Tartufo d'Alba, un premio a chi si prende cura del diamante bianco
Un riconoscimento da Fiera internazionale del Tartufo Bianco d’Alba e Centro Nazionale Studi Tartufo a chi si dedica alla tutela degli ambienti tartufigeni e alla diffusione della cultura del tartufo
Prezioso, profumato e dal sapore intenso, è il tartufo bianco d’Alba, una qualità tipica piemontese che si distingue e si fa apprezzare in tutto il mondo per le sue caratteristiche uniche, tanto amato anche dagli chef stellati che non esitano a proporre piatti dove è l’ingrediente principe.
La sua protezione è importante e richiede grande impegno, proprio per questo la Fiera internazionale del Tartufo Bianco d’Alba e il Centro Nazionale Studi Tartufo hanno organizzato – nel pomeriggio di martedì 31 gennaio, presso il Castello di Roddi – la prima edizione dell’evento “Il futuro nelle radici”, pensato per offrire un riconoscimento ai soggetti che hanno compiuto azioni meritevoli nella tutela degli ambienti tartufigeni e nella diffusione della cultura del tartufo.
Tartufo: indicatore dei cambiamenti climatici
Tutelare gli ambienti dove i tartufi bianchi sorgono spontanei è importante perchè bastano anche solo lievi modifiche al loro habitat perchè non si riproducano più: «Il Tartufo Bianco d’Alba è un perfetto indicatore del cambiamento climatico in atto: l’assenza di precipitazioni e il surriscaldamento globale fanno sì, sempre più, che negli areali meno umidi i tartufi non si sviluppino: così è stato l’anno scorso e, purtroppo, non è il primo anno che accade – afferma la presidente della Fiera internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, Liliana Allena –. La Fiera già in tempi non sospetti, nel 2016, aveva lanciato la campagna di crowdfunding ‘Breathe the Truffle’, in collaborazione con il Centro Nazionale Studi Tartufo, per la realizzazione di tartufaie e la piantumazione di piante tartufigene. Perché se, purtroppo, il nostro impatto sul clima è piuttosto limitato, molto si può fare per la salvaguardia di ambienti tartufigeni. Aveva ragione il commendatore Roberto Ponzio, con il suo iconico e lapidario “No alberi – no tartufi”: piantare alberi è il modo migliore per offrire un futuro al nostro prezioso diamante bianco, e oggi vogliamo premiare esempi virtuosi e buone pratiche, sperando che altri continuino, sulla strada della sostenibilità», conlude Allena.
Per proseguire lungo questa strada non basta l'impegno, ma come spesso accade, servono anche fondi: «Le risorse messe a disposizione dalla Fiera ci consentono di stimolare progetti di recupero di tartufaie, nuove piantumazioni e tartufaie didattiche – commenta il presidente del Centro Nazionale Studi Tartufo, Antonio Degiacomi –. Abbiamo voluto in questa occasione dire grazie a chi, autonomamente o in collaborazione con noi, ha compiuto azioni positive che speriamo servano come esempio. Sono i casi di cui eravamo a conoscenza relativi al 2022. Certamente ce ne sono altri che potremo riconoscere negli anni successivi, mentre le piante crescono...».
«È un piacere poter accogliere questo appuntamento nelle pertinenze del Castello di Roddi, sede del Truffle Hub, per celebrare l’importanza di queste pratiche a tutela del tartufo – conclude il sindaco di Roddi, Roberto Davico –. La nostra amministrazione comunale sempre più si impegnerà in questo senso, come fatto in occasione della festa dell’albero nello scorso mese di novembre, con la messa a dimora sul nostro territorio di 50 piante tartufigene donate dalla Regione Piemonte, che abbiamo piantumato insieme ai bambini delle scuole e alle associazioni dei trifolao».
La premiazione
Dopo la consegna di un assegno da 5mila euro, donato dall’Ente Fiera al Centro Nazionale Studi Tartufo perché possa continuare a stimolare progetti di recupero e manutenzione di tartufaie, effettuare nuove piantumazioni di alberi e realizzare tartufaie, nella pertinenza del Castello sono stati consegnati una serie di diplomi a chi, a vario titolo, si è distinto con azioni di tutela degli ambienti tartufigeni e nella diffusione della cultura del tartufo.
I premiati
- Paolo Carretto, trifolao che ha generosamente dedicato tempo e risorse economiche per incrementare e valorizzare il patrimonio tartufigeno.
- Livio Franco Carlevero, sognatore che ha aperto nuove prospettive per il patrimonio tartufigeno, unendo nell’Associazione “Terre di Tartufi” trifolao, naturalisti, agricoltori, professionisti in un progetto concreto, testimonianza di amore per la propria terra. Con lui, le Cantine Povero e l’azienda vitivinicola Vaudano Enrico & figli di Cisterna d’Asti, oltre all’azienda vitivinicola Marchesi Alfieri 1696 di San Martino Alfieri, per aver fattivamente partecipato al progetto di valorizzazione naturalistica e tartufigena dell’Associazione “Terre di Tartufi”.
- La Cantina Fratelli Serio & Battista Borgogno di Barolo, per aver contribuito a “The Truffle Hunters conservation project” nel comune di Cisterna d’Asti, dove è stato girato il film documentario sui trifolao e i loro cani.
- Il Consorzio Alta Langa, per aver promosso il progetto di valorizzazione del patrimonio tartufigeno presso i suoi associati: tra gli aderenti al progetto, la Cantina Ettore Germano di Serralunga d’Alba, l’azienda agricola Pedaggera di Genta Mariella a San Marzano Oliveto, la Cantina Cascina Cerutti di Cassinasco, la Cantina La Torre di Castel Rocchero, l’azienda agricola Chiarle Elisa di Borgomale, la Cantina Coppo di Canelli, l’azienda agricola Roberto Garbarino di Neviglie, l’azienda agricola Brandini di La Morra, la Cascina La Carlotta di Morino Alfredo a Castel Boglione.
- Il Comune di Murisengo per aver realizzato la tartufaia didattica, spazio naturale e culturale identitario per la fruizione dei cittadini, dei turisti, delle scuole.
- Il Comune di Barbaresco per aver aderito attivamente alla valorizzazione del patrimonio tartufigeno fin dal 2003.
- Il CeSA - Centro Studi per la Storia dell’Alimentazione e della Cultura Materiale “Anna Maria Nada Patrone”, per aver realizzato tra Alba e Grinzane Cavour, dal 22 al 24 settembre 2022, il Convegno internazionale “Il tartufo tra natura e cultura”.
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Alberto Lupini
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