la legge regionale vuole portarle fino a 172. Contrario il Cai: «La montagna non può essere Disneyland». Ma il fenomeno del glamping è di tendenza anche all'estero : in Italia vale un fatturato di 22 milioni di euro, con soluzioni anche a sfondo enogastronomico

16 febbraio 2024 | 15:29

Fa discutere la proposta di legge - presentata ormai a ottobre 2022 e che andrà in discussione martedì 20 febbraio in Consiglio regionale - della Giunta regionale veneta che prevede il via libera all'installazione delle “starlight room” sulle Dolomiti. Anche perché le divergenze di vedute iniziano già nella definizione di questo presidio in alta quota dove poter soggiornare con tanto di pareti in vetro per ammirare il panorama, ma anche godere di tutti i comfort: riscaldamento, cena e bagno.

Starlight room: monolocale, microalbergo o stanza esprienziale?

Concretamente la starlight room è una costruzione in legno e vetro adagiata sulle Dolomiti e in questo pionieristica è stata l'iniziativa di Raniero Campigotto, storico gestore del Rifugio Col Gallina, che ha installato a duemila metri di quota una di queste strutture.

Il prezzo è di 700 euro, inclusi l trasporto, la cena (all'interno della stanza), il pernottamento e la colazione (al Rifugio). La proposta di legge regionale prevede di estendere a tutti gli 86 comuni montani del Veneto la possibilità di installarne al massimo due per ciascun centro, per un totale che potenzialmente potrebbe arrivare fino a 172.

Se per l'assessore regionale al Turismo Federico Caner si tratta di «stanze emozionali rimovibili da due posti» e rigetta la definizione di microalberghi che invece è l'interpretazione del consiglier regionale Andrea Zanoni (Pd) che ha anche avviato una petizione per impedirne la realizzazione, incontrando anche il favore del Cai Veneto il cui presidente, Renato Frigo, a Repubblica ha spiegato: «Il rischio è che tutto diventi un parco divertimenti e la montagna non può essere Disneyland. Ci siamo anche posti il problema della sicurezza: potrebbe esserci il rischio di incentivare i turisti anche meno attrezzati banalizzando anche la salita in montagna di inverno che non è semplice, ma a cui bisogna prestare attenzione».

La starlight room e il glamping

L'installazione sulle Dolomiti si inserisce in un contesto in cui il glamping, in cui comfort (e spesso lusso) e natura si uniscono, è in forte espansione, tanto da valere in Italia un fatturato di 22 milioni di euro, secondo i dati diffusi dalla Borsa mediterranea del turismo e basati su ricerche Jfc.

In Italia esempi di questo tipo si stanno sempre più diffondendo. Esperienze con vista su cieli stellati immersi nella natura, nelle location più disparate, dalle bolle ai vecchi bus, passando per le case sull'albero o nelle botti, piuttosto che con vista sui filari come nel caso de La Collina dei Ciliegi. C'è poi tutto il fenomeno delle Stars Box, ispirate ai giacigli temporanei dei pastori delle Alpi Liguri: un po' tenda e un po' capanna, sono casupole di legno con il tetto apribile che possono essere montati e smontati.

Starlight esotiche: il business all'estero

All'estero sono diversi i camping che puntano a valorizzare panorami mozzafiato. In Finlandia esiste un vero e proprio business per ammirare l'aurora boreale con tutta una serie di soluzioni in mezzo alla neve, alcune anche con la possibilità di realizzare meeting di lavoro come a Kakslauttanen. Ma naturalmente, esistono soluzioni analoghe anche in Norvegia, Svezia e Islanda. In Bolivia, il Kachi Lodge offre sistemazioni esclusive ai piedi delle Uyuni Salt Flats (le saline boliviane), mentre è sempre più un must alloggiare in camping caratteristici durante un Safari. Ma gli esempi si sprecano. Si tratta in ogni caso di complessi che offrono un'immersione nella natura, ma comunque in un contesto in cui il contatto con altre persone rimane vicino.

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Alberto Lupini


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