Tassa di soggiorno, aiuti ai Comuni Dimenticati Airbnb e affitti brevi
Si va verso una nuova legge sugli affitti turistici, che distinguerà quali locazioni sono attività imprenditoriali e quali no. Property Managers: «Solo una toppa, si rischia di tornare indietro di 50 anni»
16 luglio 2020 | 16:19
«Come una toppa su un cratere: un fondo di ristoro per la mancata tassa di soggiorno e nessun aiuto alle imprese che versano questa tassa. Mi sembra assurdo». Così Stefano Bettanin, presidente Property Managers Italia, l’associazione nazionale di categoria del Turismo residenziale, commenta l’annuncio fatto dalla sottosegretaria ai Beni e alle Attività culturali, Lorenza Bonaccorsi in merito a una legge di riordino dei canoni turistici nel corso degli Stati generali del Turismo, organizzati ieri a Palazzo Vecchio a Firenze. Stando a quanto annunciato, la legge disciplinerà il settore delle locazioni per distinguere cosa sia attività imprenditoriale e cosa no e regolamentare, anche limitando il numero e l’arco temporale, le locazioni turistiche brevi.
Entrando più nei particolari, dalle riflessioni fatte nel Salone de’ Cinquecento la Bonaccorsi ha dichiarato: «Ci sarà una legge per regolamentare gli affitti brevi turistici. Abbiamo ricevuto stimoli e proposte interessanti e tutti siamo concordi nel puntare sulla qualità per il rilancio del settore. Il bonus vacanze sarà semplificato, ma sta funzionando, e sarà aumentato il fondo di ristoro ai Comuni per i mancati incassi della tassa di soggiorno. Stiamo lavorando su una legge che fissi regole e norme per gli affitti turistici brevi, in particolare per fissare quali affitti siano attività imprenditoriale e quali no».
Il sindaco di Firenze Dario Nardella, subito dopo: «Usciamo con dei risultati concreti. Ci sarà una norma nazionale sugli Airbnb, che fisserà anche il loro numero e l’arco temporale di attività (una sorta di tetto massimo di giorni) tutelando la residenza».
Ha proseguito Bettanin: «Le imprese che gestiscono l’ospitalità sono realtà serie, alcune sono quotate in borsa, e soprattutto garantiscono tutti gli adempimenti di sicurezza e fiscali, tra cui la tassa di soggiorno. In Italia rappresentiamo dal 4 al 7% del Pil e non siamo nemmeno considerati nelle misure di sostegno del governo, si veda il bonus vacanze. Tutta questa rivoluzione vuole forse solo avvantaggiare gli alberghi?», si chiede Bettanin.
L’associazione propone «una regolamentazione che prenda in considerazione l’evoluzione del turismo, altrimenti così si rischia solo di mandare indietro il settore di almeno 50 anni». Le imprese che lavorano nella gestione dell’ospitalità e degli affitti brevi chiedono una legge «che riconosca prima di tutto la categoria dei gestori e gli dia il peso che merita, considerato che - sottolinea il presidente dell’associazione - rappresentiamo il 60% del comparto e che siamo i primi agenti fiscali che versano la tassa di soggiorno. Sostenendola in questo periodo così difficile, soprattutto nelle città d’arte dove i contraccolpi della pandemia sono drammatici per l’economia. Invece di ricorrere ai soldi pubblici, sarebbe auspicabile una regolamentazione che dia dignità a una categoria che esiste, dà lavoro e crea indotto».
Stefano Bettanin e Lorenza Bonaccorsi
Entrando più nei particolari, dalle riflessioni fatte nel Salone de’ Cinquecento la Bonaccorsi ha dichiarato: «Ci sarà una legge per regolamentare gli affitti brevi turistici. Abbiamo ricevuto stimoli e proposte interessanti e tutti siamo concordi nel puntare sulla qualità per il rilancio del settore. Il bonus vacanze sarà semplificato, ma sta funzionando, e sarà aumentato il fondo di ristoro ai Comuni per i mancati incassi della tassa di soggiorno. Stiamo lavorando su una legge che fissi regole e norme per gli affitti turistici brevi, in particolare per fissare quali affitti siano attività imprenditoriale e quali no».
Il sindaco di Firenze Dario Nardella, subito dopo: «Usciamo con dei risultati concreti. Ci sarà una norma nazionale sugli Airbnb, che fisserà anche il loro numero e l’arco temporale di attività (una sorta di tetto massimo di giorni) tutelando la residenza».
Ha proseguito Bettanin: «Le imprese che gestiscono l’ospitalità sono realtà serie, alcune sono quotate in borsa, e soprattutto garantiscono tutti gli adempimenti di sicurezza e fiscali, tra cui la tassa di soggiorno. In Italia rappresentiamo dal 4 al 7% del Pil e non siamo nemmeno considerati nelle misure di sostegno del governo, si veda il bonus vacanze. Tutta questa rivoluzione vuole forse solo avvantaggiare gli alberghi?», si chiede Bettanin.
L’associazione propone «una regolamentazione che prenda in considerazione l’evoluzione del turismo, altrimenti così si rischia solo di mandare indietro il settore di almeno 50 anni». Le imprese che lavorano nella gestione dell’ospitalità e degli affitti brevi chiedono una legge «che riconosca prima di tutto la categoria dei gestori e gli dia il peso che merita, considerato che - sottolinea il presidente dell’associazione - rappresentiamo il 60% del comparto e che siamo i primi agenti fiscali che versano la tassa di soggiorno. Sostenendola in questo periodo così difficile, soprattutto nelle città d’arte dove i contraccolpi della pandemia sono drammatici per l’economia. Invece di ricorrere ai soldi pubblici, sarebbe auspicabile una regolamentazione che dia dignità a una categoria che esiste, dà lavoro e crea indotto».
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Alberto Lupini
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